FAQ – Frequently Asked Questions

Allattamento

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Se il seno non è turgido, niente latte?

Buongiorno. Avrei bisogno di una piccola consulenza. Sono una ragazza di 27 anni e sono alla mia 2° gravidanza, il primo bambino l’ho allattato per circa 4 mesi, ed ora che sono alla 2° gravidanza, non ho dolore al seno e non si è neanche ingrossato. Significa che non potrò allattare il mio 2° bambino perché le ghiandole del latte non si sono sviluppate? Ringrazio anticipatamente per la disponibilità accordatami.

No, non si preoccupi. Non è necessario che lei avverta un inturgidimento del seno durante la gravidanza perché si formi il latte dopo il parto. aspetti tranquilla e vedrà che tutto andrà bene.

Rigurgita il latte in formula

Il bambino ha 22gg ed è allattato in parte al seno ed in parte con latte Formulat 1 Pregel. Quando mangia una quantità superiore di latte formulato, spesso e quasi subito lo rigurgita per buona quantità. Poi ha di nuovo fame, tende ad attaccarsi al seno, facendo si che la poppata si protragga per un tempo considerevole. Il problema, invece, non sussiste, allorquando l’allattamento avviene esclusivamente o quasi del tutto al seno.

Suo figlio probabilmente soffre di un lieve reflusso gastro-esofageo, che va molto meglio se il piccolo è allattato esclusivamente al seno, perchè il latte materno richiede meno acido per essere digerito.

Quantità di latte

Il mio bimbo ha 50 giorni volevo sapere se la quantità di latte che prende è giusta: prende il mellin 1 dai 120 ai 150 ml a poppata per 8 volte il giorno (ogni 3 ore). A volte non ce la fa ad arrivare a 3 ore ma ha fame prima devo per forza aspettare che siano passate le tre ore o glielo posso dare anche un pò prima? Un ultima domanda perchè il latte avanzato va sempre buttato via? La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità e per aver aperto questo sito che ritengo utilissimo avendo 2 bimbi. Grazie.

Evidentemente il suo piccolo ha bisogno di crescere più della media. Bisogna sempre fargli mangiare la quantità che vuole, ogni volta che ha fame, anche se non sono passate le fatidiche tre ore. Il latte che rimane può essere tranquillamente usato nella poppata successiva. Quella regola scritta sulle scatole serve a vendere più latte…

Primi segni di stitichezza

Il bambino da 2 settimane è passato dall’allattamento misto: latte materno + latte vaccino (Vivena 1) al solo latte materno o quasi (stiamo cercando con fatica di fargli bastare il latte di mamma) e da allora ha dato segni di stitichezza (cosa che prima non accadeva)non va di corpo per due tre giorni di seguito. E’ un problema?

Non è un problema di salute, perché non può avere conseguenze fisiche importanti. E’ però un potenziale disagio e perciò val la pena fare qualcosa di semplice e innocuo per darvi sollievo. Basta aggiungere del lattulosio (Laevolac sciroppo) un cucchiaino per ogni poppata artificiale e si ottiene il risultato di ammorbidire le feci senza effetti collaterali. La cosa può essere protratta per tutto il tempo che sembra necessaria senza neanche pericolo di assuefazione.

Più nutriente il latte vaccino?

Lorenzo assume solo 120gr di latte nell’arco della giornata, pesa 6.9kg ed è alto 66cm la pediatra imputa al poco latte assunto la sua scarsa crescita come mi devo comportare, posso provare a dargli il latte vaccino? Grazie.

Se il piccolo, malgrado il poco latte che prende, sembra essere vivace e in buona salute, sono molto dubbioso sul giudizio della pediatra. Un bambino sano sa regolarsi perfettamente col cibo. Il ritmo di crescita è diverso per ciascun bambino poi e non bisogna mai fissarsi sul responso della bilancia. Il latte vaccino può essere tranquillamente dato a un bambino dopo i sei mesi, ammesso che mangi regolarmente la carne.

L'importanza del latte materno

Gentilissimo dottore Albani, vorrei sapere quanto è importante il latte materno. Quali sono i vantaggi per il piccolo che viene allattato al seno?

Sarò molto sintetico, altrimenti dovrei essere troppo prolisso: il latte materno è molto importante, ma non è giusto farne una religione. A mio avviso, l’allattamento al seno deve essere un’esperienza positiva, serena. Se diventa un’esperienza faticosissima, frustrante, piena di ansia, non credo valga la pena persistere…

Il bambino non prende più il seno

Mio figlio Mattia, di 10 mesi e mezzo, è sempre stato allattato al seno senza alcun problema, e anche l’introduzione delle pappe è avvenuta in modo naturale, lasciando 2-3 poppate al giorno. Durante le vacanze di Natale siamo andati dai nonni qualche giorno, lui si è ammalato, quando siamo tornati aveva ancora febbre e mal di gola. Di colpo ha smesso di prendere il seno. Prima ho cominciato a darmi leggeri morsi e staccarsi, senza provare a succhiare, dopo qualche giorno di insuccessi ho provato in un momento in cui era più tranquillo e per un po’ di volte si è attaccato, ma mi sembrava che ciucciasse ‘debolmente’. Mi sono infatti poi accorta che ‘biascicava’ il capezzolo come un ciuccio, quindi non ha mai stimolato la produzione e ora credo di non avere più latte (i problemi sono iniziati ormai sei giorni fa). C’è qualcosa che posso fare? Vivo questo momento in maniera molto dolorosa, perché sento che è avvenuto in modo non naturale, come se fosse successo qualcosa. Infatti il bambino è nervoso, ha difficoltà ad addormentarsi come se gli mancasse quel momento, e ha ripreso a svegliarsi la notte piangendo anche per due ore consecutive inconsolabile (ma anche in quei casi non vuole attaccarsi). Grazie per il Suo aiuto.

Ogni distacco, non importa come avvenga, è doloroso e causa qualche turbamento, in ambedue, madre e bambino. Se si cercasse di evitare a un figlio qualsiasi sofferenza, gli si impedirebbe di crescere. Ciò che sta succedendo a lei è molto comune. E’ proprio così che un bambino abbandona spontaneamente il seno, appunto perchè “aiutato” da qualche episodio che lo fa “disamorare”. Lasci che passi questa fase, vedrà che il rapporto diventerà più maturo e godibile, se si fida…

C'è speranza che si riattacchi?

Il mio bimbo è nato di 35 settimane. Subito tirava benissimo dal mio seno,poi dopo un forte ittero il pediatra mi ha consigliato di dargli il mio con il biberon. Ora ha 24 giorni e dal seno tira pochissimo. C’è speranza che si riattacchi? P.S. cresce bene (800 gr in tre settimane).

Veramente non capisco la ragione del consiglio del suo pediatra, mi sembra proprio stravagante. Comunque ora, anche se tentare non nuoce, è improbabile che lei riesca a disabituare il suo piccolo dal biberon.

Come si aumenta la produzione di latte al seno?

Rudy quando è nato non si è voluto “attaccare”. Ha cominciato un poco al 2 mese. Nel frattempo ho tirato il latte, che è sempre stato pochissimo. Ultimamente non vuole più il seno. Io sono frustrata per questo. Volevo trasmettergli più anticorpi possibili. Come posso fare per aumentare la produzione del latte? Sono sempre in tempo? La produzione del latte, se non è stimolata dal bambino, fino a quanto dura? Vorrei dei chiarimenti e dei consigli (ho già usato il tiralatte,ma la produzione non è aumentata; circa 40-50 grammi). Grazie!

Cara Eleonora, come lei forse sa, io sono ovviamente un fautore dell’allattamento al seno. Tuttavia penso anche che persone che si trovano nella situazione nella quale è lei in questo momento possono cadere vittime di una certa “santificazione” del latte materno. Lei ha già fatto tutto ciò che poteva ragionevolmente fare per stimolare il seno a produrre il latte, ma suo figlio evidentemente ha avuto un forte “imprinting” con il biberon e non credo, per la mia esperienza, che lei possa convincerlo ora a riprendere a succhiare esclusivamente al seno. Conosco bene cosa si dice negli USA a proposito di latte materno, ma a me sembra che, come spesso succede agli statunitensi, si sia andato da un eccesso a un altro. Non si lasci trascinare nella disperazione se non riuscirà a portare a termine questo compito. Fare la madre è una cosa molto più complessa e importante.

Ha otto mesi e non vuole il seno

Mio figlio ha quasi 8 mesi e lo sto ancora allattando (oltre che svezzando). Mi pare che il mio latte stia diminuendo. Come mi regolo?

A quell’età per me lei potrebbe anche iniziare a dargli il latte fresco intero.

Cresce più di 200 grammi a settimana

Gentile Dottore, ho partorito una bimba il 29/05/02. Alla nascita pesava 2950gr, da quando è a casa il suo peso ha raggiunto i 3930gr, crescendo molto di più dei 150/200 gr a settimana. E’ forse sovralimentata? La ringrazio per la risposta.

Ma no, è molto più probabile che la bimba abbia ereditato delle dimensioni sopra la media e che perciò stia semplicemente seguendo il suo normale destino biologico. Ricordi che un bambino così piccolo non mangia mai per ingordigia.

Allergie alimentari

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Pelle secca e pruriginosa

Nel corpo soprattutto viso eczema pruriginoso. è nervosa e non dorme dalle prove risulta non allergica a ciò che mangia: latte di soia, pappine con brodo carote patate e finocchio, crema mais e tapioca per addensare, per reflusso gastro-esofageo e omogeneizzati di carne (coniglio agnello pollo tacchino).

Il problema cutaneo di sua figlia non è legato al reflusso e nessuno dei due problemi è causato da allergie o intolleranze alimentari. Può leggere a questo proposito i due articoli del mio sito che si occupano dei due argomenti, allergie alimentari e reflusso gastroesofageo, se davvero vuole risolvere il suo problema.

Ha la dermatite atopica a sei anni?

La mia bambina malata anche di D Atopica diffusa, riposa male la notte, accusa mal di testa, all’inizio le passa riposando ma ad oggi deve prendere la Tachipirina altrimenti l’attacco si associa anche al vomito. E una bambina molto sensibile e premurosa. Lei cosa farebbe al mio posto? Contatterebbe il centro cefalee dell’Osp. Meyer o aspetterebbe? Grazie per la sua gentilezza e per le sue risposte.

E’ piuttosto inusuale che un bambino di sei anni continui ad avere segni di dermatite atopica e che abbia tanto prurito da non riuscire a dormire bene. Secondo la mia esperienza, il disturbo di sua figlia (soprattutto i prurito) potrebbe avere una forte componente psicosomatica. Sarebbe giusto che un pediatra attento anche a questo aspetto valutasse il suo problema, prima di sentenziare che si tratta di una malattia fisica e che le venga prescritta una lunga cura a base di farmaci.

Dieta per allergici

Gentilissimo Dottor Albani, il mio bambino di un anno ha seguito fino a questo momento una dieta “da allergico”, in seguito ad un episodio di dermatite atopica quando aveva sei mesi. Da pochi mesi sto introducendo tutti gli alimenti in modo graduale, ma il bambino presenta, dopo circa un giorno dall’introduzione di ogni nuovo cibo, scariche di feci molli o piccoli rigurgiti, anche se mai sintomi importanti. Inoltre, quando aveva pochi mesi, aveva reagito con rigurgiti durati un paio di giorni, anche al cambiamento di marca di latte artificiale, poi tollerato perfettamente. Premetto che è sempre stato allattato con latte artificiale di derivazione vaccina e cresce bene (10.8 Kg e 77 cm di statura all’anno), e che soffre di quella che credo (e spero) sia diarrea cronica aspecifica. E’ allegro e molto vivace. Il mio dubbio è questo: esiste una sorta di adattamento dell’organismo all’introduzione di cibi nuovi? Perché o è allergico a tutto, oppure non è allergico a niente. Ci sono degli esami che mi consiglierebbe? E ancora: esiste un legame tra la diarrea cronica aspecifica e un singhiozzo ricorrente prima delle scariche molli? Andrea non ha comunque mai presentato altri sintomi di reflusso gastroesofageo, se non, neonato, un’interruzione molto frequente delle poppate per fare un ruttino e, a volte, l’alito un po’ pesante al risveglio. La ringrazio moltissimo di un’eventuale risposta e della sua magnifica opera di divulgazione, con informazioni di cui i neo-genitori hanno veramente tanto bisogno.

Suo figlio ha solo, forse, un caso lieve di reflusso gastro-esofageo, che non richiede trattamento. Per il resto, non mi sembra che lei debba preoccuparsi e pensare che possa essere allergico a qualche cibo, perchè i sintomi che mi ha descritto non sono affatto indicativi di tale disturbo. Gli faccia pure mangiare di tutto.

Dermatite, dipende dal latte materno?

Mia figlia manifesta i sintomi di quella che può definirsi, credo, una dermatite atopica: chiazze rosse secche e rugose sul collo e sulle guance soprattutto lateralmente. Come devo detergerle la pelle e che prodotti usare? può dipendere dall’alimentazione materna visto che è allattata al seno?

Io non credo, checché ne dicano molti miei colleghi, che il latte materno possa trasportare al bambini sostanze proteiche alimentari e causare così allergia nel bambino. La dermatite atopica, nella maggioranza dei casi, è soltanto un problema di pelle secca e delicata e non una reazione allergica. In genere, perciò, nei bambino con dermatite atopica consiglio di fare pochi bagni (uno-due alla settimana), con acqua e bicarbonato e con un cucchiaio di olio di vasellina. Solo il venti per cento dei bambini che soffrono di una forma molto estesa e cronica di dermatite atopica possono essere allergici a un cibo (e solo ad uno!). Ma questo si scopre molto facilmente durante lo svezzamento, perché i sintomi sono quasi sempre inequivocabili. Pertanto a lei conviene mangiare tutto ciò che vuole, senza restrizioni.

Bimba non cresce, diarrea e vomito

Gentilissimo dottore, le sottopongo un problema che forse finora ho sottovalutato. Ho una bambina di 15 mesi che negli ultimi 4 mesi ha alternato settimane con diarrea e vomito e settima senza. Frequenta il nido per cui assieme al mio pediatra pensavamo fossero solo forme virali. Ma ora mi rendo conto che la bimba non cresce nè in peso (9,5 Kg) nè in altezza (74 cm) e ha un pancino sempre un pò globoso… Sta mettendo i denti, ha risvegli notturni frequentissimi, e ha sofferto di dermatite. Non sarà mica allergica a qualcosa tipo glutine..? Grazie della sua collaborazione!

No, è molto più probabile che l’interpretazione data finora sia quella giusta. Il fatto che la sua piccola non cresca in questo periodo è quasi sicuramente dovuto proprio al fatto che, prendendo facilmente infezioni, il suo organismo non è nella migliore condizione. Aspetti il tempo buono e, durante la stagione calda, se ci sono deficit di crescita da recuperare, la cosa succederà senza problemi.

Altro

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Una febbricola che non se ne va

Da circa 15 giorni mio figlio, tutti i giorni presenta una temperatura di 37,5 senza alcun sintomo, per poi tornare normale verso le 21. Gli esami Emocromocitometrico e Ves risultano normali, non è presente mononucleosi, si evidenzia una lieve diminuzione del volume medio globulare:80,9. Il Viruxan non ha avuto effetto. A quali altri esami può essere sottoposto,quale può essere la causa? Desidero mettere in evidenza che dopo aver effettuato l’Engerix B Matteo si è ammalato frequentemente.

