CRESCITA E SVILUPPO: BAMBINI DA 3 A 5 ANNI

Nascosto

SENSO DI RESPONSABILITA'

A tre anni un bambino è, di solito, meno capriccioso e più collaborativo rispetto a quello di due anni. Incomincia anche a sapersi mettere nei panni degli altri e spesso sembra sinceramente contento di far piacere alla mamma. Tuttavia, continua ad essere necessario controllarlo da vicino e ad impedirgli comportamenti che mettono a repentaglio la sua stessa incolumità e gli oggetti domestici. La sua tendenza a sporcare e mettere disordine dappertutto, inoltre, crea non pochi disagi. Diventa sempre più indispensabile abituarlo a collaborare per mantenere l’ordine e la pulizia, sapendo che egli resisterà molto all’idea di farlo.

Anche a questa età andare a letto lasciando la compagnia dei genitori e smettendo di giocare o guardare la televisione è un grosso sacrificio, che eviterebbe sicuramente, se lasciato libero di comportarsi come vuole. Cosa che rende necessaria un’azione determinata e coerente per imporre regole più sane.

Quando comincia ad andare all’asilo, si presentano altri problemi, legati ai conflitti con i compagni. Per esempio, può cominciare a litigare, a picchiare o mordere e non è per niente facile convincerlo a smettere. Allo stesso tempo comincia a chiedere sempre più insistentemente i beni di consumo “di moda”, dai giocattoli costosi, alle bambole più sofisticate, alle scarpe che portano i compagni, ecc. Che ci piaccia o meno, insomma, comincia la battaglia dei soldi a cui avevo già accennato, che si protrarrà per tutto il resto della vita in famiglia e che costituirà parte importante della lotta di potere fra lui e i genitori.

Dai tre ai sei anni si può contare sulla capacità del bimbo di immedesimarsi nei genitori, ma non è giustificato credere che questo lo indurrà a rispettare le regole molto più volentieri di prima. Pur facendo leva sulla sua nuova capacità di comprendere, è comunque necessario continuare ad agire d’autorità quando le circostanze lo impongono. Inoltre, proprio perché può capire molte più cose, si può pretendere che cominci a sviluppare un senso di responsabilità sempre meglio definito.

(Estratto dal libro del Dott. Albani “Si Fa Come Dico Io”)

BUONE MANIERE

Per promuovere una maggiore accortezza del tuo bambino verso la sensibilità delle persone e una maggiore attenzione alle emozioni di chi lo circonda, si possono fare dei discorsi teorici infiniti che lui comincerà a non volerne più sapere il modo più efficace che tutti noi abbiamo imparato come approccio nel rispetto delle sensibilità degli altri è quello di vederlo in atto e agito da parte dei genitori.

Quindi primo di tutto c’è bisogno di fare grande attenzione a dare il buon esempio anche nei rapporti interpersonali con il bambino. Se io tratta mio figlio in maniera sgarbata e poco rispettosa e non gli do atto della sua sensibilità è il primo cattivo esempio che non porta altro dalla parte del bambino ad emulare e simulare il genitore e a fare esattamente la stessa cosa. 

E’ molto importante dare molto attenzioni alle sue sensibilità, alle sue preoccupazioni, alle sue difficoltà nelle situazioni in cui andiamo in conflitto con lui per poi chiedergli di fare la stessa cosa.

Come si fa ad incoraggiare nostro figlio ad essere educato e attento alla sensibilità degli altri? Sempre approcciandolo, come spiego nella sezione dedicata ai miei corsi di parenting, con l’ascolto attivo, i “messaggi io” e evitando di utilizzare i “messaggi tu” in maniera offensiva. 

SOCIALIZZAZIONE

I bambini tra i 3 e i 5 anni hanno cominciato già a camminare da un po ‘, e normalmente cominciamo a portarli in giro con noi e al parco, dove dimostrerà di avere una gran voglia di giocare e socializzare con altri bambini.

Man mano che diventa più grande questo desiderio di giocare con altri bambini diventa sempre più forte e quindi diventa una e propria necessità, e per lui stare a casa diventa terribilmente nosioso e chiederà spesso di uscire e di vedere altri bambini. Non è più un istinto primordiale come per i bambini più piccoli, ma è una necessità.

