Nella mia esperienza, a differenza dei bambini nordamericani o nordeuropei, quelli italiani hanno la tendenza a non gattonare o, in ogni caso, a farlo molto meno.

Osservando il modo in cui vengono trattati nei primi mesi, è facile capire il perché. Mentre i piccoli dei paesi del nord possono sgambettare e strisciare liberamente sul pavimento appena possibile, i loro coetanei italiani di solito sono trattenuti in braccio fino a nove mesi ed oltre, nonostante diano a lungo ovvi segnali di voler scendere a terra ad esplorare l’ambiente.

Il motivo è che qui da noi i genitori hanno molta più paura che un piccolo, se lasciato sul pavimento, si sporchi, o prenda freddo, o che batta la testa e si faccia male.

Così, per timori che considero ampiamente immotivati, non gli permettono di sviluppare la forza ed esperienza necessaria per camminare a quattro zampe, una volta arrivato a nove, dieci mesi.

Non si rendono conto che, in questo modo, non solo lo privano di un gran divertimento, ma lo costringono anche a rimanere dipendente e insicuro.

A me questo sembra un rischio molto maggiore di quelli paventati dalla nostra tradizione e perciò consiglio sempre ai genitori, appena il loro bimbo raggiunge i cinque mesi, di metterlo a terra ogni giorno, perché si eserciti per periodi sempre più lunghi.