In situazioni come quella di suo figlio spesso non si riesce a trovare una causa precisa, forse perché non abbiamo gli strumenti o le conoscenze necessarie. Tuttavia, nella mia esperienza, spesso la cosa a cause banali, come l’eruzione di un dente e si risolve sempre da sola, senza terapie e senza complicazioni. La “tintura di tempo”, certe volte è la migliore medicina. Non credo affatto che il vaccino antiepatite possa aver causato il problema, che ritengo sia soltanto una coincidenza.

Un nuovo compagno, come dirglielo?

Sono separata dal marito da marzo 2002. Vorrei sapere come affrontare con il bambino l’arrivo di una nuova figura maschile di cui sono innamorata. La separazione è stata spiegata al piccolo (tutt’ora perché le domande non finiscono praticamente mai) in modo molto sereno.

Il fatto che lei sia innamorata e quindi contenta non può turbare suo figlio. Ciò che può metterlo in difficoltà è la lealtà verso il padre, che verrebbe messa alla prova nel doversi rapportare con una nuova figura maschile. Per facilitargli l’adattamento, basta che l’introduzione della nuova figura nella sua vita avvenga con gradualità e discrezione. Non importa che il bambino capisca subito che fra voi esiste un rapporto d’amore e il sesso. Ciò che importa è che non inizi all’improvviso fra lei e il suo nuovo compagno una convivenza. Inoltre sarebbe improprio che questi, per ingraziarsi il bambino, si mettesse a fare il “buon padre”, magari in competizione con quello vero. Nel migliore dei casi potrebbe diventare un amico, che sa stare al suo posto e che non costringa il bambino a entrare in ansia per paura di dimostrarsi sleale verso il suo vero papà. Spero di essermi spiegato.

Tremolio nel sonno

Da un mese a questa parte mia figlia durante il riposo sia diurno che notturno ha un tremolio del corpo ed in particolare del braccio destro della durata di 10/15 secondi. Il fenomeno avviene una- due volte nel periodo di riposo, quasi sempre nella fase iniziale (primi 5, 10 minuti) La bambina non assume alcun tipo di farmaco, non le sono state diagnosticate patologie nei primi tre anni, è vivace e tonica, non manifesta particolari problemi di alimentazione. Solo in una, o forse due circostanze abbiamo riscontrato tale fenomeno nella fase di veglia: la bambina era molto stanca e prossima ad addormentarsi. La manifestazione non sembra essere dolorosa.

Quei tremori o sussulti che avvengono nella fase di addormentamento o di quasi veglia si chiamano “mioclonie ipniche fisiologiche” e sono del tutto normali, anche se si presentano in alcuni bambini più che in altri.

Togliere il ciuccio?

Gent. dottore innanzi tutto grazie per avermi risposto. Il mio problema riguardava i risvegli notturni per il ciuccio. Sto provando a lasciarlo piangere da sei sere ma prima di addormentarsi urla tantissimo e la cosa non sembra migliorare. può dipendere dal fatto che di giorno è abituato ad addormentarsi con il ciuccio? Sono un po’ in ansia perché mi sembra di essere poco coerente a dargli il ciuccio di giorno e a non darglielo la sera… Adesso ha sei mesi, fino ai 4 non lo voleva e ogni volta che era stanco piangeva tantissimo, adesso che lo tiene si rilassa molto di più. Non so come gestirlo, so solo che la notte devo riuscire a dormire un po’… Mi scusi se la disturbo ancora ma non so a chi chiedere consiglio e non ho nessuno che mi aiuti. Grazie.

Normalmente io consiglio di togliere il ciuccio a un bambino che stia compiendo i tre anni e non ricordo per quale ragione le abbia suggerito di toglierlo a suo figlio così precocemente. E’ ovvio poi che, se glielo concede di giorno, il piccolo non può capire come mai proprio la notte, quando ne sente di più il bisogno lei glielo neghi. Se la ragione per cui voleva evitare il ciuccio di notte persiste, allora le conviene evitarlo anche di giorno. Se invece ci siamo capiti male nella corrispondenza precedente, conceda pure il ciuccio a tutte le ore a suo figlio. Ma non gli conceda di rovinare il suo sonno per mesi: quello è un abuso che si può tollerare, a mala pena, soltanto nei primi tre o quattro mesi, non dopo.

Testa cresciuta troppo?

Durante la gravidanza durante il colloquio per l’amniocentesi mi è stato consigliato un esame per la ricerca dell’x fragile per presenza nel ramo materno di 2 cugini con ritardo mentale. L’esito è stato che una x era appena sotto la soglia di mutazione (zona grigia). Pertanto il rischio rientrava nella comune soglia di rischio della popolazione. In una recente visita di controllo il mio pediatra mi ha consigliato una visita dallo neuropsichiatra infantile in quanto ritiene che la testa sia cresciuta troppo (cm 50,2) ed il peso sia troppo elevato (13.5 kg.). Inoltre il bimbo (15 mesi, altezza 78 cm.) presenta un po’ di difficoltà nel camminare, si tiene per una mano (non ha mai gattonato). Sono sintomi associati all’x fragile, ritiene opportuno un test dna anche sul bimbo? Potrebbe essere utile un corso psicomotorio? Grazie.

La circonferenza cranica del suo piccolo è al 97° centile, come lo è il peso. La statura invece è, se è stato misurato accuratamente con un “infantometro” in posizione orizzontale, al 50° centile. Si tratta quindi di misure nei limiti normali. Ciò può voler dire soltanto che il bambino ha un’ossatura “forte” e che è molto robusto, cosa che potrebbe essere stata ereditata da una delle due famiglie d’origine. Ciò che sospetta il pediatra è molto poco probabile, sebbene a questo punto valga la pena escluderlo, per togliervi la classica “pulce dall’orecchio”.

Telarca, cos'è?

A mia figlia di 16 mesi durante una visita di routine è stato diagnosticato un telarca monolaterale. Il pediatra mi ha suggerito di aspettare un mese per vedere se scompare. Lei cosa ne pensa

Credo la diagnosi sia impropria. Il telarca è la prima manifestazione della pubertà sulla ghiandola mammaria e, a 16 mesi, mi sembra un po’ azzardato parlare di pubertà, che, nel più precoce dei casi, comincia a sette, otto anni. E’ più probabile che la sua piccola abbia un abbozzo di ghiandola molto sensibile a piccole quantità di estrogeni contenute in qualche cibo (carne soprattutto) che ha mangiato nei mesi precedenti. Faccia attenzione alla carne, soprattutto al pollo, che le dà da mangiare.

Sudamina, che fare?

Gent.mo Dott. Albani, il mio bambino in questo periodo di grande caldo suda moltissimo soprattutto in testa, ho già provveduto a tagliare i capelli molto corti, ma gli i sono arrossate e riempite di bollicine la cute della testa, intorno alle orecchie, la fronte e il collo, lavandolo abitualmente lo shampoo gli brucia e piange, che prodotto devo utilizzare per decongestionare? La ringrazio moltissimo.

Impacchi con una soluzione di bicarbonato. Tenga inoltre il bambino il più possibile scoperto, nudo se necessario e usi l’aria condizionata se ce l’ha.

Succhiare il pollica fa male?

Gentile dott. Albani, cosa ne pensa riguardo ai bambini che usano il dito pollice per addormentarsi o appena si annoiano lo usano? E’vero che potrebbe rovinare la dentatura? Mia figlia ha sedici mesi, sarebbe giusto cercare di toglierle questo vizietto? Grazie.

Penso che hanno tutto il diritto di succhiarsi il pollice quando vogliono almeno fino ai tre, quattro anni. Penso che ciò li rende indipendenti dalla mamma per consolarsi. Soltanto se questo vizietto persiste oltre il quinto, sesto anno di vita può causare qualche problema all’allineamento dei denti. Ma a questo, se fossi in lei, penserei soltanto al momento in cui si arriva a quell’età.

Sublussazione della rotula

Mia figlia quando cammina ha una sub lussazione della rotula e una volta è rimasto bloccato il ginocchio. Le è stata fatta un’infiltrazione con marcaina per sbloccarglielo. La rsmn ha evidenziato un condromalacia. Premetto che la bimba è alta 146cm e pesa 30kg. Sarei lieta di avere un suo consiglio anche perché non capisco come mai facendo danza non le succede. Cordiali saluti.

Il problema di sua figlia è forse dovuto a un cattivo allineamento della rotula rispetto al femore, cosa abbastanza comune. La conseguenza immediata di questo problema anatomico è proprio quello che è successo alla sua piccola e cioè la sublussazione ricorrente dell’articolazione fra il femore e la rotula. Col tempo però, in età adulta, questo problema potrebbe portare ad un’infiammazione dell’articolazione stessa e quindi a dolore e difficoltà nell’esercizio fisico. In quel caso si potrebbe rendere necessario un intervento chirurgico. Per fortuna oggi questo tipo di intervento diventa sempre più semplice ed efficace e, nel caso sua figlia dovesse averne bisogno, avrà solo l’imbarazzo della scelta.

Stitichezza, cosa fare?

Da una settimana la mia bimba di 3 mesi soffre di stitichezza, cioè sta 2-3 giorni senza scaricare. la pediatra mi ha consigliato le supposte di glicerina, ma con che frequenza si possono usare? da che cosa dipende la stitichezza?

E’ allattata al seno o artificialmente? Nel primo caso non si preoccupi e non faccia nulla, neanche se la bimba sta più di una settimana senza farla, perché non c’è alcun pericolo. Nel secondo caso, aggiunga al latte un cucchiaino di Laevolac ad ogni poppata. E’ innocuo e funziona. Le sconsiglio invece l’uso delle supposte perché causano assuefazione. La stitichezza non è una malattia e le sue cause sono poco chiare anche a noi medici.

Sovrappeso, cosa fare?

Cosa posso fare per il mio bambino in sovrappeso?

Il sovrappeso è un problema molto complesso, che viene sempre dal mangiare di più di quanto si dovrebbe. Questa abitudine è in genere incoraggiata dall’ambiente (genitori, nonni, amici, televisione ecc.) e una volta che si è stabilita è difficile da mandar via. ci sarebbe bisogno di un cambiamento radicale di tutte le persone che stanno intorno al bambino e sarebbe necessario che tutti dessero il buon esempio. Il cibo purtroppo oggi è usato da moltissimi come un divertimento e una consolazione e diventa perciò una specie di tossicodipendenza.

Si può usare il girello?

Gentile Dottore, vorrei sapere cosa ne pensa dell’uso del girello. La mia bambina di 6 mesi non sa ancora stare seduta, però vorrebbe sempre stare in braccio, “cavalcare” sulle nostre ginocchia oppure “camminare” sul tavolo, sorretta sotto le ascelle. Io ho sempre pensato che il girello fosse uno strumento che tiene il bambino in una posizione innaturale, ma mi sto chiedendo se invece non possa assecondare il desiderio della mia bimba di spingere con le gambine. Lei cosa mi consiglia? Grazie.

Il girello è comodo e non fa male. Cioè non può danneggiare le gambe o la schiena, contrariamente a quanto dicono molti. Può però causare incidenti, come cadute dalle scale o impatti contro oggetti sporgenti. Una volta assicuratisi che questi incidenti sono prevenibili, non c’è alcuna ragione di esitare.

Rumori di schiocco alle gambe

Gentilissimo Dottore, mi permetto di rivolgermi a lei per un consiglio importante. Nonostante abbiamo appuntamento con la pediatra tra qualche giorno desidero avere anche un suo parere poiché riguardo a eventuali malformazioni del mio bambino sono molto spaventato (abbiamo perso il primo figlio dopo pochi giorni dalla nascita a causa di malformazioni). Il nostro Francesco ha tre mesi di vita da compiere tra qualche giorno e fin da quando e’ tornato a casa dall’ospedale abbiamo notato che nel sollevarlo per cambiare il pannolino prendendolo per le gambine (all’altezza del polpaccio) si sentiva “rumore” di ossicine che si muovono. Scrivo “rumore” poiché in realtà non lo si sente con l’orecchio ma lo si sente al tatto proprio come movimenti delle ossicine presumo della caviglia. Fino a qualche giorno fa non abbiamo dato importanza alla cosa poiché pensavamo fosse normale in quanto le ossa non sono ancora ben formate (so che sono poco calcificate), ma l’altro giorno abbiamo scoperto che questo “rumore” proviene dalla sola gamba di sinistra, e che si verifica anche in altre condizioni, tipo prendendo tra le dita la caviglia, si sente come rientrare un ossicino, oppure tenendo una mano sulla pianta del piede mentre Francesco spinge si sente il solito “rumore” di ossa. Stessa cosa palpando il polpaccio. Così da quando abbiamo visto che una gamba lo fa e l’altra no ci siamo piuttosto preoccupati, anche pensando che la caviglia e’ una articolazione che servirà a sostenere il suo corpo per tutta la vita. Desidererei sapere, se le è possibile rispondermi, se può trattarsi di una cosa grave e quali esami eventualmente fare e se e quali cure eventualmente sono possibili. La ringrazio anticipatamente.

Di solito i rumori di scatto che si sentono nelle gambe dalla caviglia in su sono dovute allo schiocco di un tendine su una sporgenza ossea durante i movimenti o le manipolazioni. Se il piccolo muove le gambine normalmente non credo che ci si debba preoccupare e soprattutto non lo sottoporrei ad eventuali radiografie a meno che non ci sia un’ipotesi precisa e fondata per farlo.

Pollice a grilletto

Ci siamo accorti solo adesso che il bambino ha l’ultima falange del pollice sinistro bloccata in posizione piegata. Fino ad ora, siccome il bimbo teneva prevalentemente le manine a pugno non ci eravamo accorti di nulla. Una volta infilando un golfino il dito ha fatto uno scatto e si è normalizzato per qualche minuto, poi è tornato a bloccarsi. Quale potrebbe essere la causa di questo piccolo disturbo e quale il rimedio?

E’ un fatto congenito, si chiama pollice a grilletto e va seguito da un chirurgo pediatra (non perché necessiti sicuramente di un’operazione!).

Piange fino a diventare blu

Mia figlia ha 14 mesi e un bel caratterino. Sin da piccolina ogni tanto ha avuto delle crisi di pianto durante le quali rimaneva senza fiato per qualche secondo e diventava un po’ cianotica intorno alla bocca. Oggi però durante una di queste crisi non riprendeva fiato ed era quasi svenuta. Ho fatto già due elettrocardiogrammi uno a tre mesi e uno a 9 per controllo dal quale risulta un piccolo soffio innocente del quale hanno detto di non preoccuparmi. Devo fare qualche accertamento? Da cosa può dipendere e soprattutto cosa posso fare per farla riprendere quando rimane senza fiato?

Non si preoccupi, a sua figlia non avverrà mai niente di serio quando vi ricatta con queste scene. Semmai voi rischiate di diventare suoi schiavi, se vi fate spaventare troppo dai suoi isterismi.

Perchè scuote la testa?

Alice (otto mesi) da un paio di giorni è nervosa e a tratti piange (per lei che è tranquilla è strano!). L’unica cosa ricorrente è che strizza gli occhi e scuote la testa (le orecchie sono a posto). Cosa potrebbe essere a procurarle fastidio?

Potrebbe essere l’eruzione di un dentino a darle fastidio. Se la notte non dorme bene, provi a darle una dose di 250 mg. di paracetamolo. E’ del tutto lecito darglielo di tanto in tanto per un dolore che non la fa dormire.

Morte in culla, un monitor?

Sto usando Angelcare di Foppapedretti (un sistema che permette di sentire i movimenti respiratori del piccolo durante il sonno). Per una settimana tutto bene, poi per due volte in due notti è suonato l’allarme che indicava la mancanza di movimenti respiratori per oltre 20 secondi. L’allarme si è poi spento da solo entro 1-2 secondi perché ricominciava a sentire i movimenti della bimba. La cosa mi ha molto allarmata ma non so che provvedimenti prendere: è un caso di apnea notturna? la mia pediatra dice che i bimbi hanno dei momenti nel sonno in cui vanno in apnea. 20 secondi è un periodo normale di apnea? può essere la conseguenza di un sonno molto profondo? dato che è successo in notti in cui la bambina dormiva per circa 6 ore continue. il fatto che la bimba preferisca dormire a pancia sotto o su un fianco potrebbe essere determinante? Grazie.