USA ANCORA IL PANNOLINO?

La maggior parte dei bambini arrivati ai due ai tre anni non usa più il pannolino in quanto hanno imparato a trattenere i bisogni fino a quando non vanno al bagno.

Può capitare però che ci siano dei bambini particolarmente resistenti o distratti al passaggio al bagno e che non riescono a controllare lo stimolo della defecazione (con la pipì è veramente raro) e  quindi capitare che se la facciano addosso.

Normalmente succede per quei bambini che nei primi anni di vita hanno la “cacca facile” cioè hanno 4-5 scariche al giorno di feci liquide e mucose che non riescono ad trattenere o quelli che la trattengono anche per 10 giorni.

Normalmente il giusto approccio è rispettare il suo disagio, utilizzando gli strumenti dell’ascolto attivo, dei “messaggi io” di cui parlo meglio nella sezione del corso di parenting.

Ad esempio dicendogli: “lo so che è difficile trattenerla, ma se ti sporchi ti devo pulire ed è un problema per me, mi fai questo favore? la puoi trattenere e farla in bagno? ”. O anche “ Se trattieni la cacca ti puoi fare del male e ti puoi sentire a disagio”.

GLI APPARECCHI ELETTRONICI

Oggi non è possibile impedire ad un bambino di usare gli apparecchi elettronici ma è fondamentale, nei casi in cui si ha la sensazione che non faccia nient’altro e che stia sempre a guardare lo schermo di un computer, di un telefonino o di un i-pad, essere determinati ed entrare di forza, facendolo smettere e dandogli una alternativa che può essere andare al parco, giocare ad un gioco da tavolo, disegnare o colorare.

ABITUDINI ALIMENTARI

Dai primi mesi fino agli anni dell’adolescenza, una delle cose che preoccupano di più noi genitori è se il bambino che ha dei gusti monotoni può avere dei problemi di nutrizione.

Il bambino che è allattato al seno  può avere difficoltà con lo svezzamento e può rifiutare i cibi  solidi e continuare a volere il latte materno per un periodo superiore a quello che noi pensiamo sia il momento di iniziare lo svezzamento, che è intorno ai 5-6 mesi. Questo è un problema? Può causare un danno alla sua nutrizione? Assolutamente no.

Cercare di imporre al bambino durante il periodo dell’allattamento, i cibi soldi con la forza è un fatto non solo stressante e traumatizzante per i bambini ma non è neanche giustificato dalla preoccupazione della malnutrizione in quanto un bambino non subirà nessun danno. Questo vale poi per qualsiasi bambino che fino all’adolescenza ha l’abitudine di maggiore sempre le stesse cose e rifiuta altri cibi (e non mangia quello che noi per consuetudine consideriamo più nutriente). Non possiamo imporgli le nostre convinzioni andando contro i suoi gusti e scelte personali. Questo approccio non è assolutamente utile a nessuno.

SPORT E ATTIVITÀ FISICHE

Da quando i bambini possono cominciare a seguire delle istruzioni, e avere un minimo di disciplina,  è possibile fargli cominciare a frequentare dei corsi sportivi veri e propri. Quindi dai 3 anni in su è fortemente raccomandato iscriverli ad un corso di ginnastica. Le attività sportive permettono ai nostri figli di non stare a casa ad oziare, di socializzare e di confrontarsi con altri bambini.

Quanto? Almeno 1 o 2 volte alla settimana. L’organismo di un bambino di 2 anni può essere sottoposto ad un’attività fisica prolungata, ma deve essere allenato gradualmente. Un bambino a questa età se è minimamente allenato, può correre in casa o fuori casa all’infinito, è instancabile. Quindi a livello fisico non ci si deve porre il problema di quanta attività fisica può fare o meno, ci si deve solo porre il problema di quale attività fisica è più adatta a lui considerando il suo peso muscolare e le sue attitudini. 

Lo sport per i bambini aiuta anche la coordinazione, l’importante è scegliere sempre delle strutture sportive adeguate e serie.

La necessità di svolgere una attività sportiva naturalmente sarà meno importante per quei bambini che vivono in zone con tanti spazi aperti e verdi o comunque in zone dove può svolgerla in maniera naturale e spontanea.