Una spiegazione possibile dell’aumento di uso dell’alcol da parte dei giovani di oggi.
Le statistiche che troverete nell’articolo che ho ripreso da “Pediatria33”, un giornale online per i pediatri, sono molto preoccupanti.
Ecco cosa dice e poi le mie considerazioni.
Consumo di alcol giovane fuori misura
La relazione del ministero della Salute, sugli interventi realizzati con le Regioni in attuazione della “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati”, alza la soglia di attenzione sul consumo e abuso nelle fasce giovanili di Simona Zazzetta.
Il quadro delineato nella relazione del ministero della Salute, su quanto attuato a livello istituzionale nell’ambito delle “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati”, conferma la diffusione di comportamenti a rischio che si distaccano dalla tradizione nazionale: consumi fuori pasto, ubriacature e binge drinking che riguarda il 22,1% dei i ragazzi di 18-24 anni.
La media di età del primo contatto con l’alcol è molto bassa in Italia, 12,2 anni, inferiore a quella europea, 14,6 anni. I dati ministeriali riportano che nel 2008, il 17,6% dei giovani di 11-15 anni e 70,7% nella fascia 18-24 ha consumato bevande alcoliche.
Il consumo a rischio prevalente è quello fatto fuori dai pasti, che ha riguardato il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni.
Infine, risulta che i giovani sotto i 30 anni rappresentino il 10% dei pazienti in trattamento nei servizi alcologici territoriali del Servizio sanitario nazionale.
I dati sul consumo di alcol, peraltro, sono coerenti con quelli degli incidenti stradali: 29.672 feriti nella fascia 30-34 anni e 432 morti nella fascia 25-29 anni nel 2007 e la guida in stato di ebbrezza ha rappresentato nel 2007 il 2,09 % del totale di tutte le cause di incidente stradale rilevate.
«I dati dimostrano ancora una volta la necessità di intraprendere azioni concrete, anche con un aumento dei fondi a disposizione» ha commentato Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Moige (Movimento italiano genitori).
Secondo Munizzi tali fondi dovrebbero essere impegnati per campagne di informazione e sensibilizzazione nelle scuole. E aggiunge: «E’ urgente realizzare una normativa a livello nazionale riguardo il divieto di vendita ai minori, innalzandolo da 16 a 18 anni. Importante, inoltre, anche realizzare una regolamentazione relativa alla pubblicità degli alcolici, soprattutto in televisione, che vada a vietare questo tipo di spot durante le ore di fascia protetta».
Munizzi auspica maggiori controlli nei luoghi frequentati dai giovanissimi, in cui, sostiene, il divieto di somministrazione di alcolici, e non solo, non viene rispettato.
Ecco cosa penso di tutto questo
Sta accadendo in Italia ciò che accade da decenni negli USA e poi in altri paesi dell’occidente. Ma perchè?
E’ vero che la pubblicità dell’alcol e la facilità con la quale questa droga è disponibile sono buona parte del problema. Tuttavia sono molto scettico sulla efficacia di un intervento che consideri solo la proibizione. Non ha mai funzionato e non funzionerà neanche questa volta. Io credo che la forte tendeza dei giovani di oggi a sperimentare con le droghe abbia molto a che vedere con l’incapacità o grave difficoltà che essi hanno a confrontarsi con le frustrazioni e i disagi che la vita necessariamente comporta. Ma da dove viene questa grave difficoltà?
Io credo che i figli oggi sono troppo amati e poco regolati, perchè i genitori di oggi hanno molta esitazione a stabilire limiti e regole. Hanno paura di ferire troppo i loro bambini, di farli piangere quando sono costretti a intervenire per educarli. Li lasciano liberi di comportarsi in maniera assolutamente inaccettabile perchè non hanno il cuore di vederli soffrire.
Così loro si abituano a non confrontarsi con il dolore, con le difficoltà. Si convincono, al contrario, che le difficoltà non devono far parte della vita: questa deve essere solo facile e piacevole. Quando, crescendo, si trovano a gestire le normali traversie che l’esistenza comporta, sono impreparati ed è facile che si lascino tentare dal rifugio nelle sensazioni che le droghe possono dare. L’alcol, per esempio, è un farmaco che attutisce l’ansia e la depressione, almeno temporaneamente… Che poi possa provocare tutte le conseguenze gravi che sappiamo, il giovane, poco informato e poco attento, non ci pensa nemmeno. L’importante è la gratificazione ed il sollievo immediato, che è poi ciò a cui i genitori li hanno abituati: tutto e subito, per non farli soffrire.
Bene, pensateci un po’, prima che sia troppo tardi.