In realtà, un’apnea che vada avanti davvero per più di 20 secondi, in un bambino di due mesi, potrebbe essere preoccupante. E perciò continuerei ad usare il sistema che mi ha descritto, per sicurezza. Tutti gli esperti del mondo oggi consigliano di non mettere a dormire un lattante di meno di sei mesi in posizione a pancia in giù (prona), perchè è quella più comunemente associata alla morte in culla. Anche se la sua piccola sembra preferirla, io la eviterei senza dubbi.

Lingua a carta geografica

Salve, una curiosità…di cosa si tratta la cosiddetta “lingua a carta geografica”? La pediatra ha diagnosticato questa “infezione” al nostro bambino di 7 mesi che presenta sulla lingua delle zone con confini biancastri ben netti il tutto accompagnato da scarso appetito… Premetto che è in piena dentizione (gli stanno per spuntare i dentini superiori) e assume vitamine A, B tutto il complesso e D. Grazie per la gentile risposta.

Nessuno finora ha spiegato con chiarezza da cosa derivi il fenomeno che lei descrive, che in genere scompare spontaneamente, dopo molti mesi o anni. Comunque non è vero che esso provochi fastidi o inappetenza, che credo siano del tutto slegati e forse dovuti al clima afoso. Non se ne preoccupi e non tenti di far mangiare suo figlio contro voglia.

Leucomalacia, cos'è?

Ho un nipotino maschio nato il 5/12/02 con parto spontaneo alla 27° sett. Gli è stato diagnosticata (tramite ecografia – no R.M. perché intubato, ora respira con ossigeno in culla) una iniziale bilaterale Leucomalacia periventricolare a livello del 3° medio del ventricolo laterale. E’ davvero una malattia invalidante? Che probabilità ha di avere una vita normale? Esistono centri specializzati per la cura in Italia o all’estero? Cosa si può fare? Attualmente è ricoverato presso un ospedale pediatrico di Milano. Spero vivamente di poter leggere una sua autorevole risposta. La ringrazio in anticipo per la sua attenzione. Una nonna in attesa.

Se la lesione è estesa, vuol dire che parte della sostanza bianca del cervello, quella cioè che sta all’interno della corteccia (che non è coinvolta) dove avvengono i collegamenti fra i vari centri importanti, potrebbe non funzionare bene e provocare possibilmente degli handicap. Tuttavia, le potenzialità di compenso di un bambino appena nato sono molto elevate e non è detto che la cosa causi problemi rilevanti. Bisogna aspettare e osservare, per capire se il suo nipotino avrà problemi importanti o no. una volta che si sia capita la tendenza, si dovrà eventualmente intervenire con cure riabilitative. A Milano esiste l’istituto Besta che in questo senso è molto buono.

L'unghia si è staccata

Mio figlio Matteo, 18 mesi, si è schiacciato l’ultima falange del dito indice destro tra la porta e lo stipite, e l’unghietta e’ diventata prima rosso scura poi bluastra; a distanza di 20 giorni si sta staccando, ed ora è attaccata lievemente solo alla base; devo fare qualcosa di particolare per facilitare il distacco e la ricrescita dell’unghia?

No. Aspetti che si stacchi da sola, magari coprendola con un cerottino per evitare che, sbattendo contro un ostacolo, possa causare dolore. La ricrescita dura circa sei mesi, qualunque cosa si faccia o non si faccia.

Ipertono e danno neurologico

Al bambino fin dai primi mesi è stato riscontrato un ipertono agli arti inferiori e superiori. Oggi a nove mesi l’ipertono interessa solo gli arti inferiori ed il piccolo fatica a rimanere seduto da solo. E’ seguito da una fisioterapista che gli insegna i movimenti. Chiedo se passerà l’ipertono, quali conseguenze potrebbe avere e cosa possiamo fare per aiutare il bambino. Grazie.

Cara signora, un tono muscolare eccessivo, accompagnato da un lieve ritardo motorio, è il segno che suo figlio ha forse sofferto di un lieve danno cerebrale per qualcosa che è avvenuto o prima o durante la nascita. Questo danno deve essere valutato dal neurologo ed è tale specialista che deve darle tutte le informazioni perché lei possa capire e valutare il problema di suo figlio, per poi sapere come curarlo e quando il suo ipertono potrà passare. Sia molto determinata nel chiedere informazioni allo specialista e non si faccia chiudere la bocca dai medici che non parlano.

Il frenulo linguale si taglia?

Buongiorno dottore sono mamma di Andrea 5 anni. Andrea ha il frenulo linguale breve, premetto parla bene e mangia senza difficoltà, il chirurgo dice che è da tagliare, ma io sono perplessa, poichè non ha problemi, a parte la pronuncia della lettera r. E’ così indispensabile operare, se non lo facessi avrebbe problemi crescendo. Grazie. Distinti saluti.

Non è quasi mai necessario tagliare il frenulo linguale. E’ da decenni che ciò è risaputo e mi meraviglio che ancora ci siano chirurghi che consigliano questo intervento.

Il frenulo linguale corto

Il mio bambino è nato con il filetto della lingua corto. Ora ha quattro mesi, è da operare? Se sì, quando?

Il frenulo della lingua non si opera quasi mai al giorno d’oggi. Chi suggerisce di fare una cosa del genere con leggerezza è solo incompetente e arcaico.

I termometri laser sono buoni?

Ho una bambina di diciotto mesi alla quale è impossibile misurare la temperatura cin i termometri tradizionali. Ha sentito parlare di quelli a raggi laser che si “sparano” sul pancino o sulla fronte? Non quelli per orecchio di cui ho verificato l’inefficacia. P.S. siccome sono molto costosi, circa 50-60 euro, volevo prima sapere la sua opinione. Grazie.

Non è poi così importante ottenere una misurazione precisa della temperatura, perché la febbre alta non è causa di danni cerebrali come molti pensano. Mi viene nostalgia di quando mia madre “misurava” la mia temperatura premendomi le labbra sulla fronte. Bastava.

I capelli che cadono

Gent. Dott. ho notato che mio figlio tende a perdere i capelli. Non ha chiazze di alopecia e sembra li perda in modo uniforme da tutta la testa che tuttavia appare normalmente ricoperta. E’ normale che un bimbo di 5 anni perda i capelli e quanti capelli può perdere in un giorno senza che la cosa diventi patologica? Soffre spesso di infezioni alle alte vie respiratorie e quindi prende medicinali abbastanza spesso (antibiotici, 2 volte Bentelan, mucolitici e aerosol), può esserci una relazione? La ringrazio e le porgo distinti saluti.

Finché i capelli che cadono vengono sostituiti con nuovi capelli e la foltezza rimane la stessa, non esiste un problema.

Helicobacter, cos'è?

Che cos’è il batterio helicobacter pilori, come si contrae e dove si trova? Grazie.

E’ un batterio che può provocare gastriti e ulcere del duodeno e, raramente, ulcere dello stomaco. Se non trattato per molti anni, può provocare il cancro dello stomaco. Si trasmette, probabilmente, con cibi contaminati da residui fecali. Si diagnostica con esami delle feci o con la biopsia di mucosa durante la gastroscopia. Oggi, per fortuna, si cura definitivamente con antibiotici e con antiacidi particolari.

Ha molto cerume

Gentilissimo Dottore torno a scriverle per quello che può sembrarle una sciocchezza,ma Le assicuro a me crea imbarazzo:la mia bambina ha parecchio cerume nelle orecchie ed ogni volta che dalla pediatra facciamo i controlli mi vedo la sua faccia cambiare espressione e poi dire che ha le orecchie molto sporche e non riesce a vedere. La mia bimba non ha nessun dolore ma la Dott.ssa non mi da mai nessun consiglio per come pulirle. Allora, sono io che non riesco a pulirle o è normale. Mi creo problemi anche perché spesso io ho una infiammazione dell’orecchio esterno che a volte non mi fa sentire bene e mi da dolore,e non vorrei che possa succedere anche a lei. La ringrazio anticipatamente.

Produrre molto cerume non è una malattia. Per tentare di pulire un po’ meglio il canale uditivo, consiglio di instillare un paio di gocce di olio di vaselina tiepido in ambedue le orecchie due volte alla settimana.

Epatite C, come si gestisce?

13 anni fa a seguito di un nefrite mia suocera ha subito un trapianto renale, in seguito al quale ha contratto (non conosco bene le circostanze) l’epatite “C”, ma lo abbiamo saputo solo ora. Come si manifesta l’epatite “C”? Da dei sintomi? Possiamo esserci contagiati anche noi considerato che mia suocera abita nell’appartamento sotto al ns? E poi mio figlio può avere qualche problema ai reni? (Premetto che a 5 mesi mio figlio ha effettuato un ecografia renale a seguito di una infezione urinaria, dove tutto era a posto. La ringrazio di cuore per la sua infinita gentilezza.

E’ difficile che l’epatite C si trasmetta solo per contatto diretto. In genere è necessario una trasfusione o altro contatto di sangue. comunque conviene a voi tutti fare un’analisi per escludere che siate stati contagiati. L’epatite C purtroppo non causa quasi mai dei sintomi evidenti, ma può portare lentamente alla cirrosi epatica. Perciò conviene diagnosticarla presto. Chi ce l’ha in fase attiva farebbe bene a curarla con dei medicinali prescritti dall’epatologo.

Enuresi?

A fine giugno compirà 5 anni: non riesce ancora a trattenere la pipì di notte perché dice di non avvertire lo stimolo e non si accorge nemmeno di essere bagnata quando è scappata; se la svegliamo la fa, altrimenti dalle 21 alle 7, sono 2,3 pipì. E’ normale? perché non sente che “arriva” e non si sente bagnata da tanto che dorme? Come possiamo aiutarla a “crescere”? Grazie.

A cinque anni non è anormale fare ancora la pipì a letto. Anche in seguito a molti bambini capita di continuare a farla, soprattutto per motivi ereditari legati alla carenza momentanea di un ormone che si chiama “antidiuretico”. Quando questo ormone comincia ad essere prodotto in maggior misura durante la notte, il problema si risolve spontaneamente. Talvolta questa maturazione avviene dopo i dieci anni. E’ possibile, in ogni caso, dare ai bambini che cominciano ad essere molto imbarazzati della cosa un prodotto contenente l’ormone, che si somministra per via nasale.

Enuresi notturna, cosa fare?

Salve, vorrei esporle il problema della mia bambina che soffre di enuresi notturna essenziale, poiché non è associata ad altri sintomi (ho letto la sua spiegazione e spero di aver interpretato bene). Nel 1995 il pediatra mi ha consigliato una ecografia renale dalla quale risultavano “NON ASPETTI PATOLOGICI EVIDENTI”. Sempre il pediatra mi ha consigliato, ma non ricordo in quale anno, l’uso dello spray nasale MINIRIN/DDAVP che ha fatto effetto in maniera discontinua durante la somministrazione. Alla fine del trattamento si è ripresentato subito lo stesso problema. Poiché ho avuto timore a somministrare ancora il medicinale, ho deciso di non ripetere la cura e tra un imbarazzo e l’altro, siamo arrivati a 11 anni senza aver risolto il problema, fidandoci del consiglio della nonna che sostiene che passerà da solo. La nonna racconta anche che capitava spesso anche a lei da piccola di bagnare il letto. Anche il papà dice che a lui è capitato più volte da bambino. Fatto sta che siamo costrette io e la bambina a svegliarci ogni tre ore la notte per non bagnare il letto, ed inoltre siamo inseparabili, perché si fida solo di me. Spero di non essere stata troppo prolissa e di averle detto il necessario. A proposito, gli ultimi esami dell’urina sono a posto e risalgono a circa tre mesi fa, quando la scuola di mia figlia ha partecipato ad uno screeninig di prevenzione delle malattie renali. Adesso vengo a sapere da una amica che lei professore ha risolto il problema del suo bambino con la somministrazione del COMBANTRIN, individuando il problema della presenza di OSSIURI nell’intestino. Mi chiedo allora se anche per mia figlia potrebbe essere questa la soluzione. Cosa mi consiglia di fare? La ringrazio di cuore per l’attenzione che vorrà dedicare al nostro problema e resto in attesa di una sua preziosa risposta.

E’ difficile che il problema di sua figlia sia analogo a quello del bambino a cui ho prescritto il Combantrin. La sua sembra un’enuresi di origine ereditaria e forse la nonna ha ragione ad affermare che passerà da sé. Nel frattempo, per evitare alla bambina imbarazzi e difficoltà pratiche, potrebbe usare tranquillamente il Minirin, che non ha effetti collaterali, anche se usato a lungo. Perché funzioni sempre deve fare attenzione al fatto che venga inalato con il naso ben libero da secrezioni. Quindi è meglio pulirlo prima con soluzione fisiologica e poi, dopo averlo soffiato bene, inalare uno spruzzo per narice.

Encefalite erpetica e varicella

Ho un bambino che all’età di 15 giorni di vita ha contratto la meningo-encefalite herpetica (herpes simplex tipo 2) con convulsioni. Adesso ho un grosso problema da risolvere (tra i tanti ….) il bambino sta frequentando la scuola materna (oggi ha 3 anni)e qui si sono verificati dei casi di varicella. Mi è stato detto che per lui questa malattia è pericolosa, di non mandarlo più a scuola perché se il bambino fosse contagiato sarebbe pericoloso in quanto non si sa come l’affronterebbe visto che l’herpes è della stessa famiglia della varicella. Vorrei sapere da lei qualcosa in più, se veramente devo tenere il bambino lontano dagli altri bimbi e se nel caso prendesse la varicella come mi devo comportare? e’ così pericolosa veramente? Cosa gli può succedere? E’ il caso di vaccinarlo? (il bimbo ha fatto solo vaccinazioni obbligatorie a virus ucciso). La prego mi dia una risposta su quello che devo fare e come mi devo comportare perché sto veramente impazzendo con questa storia. La ringrazio tanto e attendo impaziente una risposta.

Le stanno dando informazioni errate, cara signora. Il fatto che suo figlio abbia sofferto di encefalite herpetica non significa che egli sia particolarmente vulnerabile a tutti i virus della famiglia dell’Herpes. E’ solo stato molto sfortunato a subire quella complicazione, dovuta a un’infezione neonatale contratta probabilmente dalla mamma portatrice. E’ una solenne stupidaggine dire che egli non possa fare i vaccini con i virus vivi e attenuati, come quello triplo (antimorbillo-rosolia.parotite) o quello contro la varicella. Una conclusione del genere è degna della più nera ignoranza nel campo delle vaccinazioni e della immunologia. Perciò io non avrei alcuna esitazione a fare i vaccini di cui sopra, per non esporre il bambino a pericoli ben più concreti di quelli, inesistenti, che lei finora, mal consigliata, ha paventato.

Dotti lacrimali stretti

Mio figlio è nato con entrambi i dotti lacrimali chiusi. Un dotto si è aperto verso i 5 mesi mentre uno ancora oggi a 11 mesi è chiuso e secerne liquido giallo, alla mattina per aprire l’occhio bisogna bagnarlo ripetutamente. Se faccio una terapia di antibiotico per curare tosse l’occhio sembra guarito ma poi ricomincia. Vorrei sapere cosa posso fare.

Attenda ancora con pazienza, si aprirà bene anche il dotto lacrimale dal lato peggiore. Non lo faccia operare, per carità. Io ho visto questo problema, tutto sommato banale, risolversi sempre spontaneamente.

Dolori di crescita?

Da circa un paio di anni mia figlia Marta di 6 anni lamenta a periodi variabili (15 gg., una volta al mese ecc.) soprattutto di sera un dolore al ginocchio destro, talvolta anche al sinistro, che al mattino seguente quasi sempre scompare. Le prime volte, un paio di anni fa, di notte soprattutto i dolori erano abbastanza forti, ultimamente sono più leggeri. E’ stata visitata da un ortopedico pediatra lo scorso anno che non ha riscontrato nulla di particolare. Tuttavia di tanto in tanto questi dolori ricompaiono. E’ il caso di preoccuparsi e fare altre indagini o posso stare tranquillo. Gradirei un suo parere. Ringraziando porgo distinti saluti.

Visto che i dolori non sono accompagnati da gonfiore, rossore, febbre, malessere generale, non sembrano indicare la presenza di un’artrite. Perciò credo che il collega ortopedico abbia fatto bene a rassicurarla. Che spiegazioni dare allora? Spesso questo sintomo nei bambini rimane di origine misteriosa.

Dito a scatto, cosa fare?

Ad Alessandro è stato riscontrato il “dito a scatto”. A quale età sarebbe opportuno intervenire chirurgicamente? Grazie anticipatamente.

Dipende esclusivamente da quanto il fenomeno disturba la funzione (presa e forza) del pollice e dall’eventuale dolore. Se non ci sono disagi, l’operazione va ritardata e talvolta persino evitata.

Convulsioni senza febbre

Buon giorno Dottore, volevo sapere se le convulsioni febbrili, quando arrivano, possono manifestarsi solo in presenza di febbre oppure ci possono essere delle crisi anche in assenza di sbalzi di temperature. Grazie mille Lucia.

Le convulsioni febbrili si verificano solo in presenza di febbre. Se una convulsione avviene in assenza di sbalzi di temperatura corporea, è necessario fare accertamenti per escludere altre cause, come l’epilessia o danni neurologici, magari lievi, verificatisi alla nascita o prima.

Convulsioni febbrili, come prevenirle?

Mio figlio Mauro ha avuto tre episodi di convulsioni febbrili (16, 18 e 23 mesi) tutte con diagnosi di febbre alta 38,5-39 a seguito di otite e faringite. Le chiedo fino a quando c’è il rischio di convulsioni? Che trattamento preventivo consiglia per evitare altri episodi? Il vaccino antipneumococco potrebbe eventualmente essere utile o correrebbe il rischio di avere febbre alta a seguito di iniezione. Mauro ha 25 mesi.

Innanzitutto tenga presente che, malgrado le convulsioni febbrili siano molto brutte da vedere, non causano mai danni al cervello né la morte. Perciò è da circa trent’anni che i neurologi pediatri di tutto il mondo hanno deciso che non sia giusto fare una prevenzione delle convulsioni con un antiepilettico. Ogni alttro tentativo di prevenzione è in genere parziale e poco efficace, inclusi i clisterini di Micronoan, che vengono prescritti essenzialmente per rassicurare i genitori. Si faccia coraggio e stringa i denti, in genere la convulsioni febbrili si verificano fino al terzo anno di vita, eccezionalmente fino al quinto. Se fossi in lei, farei senz’altro il vaccino antipneumococcico, a prescindere da ogni altra considerazione.

Come togliere il ciuccio?

Preg.mo dott. mio figlio (di quasi tre anni) per addormentarsi il pomeriggio e la sera ricorreva al ciuccio, la settimana scorsa, approfittando del fatto che si era perso, sono riuscita a fargli capire che ormai è grande e il ciuccio non serve più, ma dopo i primi due giorni quando pensavo di essere riuscita in questa grande impresa è tornato a farsi la pipì sotto, aggiungo che il pannolino non lo porta più da 6-7 mesi. A questo punto non so come mi devo comportare. Forse non era ancora pronto? Cosa mi consiglia ? La saluto e la ringrazio per la disponibilità.

Non torni indietro col ciuccio. Piuttosto metta la bambino il pannolino di notte finché non smette di farla. Questo non è un rischio. E’ solo una soluzione pratica. In poco tempo smetterà anche questo vizietto.

A due anni non parla

Mio figlio ha quasi due anni (il 24.12.2002) e a parte mamma, papà, bau bau, da-da, la-la etc., pur comprendendo tutto ciò che si dice, anche frasi abbastanza complesse, si ostina a non voler parlare se non a gesti o suoni/versi. Egregio dottore, vorrei sapere se è normale tale situazione e cosa posso fare per migliorarla. Grazie.

I maschi sono spesso più interessati a fare che a parlare. L’importante è che il piccolo capisca ciò che gli si dice, perché ciò dimostra che il suo udito e le sue capacità intellettive sono normali. Questi strumenti lo porteranno, a suo tempo, a parlare normalmente. Ci conti.

A che età gli occhiali da sole?

Vero o falso? Gli occhiali da sole sono controindicati nei bambini fino ad un anno di età? Grazie.

Falso. Tuttavia è difficile far accettare ad un bambino piccolo di indossarli e non vale la pena imporli con forza.

A 5 anni fa ancora la pipì a letto

A fine giugno compirà 5 anni: non riesce ancora a trattenere la pipì di notte perché dice di non avvertire lo stimolo e non si accorge nemmeno di essere bagnata quando è scappata; se la svegliamo la fa, altrimenti dalle 21 alle 7, sono 2,3 pipì. E’ normale? perché non sente che “arriva” e non si sente bagnata da tanto che dorme? Come possiamo aiutarla a “crescere”? Grazie.

A cinque anni non è anormale fare ancora la pipì a letto. Anche in seguito a molti bambini capita di continuare a farla, soprattutto per motivi ereditari legati alla carenza momentanea di un ormone che si chiama “antidiuretico”. Quando questo ormone comincia ad essere prodotto in maggior misura durante la notte, il problema si risolve spontaneamente. Talvolta questa maturazione avviene dopo i dieci anni. E’ possibile, in ogni caso, dare ai bambini che cominciano ad essere molto imbarazzati della cosa un prodotto contenente l’ormone, che si somministra per via nasale.

Asma bronchiale allergie respiratorie

Nascosto
L'asma è ereditaria?

Buongiorno sono Margherita, sono mamma di una bimba di 8 1/2 mesi. Io da piccola ho sofferto di asma bronchiale risolta poi all’età di 10 anni. Potrebbe la mia bimba avere lo stesso problema? Grazie.

Sua figlia ha solo poche probabilità più di qualunque altro bambino di sviluppare l’asma. La cosa dipende anche da un’eventuale tendenza del papà allo stesso problema. Comunque, contrariamente a ciò che si sente spesso dire oggi, lei non può fare nulla per cambiare le cose, sia con diete che con altre attenzioni.

Il montelucast funziona?

Mio figlio soffre d’asma da 5 anni. e da ottobre prende il Singulair che funziona abbastanza bene (2 episodi ad oggi). Quali sono gli effetti a lungo termine del farmaco? E’ vero che con la pubertà le cose dovrebbero migliorare? Che ne pensa delle terapie omeopatiche per l’asma? Grazie mille.

Per fortuna, il Singulair non ha effetti rilevanti a distanza. E’ vero che, in genere, la pubertà fa migliorare le allergie. Le terapie omeopatiche non hanno un fondamento scientifico.

I cortisonici spray sono innocui?

Dopo tantissime terapie la pediatra ha prescritto al bambino il Fluspiral 50 per inalazione visto che è un cortisonico vorrei sapere se ha degli effetti collaterali o controindicazioni tipo alzare la pressione o dare problemi alle ossa o se dato il basso dosaggio si può stare tranquilli. Ho il suo utilissimo e semplicissimo libro “curare tuo figlio” sempre con me , perciò la ringrazio e attendo risposta

Al momento nessuno sa con certezza se il cortisonico prescritto al suo bambino abbia una qualche influenza rilevante sulla crescita. Tuttavia si può stare tranquilli sugli altri effetti possibili che lei menziona, perché quelli non ci sono. Se sembra l’unico metodo per prevenire gli attacchi di broncospasmo del suo piccolo, penso sia giusto usarlo almeno per una stagione e poi vedere cosa succede…

Asma è genetico?

Buongiorno sono Margherita, sono mamma di una bimba di 8 1/2 mesi. Io da piccola ho sofferto di asma bronchiale risolta poi all’età di 10 anni.Potrebbe la mia bimba avere lo stesso problema? Grazie.

Sua figlia ha solo poche probabilità più di qualunque altro bambina di sviluppare l’asma. La cosa dipende anche da un’eventuale tendenza del papà allo stesso problema. Comunque, contrariamente a ciò che si sente spesso dire oggi, lei non può fare nulla per cambiare le cose.

Bambino aggressivo

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Una bambina rabbiosa

Ho una bambina di 5 anni che dimostra forti segni di gelosia verso la sorella di 8 mesi (la pizzica, fa i dispetti) però vorrebbe prenderla in braccio per coccolarla ed ha un atteggiamento materno. Nei suoi discorsi sulla famiglia la nomina sempre e la considera parte integrante. Da circa 8 mesi viene seguita da una psicomotricista (su consiglio di un neuropsichiatra infantile) perché l’asilo ci aveva segnalato che la bambina era un po’ svogliata e non disegnava. Abbiamo fatto un bilancio complessivo sullo sviluppo intellettivo e la logopedista dopo un’ora di seduta ci ha segnalato subito che la bambina è un po’ chiusa di carattere e gelosissima della sorellina. Per curare la gelosia le abbiamo provate tutte: abbiamo iniziato già in gravidanza a parlarne con lei. Adesso la bambina disegna volentieri. Però sta diventando sempre più aggressiva con gli altri bambini (ce l’ha segnalato l’asilo, e l’abbiamo visto anche noi), e a casa per ottenere qualcosa si dimena, salta, batte i pugni. A complicare ulteriormente il quadro ci si mette mia moglie che pensa che con la disciplina e gli sculaccioni si risolva tutto. La bambina sola con me è un angelo ma se c’è qualcun’altro vuole tutta l’attenzione per sé. Non so più che pesci pigliare.

Penso che la bambina sia così frustrata e rabbiosa proprio perché è stata trattata con troppa accondiscendenza finora. Ha forse proprio bisogno di limiti e regole e in questo sua moglie forse ha ragione. Ciò non vuol dire che bisogna picchiarla o urlarle addosso tutto il tempo. Significa che si deve essere molto coerenti e determinati e non aver paura delle sue reazioni. Non bisogna cioè temere, come sembra far lei, di ferirla troppo se si è severi con lei.

Mia figlia mi da le botte

Alessia dà botte premeditate a noi genitori quando le impediamo di fare qualcosa. Ci sfida con tanta rabbia. Altrimenti, sono scenate isteriche, quando si butta indietro con la schiena o si butta per terra battendo volutamente la testa sul pavimento o a volte addosso al muro. Ovviamente, si fa male e mi si stringe il cuore. Queste scene non succedono in famiglia, perciò non sta emulando nessuno. Siamo preoccupati perché crediamo che la bimba abbia un “behavioural problem”. La bimba ha 15 mesi.

Sua figlia sta solo “testando” quali sono le vostre reazioni ai suoi “ricatti autolesionistici” (se non mi dai quello che voglio, mi suicido) e sta tentando di imporre il suo potere su di voi. Non le faccia mai passare comportamenti irrispettosi nei vostri confronti, sia molto ferma e tagliente, anche se poi lei si butta per terra e sbatte la testa. Non si preoccupi troppo per queste scene, che non approdano mai a un danno vero per la bambina. Al massimo possono provocarle un bernoccolo. Se si fa vedere spaventata, la piccola userà i suoi ricatti anche più volentieri.

Bambino non ascolta

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Un bambino che non ascolta

Filippo ascolta ma poi fatica a ricordare… dunque non ascolta!?! E’ considerato da sempre, dal suo pediatra, “precoce” in tutto: è molto autonomo, curioso, atipico rispetto ai compagni e contestatore (spesso a ragione a dire il vero) un po’ polemico… sono preoccupata per le sue future relazioni sociali e per la fatica che facciamo in famiglia a fargli intendere che molte regole vanno rispettate e che possiamo spiegargli il perché ma alla fine deve imparare ad accettarle così come deve accettare che noi siamo “grandi” e siamo i suoi genitori perciò molte cose le decidiamo noi con il suo accordo o meno… E’ durissima e i nostri nervi spesso saltano!

Tenete duro. Ma soprattutto siate fortissimamente coerenti. Il trucco è proprio lì: non bisogna farsi prendere per stanchezza. Ogni cedimento è una porta aperta per incoraggiare richieste eccessive e contestazioni.

Un bambino apatico

Sono un’insegnante. Perché i bambini della scuola materna e della scuola elementare sono in gran parte apatici, indifferenti, quasi sempre mentalmente assenti, poco attenti, con gli occhi spenti? Ho 35 anni e cerco di adottare tutte le strategie possibili ma mi rendo conto a partire dalle mie figlie che sono sempre più apatici, senza voglia di far qualcosa… le colleghe che hanno oltre 30 anni di servizio sono sconsolate.

Forse lei proietta una sua visione dei bambini, ma forse in parte ciò che lei vede è vero. Volendo schematizzare, credo che questo loro atteggiamento sia in buona parte dovuto al fatto che viene loro concesso troppo da parte dei genitori, dal fatto che nessuno si impegna a dare dei limiti alla soddisfazione dei loro impulsi o delle loro richieste. Così nulla è davvero interessante, se non si deve fare molto sforzo per ottenerlo. Le pare plausibile? A me sì

Bambino non mangia

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Una bambina inappetente

Da quando è nata mia figlia (3.10.1999, mi scontro con la sua inappetenza e la scarsa crescita. Al momento è alta 91 cm e pesa solo 11,5 kg. Gli esami del sangue e delle urine sono risultati buoni. L’ IgA è negativa. HGB 11,8 – HCT 34,6 – MCV 81,0 – SIDEREMIA 80. Eppure cresce poco e mangia poco. Cosa ne pensa di integratori come la co-carnetina B12? Mi può dare qualche consiglio? Grazie infinite e cordiali saluti.

Le misure della sua bambina sono ambedue nettamente al di sotto del terzo centile, cioè dell’ultima curva di crescita normale. In altre parole lei ha ragione di preoccuparsi della crescita scarsa di sua figlia. Dovrebbe interpellare un pediatra endocrinologo, per accertare se la bimba ha una anormale secrezione dell’ormone della crescita o altre cause per il suo problema. Se tutti gli accertamenti risultassero normali, allora è ovvio pensare che la bassa statura della sua piccola sia dovuto a ragioni genetiche. La co-carnetina non avrebbe alcun effetto su di lei…

Una bambina forzata a mangiare

La mia bambina ha un anno, quando mangia le basta smorzare la fame dopodiché farle ultimare il pasto non è cosa semplice; la sera prima più di frequente ora molto meno, vomita in parte o tutta la cena, dopo che con tanta pazienza sono riuscita con mille distrazioni a fargliela mangiare. Alla nascita pesava 3520 gr. ora pesa 9080 gr. diversi mesi crescita 0 o quasi.

Lei sta facendo una fatica inutile e poi anche molto dannosa. Non si deve mai (dico mai!) spingere un bambino a mangiare quando non ne ha voglia. Sebbene questo atteggiamento sia lo sport preferito delle mamme italiane e venga addirittura considerato un loro dovere, io lo considero uno dei mali peggiori. Capisco la sua ansia a proposito della crescita, ansia giustificata soltanto dal concetto secondo il quale un bambino dovrebbe crescere sempre regolarmente e a un ritmo ben stabilito. Questo concetto è arcaico ed errato. La verità è che ogni bambino cresce a una velocità del tutto personale e che il suo peso non deve essere considerato come il miglior modo per valutare la sua nutrizione. Il modo più giusto di vedere se un bambino è ben nutrito è semplicemente osservare quanta energia e vivacità possiede. Cioè, se un piccolo non ha sintomi di malattia in atto e sembra in buona salute, ci si deve assolutamente fidare della sua capacità di autoregolarsi col cibo, anche se mangia “niente” e “campa d’aria”. Ricordi poi che le femmine sono portate a mangiare molto meno dei maschi perché hanno un’ossatura più piccola e una muscolatura meno potente e perciò hanno bisogno di meno calorie. E’ per questo che sono quasi sempre loro a subire le torture che la sua piccola, sfortunata Elettra sta subendo. Lo so che, se lei decidesse di lasciarla vivere in pace, si troverebbe contro le nonne che le direbbero che lei è una madre “snaturata”. Tuttavia non si dovrebbe fare intimidire dai loro commenti, che sono dettati da un modo antiquato e terribile di vedere il ruolo della mamma. Sarebbe meglio che lei tenesse presente invece che il cibo per un bambino dovrebbe essere innanzitutto un piacere. Se diventa una tortura, che piacere è?

Rifiuta carne e pesce

Mio figlio dall’età di 2 anni rifiuta nettamente carne e pesce. Cresce bene, è alto 1,17 cm. e pesa 21 kg., non presenta problemi. Vorrei però sapere se in futuro potrebbe manifestare problemi dovuti a carenze.

No, si può tranquillamente vivere e crescere sani anche ammesso che non si mangi mai né carne né pesce. In altre parole, si fidi di suo figlio.

Può abituarsi a mangiare di meno?

Caro dott. Albani, da circa due settimane con Filippo è guerra del seggiolone: spesso infatti si rifiuta di sedervisi per mangiare, pretendendo di farlo in braccio. Noi siamo piuttosto fermi: ogni volta che si alza lo facciamo scendere, dicendogli che la pappa si fa solo sul seggiolone e che se si comporta così vuol dire che non ha più fame. La situazione non si è sbloccata: finisce che Filippo mangia pochissimo e non perché non abbia fame (in braccio mangia). Ora ci viene il dubbio che, forzando questa situazione, stiamo abituando il suo organismo ad accettare sempre meno cibo. In questo periodo Filippo sta bene, certo non è apatico, caso mai è più irritabile.

Cara Fr. non è possibile che un bambino “si abitui a mangiare di meno”. Gli istinti di sopravvivenza e di crescita sono troppo prepotenti perché questo avvenga. La vostra preoccupazione che Filippo non mangi abbastanza vi rende vulnerabili e vi espone alle sue manipolazioni, cioè alla sua pretesa di mangiare soltanto se in braccio a voi. Anche la decisione rigida di farlo mangiare solo se sul seggiolone può creare un inutile contrasto, in cui Filippo si mette a farvi la guerra soltanto per prevalere nella lotta di potere. Penso che l’atteggiamento giusto parta innanzitutto dal non farsi prendere dalla preoccupazione per quanto egli mangi. Poi nel dargli qualche possibilità di “spizzicare” anche fuori tavola, fidandosi totalmente nella sua capacità di autoregolarsi. La buona educazione di rimanere a tavola per tutta la durata del pasto la imparerà col tempo.

Prende il latte ma non le pappe

Giada, da ormai un mese rifiuta spesso le pappe, e si alimenta solo con 3 biberon al giorno di latte di soia, rifiuta le pappe e anche cibo di altra natura. I genitori sono disperati e molto preoccupati, ogni pranzo o cena diventa un’ angoscia e la mamma spesso ha attacchi d’ira e di disperazione dovuti al rifiuto di giada di mangiare. Come fare per stimolare giada a mangiare, di che apporto calorico giornaliero ha bisogno la bambina? possono i 3 biberon di latte essere sufficienti?Inoltre recentemente ha perso 3 etti in un mese, ora pesa kg. 8,700. Purtroppo giada ha anche una forte infiammazione in bocca dovuta ai denti. Quale può essere la causa di tale resistenza al cibo? Grazie per inviarci una risposta al più presto.

E’ tutto normale. Ciò che è demenziale è il comportamento della mamma, che non si fida di Giada. Purtroppo però questo problema è così diffuso che non lo si può imputare alla povera signora, che è soltanto vittima di tradizioni sbagliate. L’unica soluzione possibile è quella di smettere di insistere e lasciare che Giada faccia come desidera. Ogni altro approccio è inutile e controproducente.

Non vuole la pappa

Mio figlio di 1 anno, pesa 13 Kg, è sempre stato di ottimo appetito, non ha mai amato, il cucchiaino, ma dopo un’influenza l’ha definitivamente rifiutato. La pappa la mangiava solo con il biberon con tettarella larga, ma da alcuni giorni, rifiuta tutto ciò che non sia latte o succo di frutta. Il problema più grave è comunque il rifiuto del cucchiaino e/o forchetta e nemmeno con giochi, distrazioni, punizioni ecc, siano riusciti a modificare questa sua esigenza. Non possiamo nemmeno provare a fargli mangiare la stessa minestra nostra in quanto, non abituato ad ingoiare minestre più solide, rischia di non essere capace di ingoiare. E’ attratto dal pane, cioccolata così come dalla nostra minestra, ma come mi avvicino con le posta la rifiuta; anche con le mani, pasticcia solo con il cibo, ma non lo mette in bocca. Siamo disperati e, personalmente, seriamente preoccupata anche perché ora sembra rifiutare anche la pappa con il biberon. Aiuto! Grazie infinite.

Non c’è nessun problema “grave” nella situazione di suo figlio. Ciò che è grave è la vostra fobia che egli non mangi e non cresca, perché questa fobia potrebbe causare al bambino seri problemi di rapporto col cibo. Un bambino, ricordi bene, è sempre in grado di regolarsi da solo, anche nei momenti di crisi. Se fossi in lei mi adatterei al fatto che per il momento vuole solo il latte e i succhi di frutta e aspetterei che decida di ritornare alle pappe. Non c’è fretta, può benissimo prendere tutto il suo nutrimento dal latte anche per uno o due mesi. Comunque, ricordi che l’unica alternativa a ciò che le sto suggerendo è una lotta inutile e dannosa per suo figlio e per lei.

Non mangia perché geloso?

Sto incontrando moltissime difficoltà nel far mangiare mio figlio di 2 anni. Sospetto che alla base ci possa essere un problema derivante dalla nascita della sorellina di soli 6 mesi. Con questo atteggiamento credo voglia attirare maggiori attenzioni su se stesso. Sono psicologicamente stressata da questa situazione, cosa può consigliarmi? E’ giusto da parte mia insistere nel volerlo far mangiare o sarebbe meglio dare meno importanza alla cosa? Attendo un suo consiglio. Grazie.

E’ molto semplice: se non vuole che il cibo diventi un problema fra voi, non gli dia importanza. Se suo figlio vedrà che lei è assolutamente tranquilla, non userà più il mangiare per manipolarla, cioè per farla preoccupare e indurla a dedicargli più attenzioni.

Non assaggia i nuovi cibi

Gentile dottor Albani, mia figlia ha 5 anni e si rifiuta di assaggiare dall’età di 2 anni qualunque cosa che non sia pastina che accetta di mangiare quasi solo con me, o il latte nel biberon in qualunque altra situazione. Tengo a sottolineare che secondo me non è una bambina inappetente Il suo pediatra dice che non è una cosa preoccupante, anche perché rientra nei percentili, credo che tutto questo sia legato in qualche modo alla sua psiche. Sono due anni che all’asilo prende solo il latte con il biberon mentre è seduta a tavola con gli altri bambini che mangiano regolarmente. La mia preoccupazione è legata al fatto che il prossimo anno inizia le elementari. Nonostante mi sforzi ad essere meno assillante possibile per cercare di farle superare questo suo blocco, non so più che cosa fare. Cosa mi consiglia? Grazie per la risposta.

Anche bambini che mangiano in maniera così “stravagante” e apparentemente insufficiente come sua figlia, starebbero perfettamente bene se vivessero in un mondo più rispettoso della loro natura. Il problema non parte da sua figlia insomma, ma dall’atteggiamento non fiducioso di voi adulti, che, se andasse avanti, potrebbe crearle un grave disturbo del comportamento alimentare. Se fossi in lei, mi rilasserei e mi comporterei da “madre snaturata”, evitando di parlare della cosa con altri componenti della famiglia e specialmente con le nonne, che da questo punto di vista costituiscono un grave pericolo.

Mio figlio non mangia

Mio figlio non mangia. La mattina non prende il latte, a pranzo non magia nulla, idem a merenda e a cena mangia un po’ di minestra. Io e mia moglie non sappiamo più cosa fare e a chi rivolgerci.

Se fosse vero, ma davvero vero, quello che lei racconta, allora suo figlio non esisterebbe… Faccia una prova per verificare seriamente ciò che il suo piccolo mangia davvero per una decina di giorni: senza mai, dico mai, forzarlo (o spingerlo, o invogliarlo) a mangiare quando non ne ha voglia, aspetti che sia lui a chiedere, anche se per due giorni interi non prende neanche un boccone di cibo (non gli succede niente, glielo garantisco!). Poi, con precisione millimetrica, scriva tutto (includendo ogni minimo particolare) ciò che ingoia in un diario. Mi mandi poi il diario e io giudicherò se suo figlio è votato al suicidio per sciopero della fame o se è lei, che, come la maggior parte dei genitori italiani, sbaglia.

Meglio magro o grasso?

Il mio bimbo, che ha 10 mesi e mezzo da qualche giorno rifiuta categoricamente il biberon di latte o, comunque, ne beve molto poco. Che fare? Io a volte glielo sostituisco con lo yogurt, ma è sufficiente? Inoltre, talvolta fatica anche a mangiare la pappa, al punto che capita che gli venga l’urto del vomito. Perché?

Per risponderle, le mando un articolo che ho scritto per il corriere della sera: Un bambino “troppo magro” Secondo un rapporto dell’OMS del novembre del 2001, il soprappeso e l’obesità, hanno raggiunto proporzioni epidemiche in tutto il mondo, persino in alcuni paesi in via di sviluppo. Anche nei bambini questo grave disturbo del comportamento alimentare diventa sempre più frequente, raggiungendo percentuali che variano nei diversi paesi dal 10 al 30 per cento per il soprappeso e dal 5 al 12 per cento per la vera e propria obesità. Le conseguenze sulla salute sono dirompenti. Già in età pediatrica si verificano complicazioni come l’ipertensione, l’aumento del colesterolo, danni alle ossa e alle articolazioni che rendono impossibile l’esercizio fisico, una diminuita tolleranza al glucosio che prelude al diabete, ecc. Fra l’altro, come tutti sanno, il bambino che diventa obeso entra in un circolo vizioso, una sorta di tossicodipendenza, dalla quale è estremamente difficile uscire. Di fronte a questa realtà così inquietante, quando una madre si lamenta con me che il suo piccolo, evidentemente vispo e in buona salute, è “troppo magro” e mi confessa che cerca di farlo mangiare contro la sua volontà, mi prende un moto di compassione e di stizza. Rinsaviremo, una buona volta?

Il mangione all'improvviso non mangia

Salve, vorrei cortesemente chiederle se può aiutarmi a capire quale potrebbe essere il motivo per cui mio figlio, che da pochi giorni ha compiuto un anno ed è stato finora un gran mangione, all’improvviso si è messo in testa di rifiutare i pasti principali (pranzo e cena), che dall’inizio dello svezzamento ha sempre mangiato. Io non lo sto forzando e non gli sto neanche dando alternative (potrei offrirgli un gradito biberon di latte), ma il fatto di lasciarlo digiuno mi fa molto dispiacere. Potrebbe essere questo un giusto comportamento da tenere, oppure devo comunque dargli il latte per farlo mangiare? La sua inappetenza potrebbe essere dovuta al fatto che, tornando a lavorare, a pranzo viene accudito da una baby sitter, che comunque già conosce? Dal pomeriggio in poi io sono comunque sempre presente. E’ possibile che all’improvviso non abbia più voglia di mangiare? La ringrazio molto del suo interessamento.

Se il piccolo sta per altro bene, non si domandi il perché di questo suo improvviso cambiamento di abitudini alimentari. Lo assecondi e basta. Ricordi che le vie dell’alimentazione sono misteriose e infinite…

Fa capricci per mangiare

E’ circa da un mese che la mia bimba è inappetente e ci sono giorni in cui rifiuta completamente il cibo accettando solo il mio latte. in questi giorni è attiva e gioca come sempre, ma è piuttosto nervosa e piagnucolona. Non è mai stata una mangiona, ma ultimamente quando vede il piatto della pappa si mette a strillare e si innervosisce. Pesa 8 Kg, ha 10 mesi ed è lunga 70 cm.

Forse lei sa già perfettamente cosa le dirò, ma vale comunque la pena risponderle, se questo vuol dire salvare il vostro rapporto e quello della bimba con il cibo. Lei dovrebbe seguire un principio molto semplice: se sua figlia non ha sintomi di una malattia in atto, come febbre alta, respiro affannoso, tosse cronica, mancanza di vivacità, ecc., dovrebbe fidarsi completamente della sua capacità di autoregolarsi col cibo. Anche se le sembrasse che mangia troppo poco o in maniera troppo monotona. Non c’è alcun rischio a far questo, anzi è l’unico modo sano di agire. D’altra parte invece, se continua a far pressioni su di lei perché mangi anche quando non ne ha alcuna voglia, lei rischia moltissimo, incluso di porre i primi semi di una futura anoressia.

Fa caldo e non mangia

Da quando e’ iniziato questo caldo, il mio bambino, come molti altri, non mangia quasi più. Io ovviamente assecondo le sue richieste: quando non vuole mangiare non mangia e quando vuole mangiare gli offro cibi sani, freschi e leggeri. L’unico liquido che beve generosamente e volentieri e’ l’acqua (non sembra gradire i succhi di frutta) e per questo mi chiedevo se c’è un’acqua più indicata (magari più ricca di sali) o se fosse il caso di somministrargli delle soluzioni di sali, zuccheri e/o vitamine (non so neanche se esistano tali prodotti), visto che suda molto e soffre molto il caldo. La ringrazio anticipatamente. Le sue indicazioni e i suoi consigli sono delle preziose pillole di saggezza che aiutano noi mamme a far crescere i nostri bambini sani ma soprattutto liberi, nella mente e nello spirito. Buona giornata.

Se gli piacciono i succhi di frutta, sono ricchi di sali e zuccheri. Altrimenti può usare del Gatorade, nel gusto che gli piace. Non si preoccupi del fatto che non mangia: si sta difendendo dal caldo, come fanno anche i miei gatti (e io).

Butta a terra ciò che non vuole mangiare

Sto incontrando moltissime difficoltà nel far mangiare mio figlio di 2 anni. Sospetto che alla base ci possa essere un problema derivante dalla nascita della sorellina di soli 6 mesi. Con questo atteggiamento credo voglia attirare maggiori attenzioni su se stesso. Sono psicologicamente stressata da questa situazione, cosa può consigliarmi? E’ giusto da parte mia insistere nel volerlo far mangiare o sarebbe meglio dare meno importanza alla cosa? Attendo un suo consiglio. Grazie.

E’ molto semplice: se non vuole che il cibo diventi un problema fra voi, non gli dia importanza. Se suo figlio vedrà che lei è assolutamente tranquilla, non userà più il mangiare per manipolarla, cioè per farla preoccupare e indurla a dedicargli più attenzioni…

Bisogna stargli dietro per farlo mangiare

Vorrei sapere se una crescita molto lenta può essere un segno di intolleranza alimentare, in quanto ho un bambino di 10 mesi che pesa Kg 7.5 ed è alto 71 cm. Non è un gran mangione ma con un pò di pazienza fa i suoi 4 pasti. Grazie.

No, non è il segno di un’intolleranza alimentare, se non ci sono segni chiari di questo problema: cioè vomito, diarrea esplosiva ed eruzioni cutanee subito dopo l’assunzione del cibo incriminato. Forse la causa del limitato accrescimento in peso del suo piccolo è semplicemente la sua costituzione, o il caldo estivo, o ambedue.

Anoressia infantile?

La mia bimba è nata il 17 agosto con un peso di kg 3,050; alla dimissione pesava kg 2,900; a un mesCarissimo dr. Albani, le scrivo perché mio figlio da quando ha iniziato l’asilo a settembre ha peggiorato il suo già precario rapporto con il cibo. Ha sempre mangiato molto anche se solo pochissimi alimenti, (solo pasta con panna o ragù, bistecche, minestra di verdure e formaggio grana in grande quantità). All’asilo, non gradendo la mensa mangia solo ed esclusivamente pane. Le maestre non insistono, ma i compagni più grandi tentano di imboccarlo, e lui si rifugia sotto al tavolo. Ora ho notato che non mangia più niente volentieri,e inizia a rifiutare la pasta al ragù e la minestra. Le chiedo può esistere un forma di anoressia infantile? Come comportarmi? Le premetto che non ho mai forzato mio figlio a mangiare e che all’età di 3 anni e mezzo pesa 19 kg ed è alto 110 cm.

Innanzitutto grazie per gli auguri. Suo figlio si sta difendendo dall’intrusione di altri in un territorio che deve essere suo: il suo rapporto con il cibo, i sui gusti, il suo appetito. Se lei continua a lasciarlo in pace non può sbagliare; anzi, lo aiuterà a mantenere un contatto stretto con i propri istinti, che è il modo ideale di scegliere i cibi.

Bambino troppo timido

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Timidezza

Mio figlio Francesco è un bimbo molto timido. Ha un rapporto morboso con me, suo padre, con la madre invece il rapporto è un po meno ossessivo. Nei parchi vuole solo stare in braccio, non gioca, ne è curioso, appena vede un estraneo piange. Francesco ha 2 anni appena compiuti, temo che se non facciamo qualcosa sarà un problema mandarlo all’asilo. Mia moglie ama molto starsene a casa, raramente esce e raramente permette a chiunque di portare fuori il bambino (ne ai nonni, ne agli zii), con me il bambino vuole solo stare in braccio. Io da piccolo ero come Francesco, ho una paura quasi ossessiva che non riuscirà ad integrarsi a scuola, o in qualsiasi altra attività collettiva (sport ecc.), proprio come è stato per me. Non so cosa fare, tanto che quasi non vorrei rientrare a casa la sera per non vedermelo in braccio. Cosa possiamo fare per aiutare il bimbo

Cercherò di essere semplice, sebbene la domanda che lei mi fa sia complessa. Un bambino può essere “timido” perché è geneticamente “riservato” e titubante ad esporsi, oppure perchè vive molto a contatto con una persona “fobica”, che gli trasmette la sua fobia. Nel primo caso bisognerebbe accettare il bambino così com’è e aspettare che “sbocci” quando è più grande. Spingerlo ad essere, per il terrore di cui lei parla, diverso da quello che è è controproducente, perché gli fa sentire di non essere amato per come è. Nel secondo caso, il problema andrebbe valutato con calma e bisognerebbe trovare una soluzione per la o le persone fobiche che influenzano negativamente il bambino…

Bisogno di tempo

La nostra bambina è troppo timida e impaurita nei confronti degli altri bambini specialmente con quelli della sua età.

Sua figlia forse ha bisogno di essere lasciata in pace a decidere se vuole o meno giocare con gli altri bimbi. Molti bambini “riservati” hanno bisogno di tempo per “sbocciare” e non devono essere costretti a farlo prima perchè tutti desiderano che essi siano diversi da quello che sono.

Bronchite ricorrente

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Vaccini anticatarrali, si o no?

Gentile dr. Albani, ogni tipo di tosse va curata con l’antibiotico? C’è un modo per una mamma che ha divorato il suo meraviglioso libro “curare tuo figlio” di capire se veramente c’è bisogno dell’antibiotico solo in presenza di tosse?. La prego mi aiuti, mio figlio ha appena iniziato l’asilo ed è già ammalato il mio pediatra dice “sarebbe meglio dare l’antibiotico” Lei che ne dice? Inoltre il mio pediatra mi ha consigliato di dare l’ISMIGEN. Qual è il suo parere? Grazie di cuore.

La tosse è un sintomo che i bambini che vanno all’asilo hanno da settembre fino a giungo dell’anno dopo. Come lei ben comprende dunque, non potrebbe essere l’unica ragione per dare un antibiotico. Le due complicazioni più frequenti per cui è necessario dare questi farmaci sono l’otite e la bronchite. Lei può intuire che Christian ha la prima se sembra sofferente, se piange cioè di dolore senza una causa apparente. La bronchite poi nei bambini piccoli si manifesta quasi sempre con un respiro affannoso, come di chi ha l’asma. Non dovrebbe essere difficile per lei dunque intuire se l’antibiotico è giustificato o meno.

Nato con distress respiratorio

Vorrei sapere perchè mio figlio di soli 7 mesi si ammala spesso di bronchite.E’ nato con distress respiratorio risoltosi spontaneamente nel giro di 3 ore. Può essere questo il motivo? Grazie.

E’ molto più probabile che il piccolo si ammali così spesso perché è a contatto con un altro bambino (fratello o cugino, anche una volta alla settimana) che frequenta l’asilo.

Bronchiti da asilo

Mia figlia ha bronchiti ricorrenti curate con antibiotici, difficoltà a rimanere più di 10 giorni in asilo.

Ci sono due ragioni per cui sua figlia continua ad avere le sue bronchiti. La prima e più probabile è che la frequenza dell’asilo nei primi due anni provoca un lieve abbassamento delle difese immunitarie a molti bambini per effetto di tutte le infezioni virali delle vie respiratorie che si verificano per contagio con gli altri bambini (una alla settimana). La seconda potrebbe essere una tendenza alle allergie respiratorie e all’asma bronchiale. Nell’uno e nell’altro caso la migliore prevenzione che io conosca è quella di dare come profilassi un antibiotico o un sulfamidico in piccole quantità quotidiane. Se poi la tendenza alle allergie fosse forte, anche uno spray con microquantità di cortisonici potrebbe funzionare bene.

Dermatite atopica

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Pelle ispida

Gentile Dottore, mi è stato detto che il mio bambino ha la pelle ispida, ruvida tipica dei soggetti con predisposizione allergica (confermata secondo loro anche dai frequenti risvegli notturni), altri che la pelle è così perché il bambino suda molto. Però ho notato che la zona coperta dal pannolino è molto liscia e morbida, normale: sarà per via dei pannolini (marca Pampers) che contengono crema all’aloe, se così fosse, davvero una crema potrebbe risolvere il problema in tutto il resto del corpo? Oppure potrebbe imputarsi al fatto che con il pannolino la pelle rimane umida quindi più idratata? Grazie, cordialissimi saluti.

Né la pelle secca e ispida, né i risvegli notturni sono sintomi di allergia. Lei ha ragione, la pelle coperta dal pannolino è più liscia proprio perché protetta dai fattori che la rendono più secca e irritata, come il sudore, lo sfregamento contro vestiti ruvidi ecc. Pochissimi dei miei pazienti sono a dieta, li posso contare sulle dita di una mano. Se invece dovessi usare i criteri dei miei colleghi, un buon cinquanta per cento sarebbero “allergici” e… in castigo. Mi dispiace, ma i miei colleghi sbagliano e i loro pazienti… soffrono inutilmente.

Il latte materno c'entra con la dermatite atopica?

Mia figlia di cinque mesi e venti e giorni, allattata esclusivamente al seno e non ancora divezzata (tranne qualche piccolo assaggio di frutta mela,pera, banana da dieci giorni), presenta da un paio di settimane sulle braccia tre piccole macchie rosate lievemente desquamate, di forma allungata e irregolare, appena sopra i gomiti e sopra la clavicola. La bimba non ha prurito e nessun fastidio, ma le macchie non guariscono nemmeno con l’applicazione giornaliera di crema di calendula. Da che cosa possono dipendere? Ho letto che la causa potrebbe essere la presenza di latticini nella mia dieta, ma io mi limito a bere una tazza di latte e uno yogurt nella giornata, quindi certamente non ne abuso. Mi consiglia comunque di eliminarli? Grazie mille e distinti saluti.

La sua dieta non c’entra nulla, perché poche macchiette qua e là sul corpo non possono essere dovute a un’intolleranza o un’allergia. E’ molto più probabile che siano invece causate da sudore o altro fattore esterno. Non se ne preoccupi, tutti i bambini hanno qualche irritazione della pelle durante i primi due anni di vita. Passerà col tempo, senza diete.

Eczema

Eczema intorno alla bocca e sulla guancia. A volte prurito e arross. al pancino e dietro al collo. Da diverso tempo prurito intenso sullo scroto.

Molto probabilmente è dovuto alla saliva, al sudore e, per quanto riguarda lo scroto, alle urine. Impacchi di acqua e bicarbonato tiepida e pazienza, finirà con la stagione buona…

Fimosi

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Pomata per curare la fimosi

Ci è stata consigliata la pomata Elocon per correggere una leggera fimosi; è necessario attendere e quanto per valutarne l’efficacia?

Io consiglio di non fare proprio nulla, perchè ogni tentativo di affrettare l’apertura del prepuzio è in genere controproducente. Se, verso i sette-otto anni, la fimosi è ancora molto serrata, solo allora si deve considerare l’intervento chirurgico inevitabile.

Mio figlio ha la fimosi

A mio figlio ( 14 mesi) è stata diagnosticata una fimosi e mi è stato consigliato di rivolgermi al chirurgo per operarlo. Mi sembra un po’ prematuro, aspetto da lei un parere che mi possa rassicurare sul da farsi. Per sua informazione comunque sto facendo al bambino dei lavaggi con Euclorina e sto applicando una pomata (Nefluan). La ringrazio in anticipo.

La fimosi all’età di suo figlio è normale e non va operata così presto, né va curata in alcun modo. Soprattutto non bisogna aprire forzatamente la pelle, perché è molto controproducente. Io consiglio sempre di aspettare almeno sei-sette anni prima di intervenire, se la fimosi persiste ancora. E’ molto più facile e meno traumatico fare un intervento a un bambino al quale si può spiegare la cosa e non c’è alcuna ragione di intervenire prima.

Infezioni urinarie acute ricorrenti

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Ha il reflusso vescico-ureterale

Nostro figlio Marco, nato il 28.06.1999, a seguito di infezioni recidivanti alle vie urinarie ( proteus mirabilis 2 al mese di giugno ed 1 al mese di settembre) è stato sottoposto ad una cistografia che da dimostrato un cospicuo reflusso vescico-ureterale Ds. 4° – 5° grado. E’ stata prescritta una cura della durata di un anni con antibiotico monodose serale – Procef 150 mg. e lavaggio della cavità prepuziale con amuchina 0.05% tutti i giorni Al bambino è stata inoltre riscontrata una fimosi e dovrà essere sottoposto ad intervento. Chiediamo se si ritiene la cura idonea e se la somministrazione di antibiotico per un anno non comporti delle controindicazioni. Ringraziando per la Sua attenzione porgiamo distinti saluti.

La profilassi antibiotica mi sembra giustificata, mentre trovo inutili sia i lavaggi con Amuchina sia l’eventuale intervento per la fimosi, che, a a mio avviso, non può essere ritenuta responsabile per le infezioni del piccolo. Moltissimi maschietti infatti hanno ancora la fimosi a quattro anni e non hanno tutti il problema che ha suo figlio.

Fa la pipì troppo spesso, è ansia?

Il bambino ha frequenza ad orinare in vari momenti della giornata, soprattutto la sera. E’ stata effettuata un’urinocoltura che ha dato esito negativo. Il pediatra ha somministrato anche degli antibiotici, sospettando un infezione alle vie urinarie, senza risultati. Lo stesso pediatra ha anche avanzato l’ipotesi che il bimbo voglia attirare l’attenzione su di sé, ma non vi è stato nessun episodio particolare in famiglia che possa aver cambiato le abitudini del bambino o situazioni particolari di nostra conoscenza.

Nella mia esperienza, il sintomo, soprattutto se non si verifica anche di notte, è il segno di ansia, tensione psicologica, in un bambino particolarmente sensibile. Sarebbe giusto parlare di questo, piuttosto che fare analisi inutili.

Intolleranze alimentari

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Se fosse vera intolleranza

Un bambino con intolleranza alimentare alla latte vaccino come deve essere svezzato?

Se l’intolleranza è davvero presente (e io, vista la mia esperienza, ho i miei grandi dubbi!) basta solamente che lei eviti il latte e i suoi derivati. Per il resto lo svezzamento va fatto come per qualsiasi altro bambino. Legga però sul mio sito, alla voce “Salute” ciò che ho da dire sulle allergie alimentari.

Rigurgita, è intolleranza?

Fin dalla nascita ha sofferto di rigurgiti abbondanti e di coliche. Fino a 4 mesi allattamento al seno poi artificiale da qualche giorno circa 10 si mostra molto agitato e nervoso e soffre di coliche esclusivamente notturne. Due pasti di latte e due pasti di pappa. La pediatra pensa ad un problema legato al latte e lei? Grazie.

La solita intolleranza al latte! Non ne posso più… Suo figlio ha molto probabilmente il reflusso gastro-esofageo, invece. Provi a leggere sul mio sito un articolo sul reflusso e credo che troverà la spiegazione e i rimedi che le servono.

Ha le bollicine sulla bocca, intolleranza?

Mia figlia ha sofferto per il 1 anno di vita di reflusso gastroesofageo. quando mangia (anche la semplice pasta con le zucchine) si macchia il mento e il contorno della bocca di rosso intenso, se mangia il pomodoro le viene a volte un prurito tipo orticaria, solo su quella zona. cosa può essere? ora su quella zona ha tutte bollicine rosse.

Contrariamente a ciò che le viene forse di pensare, non è il segno di intolleranze alimentari. E’ solo il segno che la sua saliva è acida, forse per il persistere del reflusso malgrado l’apparente scomparsa dei sintomi. Si guardi questa la spiegazione di questo argomento sul mio sito e poi decida cosa fare.

Malattie asilo

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Troppe medicine

Il pediatra: tachipirina, antibiotico se è il caso, fisiologica: tutto normale. il medico di famiglia: cortisone + antinfiammatorio + antibiotico: per tutti i problemi!!! Cortisone in pillole anche per la congestione nasale! io chiaramente non lo seguo ma ascolto il mio pediatra che mi suggerisce altro. So che cura molti bambini così per anni: ma tanto cortisone e tanti antibiotici per via orale, inalatoria, insieme a antiinfiammatori orali e non, a lungo andare che cosa possono provocare? La ringrazio e la seguo sempre. Ho anche acquistato il suo libro! Auguri.

Mi sembra che il suo pediatra sia molto più equilibrato e senz’altro meno pericoloso del medico di famiglia. Seguirei le sue indicazioni, anche se i sintomi delle malattie non scompaiono in fretta come lei vorrebbe.

Sta sempre male e non va all'asilo

Gent.mo Dott. Albani, la mia bambina è raffreddata e risulta essere affetta, da un controllo pediatrico, da otite all’orecchio destro. Tossisce qualche volta durante il giorno e la notte. Ha il naso un po’ chiuso. Non ha febbre e non si lamenta per dolore all’orecchio. La pediatra di base le ha prescritto le gocce Anauran (2 gocce 2 volte al giorno per 5 giorni), Mucosolvan supposte (2 volte al giorno per 5 giorni) e lo sciroppo Baby-Rinolo (mezzo misurino mattina e sera per 5 giorni). Mi ha prescritto inoltre un antibiotico (Cefixoral) da tenere in casa qualora dovesse servire in seguito. Leggendo il suo libro ho sostituito lo sciroppo con uno a base di destrometorfano. Ho letto su Internet che il Baby-Rinolo, a base anche di fenilpropanolamina è stato messo al bando dalla FDA statunitense in quanto è stata trovata un’associazione tra l’uso di questa molecola ed il rischio di ictus emorragico secondo lo studio condotto da alcuni ricercatori della Yale University School statunitense. Non le sto somministrando le supposte Mucosolvan, ma le sto mettendo le gocce prescrittemi ad ambedue le orecchie, anche se ho letto sul suo libro della loro inutilità. Lei quali farmaci le prescriverebbe? Qual’è l’antibiotico migliore in questo caso? Possiedo tutti i suoi libri che mi sono di molto aiuto. La stimo infinitamente, la saluto e la ringrazio per la risposta che mi darà.

Sua figlia ha un’otite, cioè un’infezione batterica. L’otite può guarire soltanto in due modi: 1. Spontaneamente, come succedeva a me da bambino. Però, se è un’otite importante può causare danni, soprattutto se si ripete spesso (Io ho dovuto subire due operazioni per recuperare l’udito) 2. Con un antibiotico ben mirato. Questa terapia però non è facile da sceglliere, perchè molti batteri che causano l’otite sono resistenti agli antibiotici. Comunque in genere, io inizio con Augmentin e poi mi regolo a seconda del risultato.

Linfoadenopatia, cos'è?

Diagnosi di linfoadenopatia pur con la tranquillità di esami del sangue perfetti. l’ecografia ha rilevato ingrossamento di 2.6 cm. le linfoghiandole laterocervicali a pacchetto. posso stare tranquilla?

A quell’età è molto comune vedere un bambino con un “pacchetto” di linfonodi gonfi sotto la mandibola. E’ l’effetto di infezioni di vario tipo che colpiscono la sua gola in continuazione, specialmente se frequenta l’asilo. Le consiglio perciò di smettere di fare esami e di aspettare con tranquillità che, nel giro di settimane o mesi, i linfonodi si sgonfino.

Le tracheobronchiti ricorrenti

Ho una bambina di 5 anni. Fino all’inserimento all’asilo non ha mai avuto problemi alle via respiratorie. Ora sono ormai tre anni che continua ad avere tracheobronchiti e bronchiti (in alcuni casi alcnhe asmatiche). Le ho provate tutte: terme nel periodo estivo e vaccini del tipo Bronmcovaxom e Biostim senza ottenere risultati significativi. Inoltre quasi sempre si deve ricorrere alla somministrazione dell’antibiotico. Vorrei avere un suo parere. abbiamo fatto anche Prick test che ha dato esiti negativi. Grazie.

E’ molto probabile che quest’anno la sindrome da asilo della sua piccola vada molto meglio e che il prossimo non ci sia più. Così infatti vanno in genere le cose, non importa quali sforzi si facciano per prevenire.

L'asma può venire con l'asilo?

Gentile dott. Albani, siamo i genitori di Livia: frequenta la scuola materna per 5 ore al giorno. Da circa 6 mesi ha quasi sempre il nasino che cola, e una tosse secca particolarmente insistente di notte (talvolta vomita). Il pediatra ha diagnosticato una forma di bronchite asmatica che viene curata con antibiotici (amoxicillina e cefalosporina) e antiasma (salbutamolo) per aerosol. Questi disturbi coincidono con il cambio di casa: da un appartamento nell’hinterland circondato da prati (la statale era a circa 1 km) a un’abitazione al primo piano di un viale trafficato a Milano. Durante una vacanza di una settimana in Sardegna Livia sembrava guarita ma ha ripreso a tossire non appena arrivata a Milano. Non vorremmo imbottirla di farmaci! Le cure termali potrebbero aiutarla? Da questo disturbo si guarisce o dobbiamo prendere in considerazione un altro trasloco? Grazie per l’attenzione.

Non credo che dobbiate traslocare. Il motivo più importante dei malanni di Livia è quasi sicuramente la “sindrome da asilo”, con le infezioni virali frequentissime che causa. Questa sindrome in genere dura circa due anni e rende necessario in questo periodo l’uso frequente degli antibiotici per le complicazioni batteriche (otite e bronchite)che ne seguono. Non si preoccupi tanto per gli effetti collaterali di questi medicinali: sono spesso sopravvalutati. Tenga duro e… vedrà la fine del tunnel.

Infezioni da asilo

Ho un bimbo di 2 anni che da natale, circa, ha il naso che espelle muco purulento, nonostante antibiotici per bronchiti e febbre alta non si è mai risolta la situazione, ora sono passata a lavaggi nasali con rinowash (senza alcun medicamento) ma nulla è cambiato cosa devo fare? e soprattutto quando è il caso di attendere a dare l’antibiotico al bambino in caso di febbre alta e tosse? Grazie.

Suo figlio va forse all’asilo ed è per questo che ha un’infezione respiratoria che non finisce mai: è diventato quello che tutti i bambini prima o poi diventano per un paio di anni: un moccioso. Se fosse solo per lo scolo di muco giallo-verde dal naso non si dovrebbe fare altro che pulirglielo periodicamente con soluzione fisiologica e aspettare con pazienza che vada passando nel corso dei prossimi mesi. Se invece il piccolo ha otiti o bronchiti diagnosticate dal pediatra, allora deve prendere degli antibiotici. Se questi episodi di complicazioni sono molto frequenti ed è costretto a prendere antibiotici ogni due o tre settimane, allora sarebbe giustificato dargli degli antibiotici in via preventiva, tutti i giorni, in piccole quantità, anche per due o tre mesi di seguito.

Il moccioso

Il mio bimbo di 4 anni e 1/2 ha, praticamente di continuo ed indipendentemente dalle stagioni, “il moccolo”, con le narici semi-ostruite (specialmente la sera). Test allergici (eseguiti dopo circa 10 gg. da assunzione di Tinset, che comunque riduce il disturbo, se questi è consistente): negativi. Visita specialistica al Gaslini: adenoidi ok, tonsille grosse ma ok, solo setti un po’ stretti. Che via possiamo intraprendere, a questo punto, per cercare di eliminare o almeno ridurre il fastidioso disturbo?

Suo figlio è ancora nella fascia di età del “moccioso”, cioè del bambino che ancora non ha un sistema immunitario maturo e perciò si prende un po’ tutti i virus che girano. E’ molto probabile perciò che la soluzione venga spontaneamente. Ha solo bisogno di pazientare ancora un anno circa. Nel frattempo si limiti a curare solo le eventuali complicazioni e non medicalizzi troppo il bambino.

Fidarsi del pediatra?

Innanzi tutto voglio ringraziarla per la celere e risolutiva risposta alla mia lettera precedente, ha rinforzato le mie convinzioni e dato il coraggio di ascoltare il mio istinto e quello di Elettra; e sono sicura che anche lei la ringrazia. Attualmente il problema è il suo mal di gola accompagnato da raffreddore, senza avere altri problemi ai bronchi, la pediatra mi ha prescritto delle supposte ed aereosol con CLENIL e FLUIBRON (che io ho fatto alla bimba solo per tre e non sei giorni,in quanto ogni volta sembrava di torturarla, però ho sempre fatto con assiduità la pulizia del naso con la soluzione fisiologica e poi l’utilizzo dell’ARGENTO PROTEINATO), dopo sei giorni la tosse è diminuita di poco ed allora la D.ssa mi ha prescritto aereosol col CLENIL Compositum e Klacid antibiotico da dare due volte al giorno. Son passati solo due giorni ed io le sto facendo solo la tortura dell’aereosol, perché l’antibiotico mi sembrava eccessivo. Sto facendo bene o avrei dovuto fidarmi? La ringrazio anticipatamente.

Questa volta mi chiede un consiglio che le potrei dare solo se sapessi con certezza qual è il disturbo di sua figlia. Penso che lei debba necessariamente fidarsi del suo pediatra, o… cambiarlo.

Congiuntivite

Il mio bambino ha un occhio arrossato, abbastanza gonfio e con catarro al risveglio. All’asilo che frequenta ci sono già stati altri 2 casi. Il bambino ha detto che un suo compagno ha portato all’asilo un laser di quelli tipo portachiavi, e che hanno giocato mettendosi anche la luce negli occhi. Può essere stata questa la causa del problema o sarà una normale congiuntivite? Grazie In questi giorni pero all’asilo che frequenta.

E’ sicuramente una congiuntivite infettiva, visto che c’è la secrezione al risveglio. Perciò farei soltanto dei lavaggi con soluzione fisiologica e, se necessario, applicherei una pomata antibiotica. Il cosiddetto “laser” dei portachiavi non è effettivamente un laser e non può causare ustioni o danni di altro genere.

Malattie di gola, orecchie e vie respiratorie

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Togliere le adenoidi o no?

Vorrei sapere il Suo parere in merito ad un punto del consenso preoperatorio per ipertrofia adenoidea sul punto: di dare il mio consenso ad eventuali emotrasfusioni che si rendessero necessarie. In caso di opposizione è indispensabile che sia fornita una esplicita dichiarazione. Le auguro una Santa Pasqua e la ringrazio nuovamente.

Una delle complicazioni dell’adenoidectomia che si può verificare, anche se molto raramente all’età di suo figlio, è un’emorragia. E’ per questo che le chiedono il consenso e, in caso di diniego, i medici desiderano una dichiarazione “liberatoria”. A parte le questioni di principio, se fossi in lei non mi preoccuperei in un caso o nell’altro, perché è estremamente improbabile che l’emotrasfusione si renda necessaria.

Otiti recidivanti

Non ha mai avuto febbre né mal di gola e né mal di orecchie nei primi tre anni. Da settembre che ha iniziato la scuola materna ha avuto in tre mesi 4 otiti recidivanti curate con la somministrazione di antibiotici sempre dopo aver atteso 48 ore con tachipirina e acqua fisiologica per liberare le vie respiratorie. Il mio pediatra non ha l’abitudine di dare antibiotici ma lui si ammala continuamente dopo essere stato a casa 2 settimana appena ritorna a scuola materna gli bastano quattro giorni per riprendere febbre, raffreddore, tosse e mal di orecchie. Il mio pediatra mi ha anche consigliato una cura per tre mesi di dieci capsule al mese di Broncovaxom che ho già iniziato a somministrargli. Quando lo potrò mandare a scuola come gli altri bambini senza ammalarsi ogni settimana?

Il suo pediatra forse esagera a non voler usare gli antibiotici. Un bambino che va all’asilo per il primo anno e che ha l’otite ricorrente, a mio avviso va curato con gli antibiotici, altrimenti rischia complicazioni alle orecchie e ai tessuti circostanti. Poi, come prevenzione, l’unico rimedio che funziona sono proprio gli antibiotici dati in piccole dosi giornaliere. Quel Bronchovaxom, come tutti i prodotti analoghi, non funzionano.

Mio figlio ha sempre la raucedine

Mio figlio è disartrico con ritardo del linguaggio ed è in cura logopedica da 2 anni; ha sempre avuto un timbro di voce flebile ma ultimamente, con il miglioramento del linguaggio, questo problema si è accentuato con raucedine, spesso afonia. E’ stato sottoposto a laringoscopia e le corde vocali sono a posto, il problema è fono-respiratorio, ma è stato riscontrato anche un modesto edema anteriore dovuto, secondo l’otorino, ad un possibile reflusso. Io non mi sono mai accorta di questo problema, anche se in effetti quando lo allattavo il bambino rigurgitava moltissimo, persino il colostro. Inoltre ha una lieve cardiopatia, una stenosi sottovalvolare aortica con gradiente lieve. Vorrei sapere a questo punto se devo fare qualcosa per stabilire se c’è questo reflusso e nel caso come procedere. Grazie e saluti.

Il fatto che suo figlio avesse dei rigurgiti così frequenti da piccolissimo dimostra chiaramente che lui il reflusso ce l’ha e che potrebbe essere benissimo la causa del suo problema laringeo. Provi a fare una cura, anche breve, di un paio di settimane, con le indicazioni che trova sul mio sito, e poi si regoli di conseguenza, a seconda dei risultati che ottiene.

Laringospasmo ricorrente

Alessia soffre dalla nascita di laringospasmo Alcuni suoi colleghi dicono che gli aerosol provocano irritazioni e di usare Bentelan per via orale, altri dicono l’opposto. Come dobbiamo comportarci quando comincia a tossire per ore ed ore.

Ciò che consiglio per il laringospasmo in generale è soprattutto di tenere la finestra aperta e far entrare aria fresca e umida dall’esterno. Talvolta è addirittura opportuno uscire a fare una passeggiata col bambino. Questo in genere dà molto sollievo alla tosse e al respiro affannoso e rumoroso. Gli aerosol sono una terapia tutta italiana, che non trova riscontro in nessun altro paese al mondo. Io non li uso. Se un bambino ha un attacco molto intenso di laringospasmo (o laringite virale spastica), si può usare una dose o due di cortisonico per via orale per attenuare i sintomi acuti. Tutto qui.

Laringite ricorrente

Caro dottore il mio bambino da quando è nato e per i primi 3 anni ha sofferto di reflusso gastroesofageo. Adesso sta per compiere 5 anni. Soffre di laringospasmo dall’età di 1 anno, ha già avuto 7 laringospasmi, per il primo è stato necessario il ricovero in ospedale per gli altri cerchiamo di risolvere noi con i Bentelan (siamo arrivati a 7 compresse in una notte). Ha sempre mal di gola o è raffreddato, adesso è anche in cura con antistaminici ma… può darci un consiglio? Ho cercato sempre di seguire i consigli dei suoi libri. La ringrazio.

Non credo che il laringospasmo di suo figlio sia in relazione con il reflusso gastro-esofageo e, in genere, non per un problema allergico. E’ in genere un fatto legato a una particolare vulnerabilità delle corde vocali in certi bambini. Quando si verifica, invece di correre in ospedale o ricorrere subito al Bentelan, prenda il bambino e lo porti fuori casa a fare una passeggiata, così che possa respirare aria fredda e umida. Questo in genere ha un effetto molto benefico. Se funziona lo può fare anche più volte in una notte. Tenga i riscaldamenti al minimo poi e tenga un umidificatore a ultrasuoni sempre in funzione nella sua stanza.

La laringite acuta

Frequenti episodi di tosse “abbaiante” accompagnati a volte da vomito interpretati dai medici interpellati come reazioni allergiche. Prove allergiche negative all’età di 9 mesi da ripetere in questi giorni all’età di 2 anni. Le crisi sono ricominciate da 3 settimane.

La tosse abbaiante (tosse da foca) è dovuta in genere alla laringite acuta virale con laringospasmo. Nella mia esperienza questa malattia non è affatto di origine allergica, ma solo un’infezione virale in un bambino che ha una maggiore predisposizione al problema. E’ molto comune nei bambini che vanno all’asilo, proprio perché vengono contagiati facilmente dai compagni. E’ molto accentuata dall’aria secca dovuta ai riscaldamenti. Umidità ed aria fresca tendono a dare molto sollievo, talvolta meglio del cortisone che viene usato a fiumi per questo problema. Si dirada molto col passare del tempo e non si verifica più in genere dopo i quattro-cinque anni.

Immunostimolanti, davvero efficaci?

Bimba frequenta asilo nido da gennaio. Da 28/1 ad oggi 3 bronchiti asmatiformi la prima curata con clenil bentelan e mucosolvan, la 2a clenil mucosolvan bentelan e zimox la 3a clenil bentela broncovaleas e panacef. Continua tosse ancora e tanto muco sto dando sobrepin supp. e 2 aerosol di broncovaleas. Cosa fare x non dare cortisone? Cosa usare poi a titolo preventivo per coprire prossimo anno scolastico, eventualmente anche omeopatico? Cosa ne pensa di Lantigen B?

Le bronchiti asmatiformi di un bambino che va all’asilo sono dovute alle infezioni respiratorie virali, che si complicano con infezioni batteriche. Personalmente le curo sempre con un antibiotico ben mirato, piuttosto che usare cortisone e aerosol, di cui i pediatri italiani abusano senza troppo pensare. Per un bambino che ha la tendenza, come sua figlia, ad ammalarsene in continuazione, l’unica prevenzione che funzioni è di dare un antibiotico o un sulfamidico in maniera continuativa e in piccole dosi. Il Lantigen B e tutti i prodotti analoghi, i cosiddetti “immunostimolanti” non servono a nulla.

Epistassi

Mio figlio soffre da oltre un mese di epistassi,si è scoperta una varice. Consigliata terapia locale per 20 gg. poi causticare. Di cosa si tratta, è utile e necessario causticare? Grazie.

E’ mia abitudine consigliare, per l’epistassi, di applicare, con un cottonfioc, della vasellina in pomata all’interno della narice, facendo penetrare il cottonfioc per un paio di centimetri e dirigendolo verso il centro del naso. E’ proprio da quella parte della mucosa che si hanno facilmente delle emorragie, perché la mucosa si dissecca e si spacca facilmente nei bambini. La vasellina, applicata ogni giorno per una settimana almeno, in genere funziona molto bene e risparmia interventi come quello della cauterizzazione.

Adenoidi, toglierle o no?

Scrivo per la prima volta. Leggo sempre con interesse i suoi articoli su “io e il mio bambino”. Dopo 4/5 mesi da panico (cioè dopo aver somministrato al mio bimbo) con la frequenza di una o due volte al mese antibiotici per curare tonsilliti acute ricorrenti “da primo anno” d’asilo, scopriamo con la pediatra lo streptococco beta emolitico e lo curiamo in modo efficace, debellando. Le adenoidi nel frattempo risultano però parecchio ingrossate e visto che la cura con argotone e spray d’acqua termale sembra non fare nulla, ci viene consigliata una visita specialistica da un otorinolaringoiatra. Siamo ormai al terzo mese di cura con bronchovaxom e tinset e va decisamente meglio. Per lo meno, basta con gli antibiotici, tosse secca e stizzosa per giorni interi e bimbo sempre nervosissimo e con scarso appetito. Però il naso è comunque sempre chiuso, noi tentiamo di farglielo soffiare, ma non scende nulla, sembra intasato, l’unica cosa che riesce a fare è tirare su. A giorni tossisce ancora, ma la tosse non è così secca come prima ed il bambino sta decisamente meglio: mangia, il colorito è roseo, non ha più perso un giorno d’asilo ed e’ decisamente più tranquillo. Io pero’ sono terrorizzata: ad ogni colpo di tosse e starnuto che fa, ho sempre paura di ricominciare da capo come qualche mese fa. Forse il problema è mio, ma cosa devo fare? Secondo lei la cura indicata e’ corretta e dobbiamo solo aspettare che passi? Da circa 15 gg. Poi strizza gli occhi in continuazione, dice che gli danno fastidio, lo stiamo curando con il collirio visuglican ma non passa. Cosa può essere? Gli occhi no sono particolarmente arrossati e non ha secrezioni. Un’ ultimissima cosa: ha appena compiuto i 4 anni e la notte fa ancora la pipi’ a letto. Di giorno ha abbandonato il pannolino presto (a 2 anni),ma di notte non c’e’ verso. E’ ancora presto o si può già parlare di enuresi? In questo caso cosa si può fare? Mi scusi se mi sono dilungata troppo… Grazie mille e cordiali saluti.

Per la verità, non credo che suo figlio sia migliorato in seguito alla cura prescritta dall’otorino, ma spontaneamente. Dico questo perché è risaputo che prodotti “immunostimolanti” come il Bonchovaxom non funzionano. Il fatto che suo figlio abbia ancora il naso chiuso e che non esca del muco quando lo soffia è molto probabilmente indicativo del fatto che le adenoidi sono ancora ingrossate. Oltre a causare l’ostruzione respiratoria, questo potrebbe essere uno dei motivi per cui fa ancora la pipì a letto. Se fossi in voi insomma riconsidererei la possibilità di intervenire sulle adenoidi.

Malattie della pelle

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Macchie bianche sulle gambe

Macchie chiare dietro le ginocchia e sulle cosce con zone rosse pruriginose. Il pediatra ha consigliato 8 gocce di Zirtec fino a giugno con una crema idratante e l’eliminazione di cibi allergizzanti.

Cosa vuol dire cibi “allergizzanti”? Per me la dieta è del tutto ingiustificata, perché la dermatite atopica non è un problema causato da allergie alimentari. Le macchie chiare di cui parla si chiamano “pitiriasi alba” e sono legate alla desquamazione di una pelle molto secca, tutto qui. Se usa un po’ di vaselina e aspetta un po’ di tempo, il sintomo si dileguerà da solo, senza far diventare suo figlio un caso clinico.

L'impetigine

Vorrei saper qualcosa dell’impetigine.

L’impetigine è un’infezione usualmente causata dallo streptococco beta emolitico. Se si limita a una o due lesioni sullo stesso lembo di pelle, si può curare con una crema antibiotica. Altrimenti è necessario somministrare un antibiotico per bocca per vari giorni per eliminare l’infezione definitivamente.

Nutrizione e malattie gastrointestinali

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Stitichezza cronica

Ho una bambina di due anni e mezzo che da circa un anno soffre di stitichezza cronica. L’hanno visitata una decina di pediatri che mi hanno prescritto cure alimentari, sciroppi lassativi, erbe di ogni tipo. Non ho ancora risolto il problema e la bambina va in bagno ogni 5/6 giorni e molto spesso solo se stimolata. Non so più che fare. Mi dia un consiglio. Grazie e buon lavoro.

Innanzitutto le consiglierei di non preoccuparsi troppo di questo problema perché non è affatto vero, contrariamente a quanto si dice, che possa provocare blocchi intestinali o quant’altro. Nel peggiore dei casi provoca disagio e, talvolta, una piccola ferritina superficiale nell’ano, la ragade, che poi guarisce spontaneamente. In secondo luogo è necessario che lei smetta di usare supposte o lassativi perché provocano assuefazione. Infine, ogni atteggiamento preoccupato o di pressione sulla piccola per convincerla a evacuare è del tutto fuori luogo e controproducente. dovrebbe perciò lasciarla completamente libera di fare la cacca o meno, anche se lei viene a lamentarsi di avere “bua” e si vede chiaramente che fa di tutto per trattenerla. Bisogna cioè toglierle la possibilità di ottenere attenzione attraverso questo sintomo. Per aiutarla ad avere delle feci più morbide e quindi a non provare dolore nell’evacuazione, è mia abitudine suggerire la somministrazione a giorni alterni di Laevolac, tre o quattro cucchiaini al giorno e Maalox (sì, proprio l’antiacido che tutti prendono per il mal di stomaco!)quattro cucchiaini al giorno. Sono ambedue privi di effetti collaterali e possono essere dati per mesi senza problemi. Se le feci diventano un po’ troppo liquide, basta diminuire la dose dell’uno o dell’altro. Quando le abitudini intestinali della bambina diventano regolari, allora lei può lentamente smettere di dare questi prodotti, con una buona probabilità di aver risolto il problema.

Stipsi, cosa fare?

Stipsi da separazione dei genitori.

Forse la separazione c’entra, forse no. Comunque ciò che le conviene fare è: 1. Non parlare del problema di fronte al piccolo e non farne diventare un assillo per lui 2. Non usare clisteri o supposte e non preoccuparsi se non evacua anche per vari giorni di seguito: non c’è alcun pericolo di “ostruzione” o di “intossicazione”. C’è solo il disagio di dover passare delle feci molto dure e voluminose 3. Usi, senza dire al bambino che è una medicina per il suo problema, il Laevolac in quantità abbondanti (un paio di cucchiai da tavola al giorno) aggiungendolo a qualsiasi cosa il bambino mangia o beve che possa essere dolcificata. Ciò renderà le sue feci più morbide e facili da espellere. Questa misura va estesa per molti mesi di seguito, in modo da rompere definitivamente il circolo vizioso che si è instaurato. Non ha effetti collaterali e non crea assuefazione, così che fra qualche mese, quando le cose si saranno messe meglio da un bel pò, lei potrà smetterlo senza rischio di un nuovo peggioramento del sintomo.

Stipsi cronica, cosa fare?

La mia bimba di 7 mesi soffre di stipsi. Non fa la cacca a meno che non la stimoli con microclisma. Quali rimedi alternativi e naturali alle perette posso utilizzare?

Innanzitutto non si preoccupi, perché la stipsi, contrariamente a ciò che molti dicono, non pone il rischio di ostruzione intestinale, anche se un bambino trattiene le feci per molti giorni di seguito. L’unica conseguenza che sua figlia può avere da questo fenomeno è il disagio che prova durante l’evacuazione se le feci sono molto dure. Perciò io non ritengo giustificato l’uso continuo dei microclismi, che non risolvono il problema e provocano anche assuefazione. E’ mia abitudine prescrivere ai bambini che soffrono di stitichezza uno zucchero non assorbibile, il lattulosio, presente in alcuni prodotti di farmacia. Aggiungendone qualche cucchiaino al giorno nel latte o in altre bevande che si possono dolcificare tiene le feci morbide, perché vi trattiene acqua per osmosi. Inoltre questa sostanza non ha effetti collaterali importanti e non causa assuefazione e perciò si può usare a lungo, fino a quando il bambino non ha superato definitivamente il timore di farsi male durante l’evacuazione.

Otite acuta e ricorrente

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Prevenzione delle otiti ricorrenti

Catarro da ottobre a giugno (rantolo perenne), conseguenza: otite sempre nello stesso orecchio.

Il suo, si consoli, è un problema comunissimo nei bambini ai primi due o tre anni d’asilo. L’unico rimedio che io trovo utile è la profilassi con piccole quantità quotidiane di antibiotici o sulfamidici. Prima di iniziare tale profilassi però, è essenziale che un’eventuale otite in atto venga curata perfettamente.

Che antibiotici per l'otite?

Gent.mo Dott. Albani, la mia bambina è raffreddata e risulta essere affetta, da un controllo pediatrico, da otite all’orecchio destro. Tossisce qualche volta durante il giorno e la notte. Ha il naso un po’ chiuso. Non ha febbre e non si lamenta per dolore all’orecchio. La pediatra di base le ha prescritto le gocce Anauran (2 gocce 2 volte al giorno per 5 giorni), Mucosolvan supposte (2 volte al giorno per 5 giorni) e lo sciroppo Baby-Rinolo (mezzo misurino mattina e sera per 5 giorni). Mi ha prescritto inoltre un antibiotico (Cefixoral) da tenere in casa qualora dovesse servire in seguito. Leggendo il suo libro ho sostituito lo sciroppo con uno a base di destrometorfano. Ho letto su Internet che il Baby-Rinolo, a base anche di fenilpropanolamina è stato messo al bando dalla FDA statunitense in quanto è stata trovata un’associazione tra l’uso di questa molecola ed il rischio di ictus emorragico secondo lo studio condotto da alcuni ricercatori della Yale University School statunitense. Non le sto somministrando le supposte Mucosolvan, ma le sto mettendo le gocce prescrittemi ad ambedue le orecchie, anche se ho letto sul suo libro della loro inutilità. Lei quali farmaci le prescriverebbe? Qual’è l’antibiotico migliore in questo caso? Possiedo tutti i suoi libri che mi sono di molto aiuto. La stimo infinitamente, la saluto e la ringrazio per la risposta che mi darà.

Sua figlia ha un’otite, cioè un’infezione batterica. L’otite può guarire soltanto in due modi: 1. Spontaneamente, come succedeva a me da bambino. Però, se è un’otite importante può causare danni, soprattutto se si ripete spesso (Io ho dovuto subire due operazioni per recuperare l’udito) 2. Con un antibiotico ben mirato. Questa terapia però non è facile da scegliere, perchè molti batteri che causano l’otite sono resistenti agli antibiotici. Comunque in genere, io inizio con Augmentin e poi mi regolo a seconda del risultato…

Parassiti della pelle

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Pidocchi, che fare?

Nonostante abbia fatto per tre volte la terapia con Aftir gel e shampoo, mia figlia continua ad avere uova del parassita (pidocchi). Mi hanno detto che devo toglierle manualmente, ma sono centinaia e non saprei da dove cominciare. ha i capelli lunghi ma temo che tagliandoli non risolverei il problema, poiché le uova sono annidiate in prossimità della cute, non so più che fare, anche la figlia più piccolo (3 anni) ha lo stesso problema. Cosa mi consiglia?

Le sembrerà stravagante, ma il Bactrim, un sulfamidico-chemioterapico, è efficace nel risolvere problemi come il suo. È stato scoperto per caso alcuni anni fa in India. Bisogna somministrarlo a dosaggio pieno per tre giorni e poi, dopo un intervallo di dieci giorni, rifare la terapia (per suo figlio il dosaggio dovrebbe essere Bactrim Forte sciroppo 10 ml 2 volte al dì).

Problemi comportamentali

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Una bimba troppo placida

Gent.Dottore, mia figlia pur essendo snella,16 mesi kg.8, ha difficoltà nelle attività motorie, non ha mai gattonato, ha camminato da sola a 14 mesi, ora se cade non ha l’istinto di rialzarsi. Quando si sveglia nel lettino non si tira mai su’ da sola, vuole anche solo un dito come aiuto, non l’ho mai trovata pronta ad arrampicarsi da qualche parte. Devo essere contenta di questa sua credo pigrizia, o no. Grazie.

Non deve essere contenta, deve semplicemente accettare che sua figlia abbia il temperamento placido che ha.

Un piccolo duce

Mio figlio ha sempre avuto le sue fissazioni sulle cose che gli altri possono o non possono fare, reagendo con strilli e pianti se non viene ascoltato. Ultimamente, purtroppo, la situazione sta peggiorando al punto che reagisce con violenza fisica verso sé e verso gli altri se non gli viene “obbedito”, rischiando veramente di farsi e di fare del male. Non serve a niente brontolarlo, non si spaventa affatto per la voce grossa!Il punto è che noi ci sentiamo sempre più schiavi e la nostra rabbia aumenta a causa di ciò. Il suo “potere” viene espletato su cose talmente banali (tipo la mamma non deve aprire il cestino con il piede ma con la mano, se cade qualcosa solo la mamma lo può raccattare ecc) che siamo arrivati al punto di controllare se ci vede prima di farle! E’ un bambino che sta con me mezza giornata e un’altra mezza con mia madre (anche con lei si comporta ugualmente), non ha purtroppo altri bambini intorno – speriamo infatti che venga accettato alla materna da settembre. E’ molto intelligente, parla molto ma è un piccolo duce, temiamo per colpa nostra. Come dobbiamo comportarci per aiutarlo ad essere più flessibile? Grazie per un suo consiglio.

Suo figlio usa tutto il suo potere senza scrupoli per ottenere ciò che vuole e imporre la sua volontà. Voi genitori esitate a usare il vostro potere perchè avete paura delle sue reazioni. Così avete dato a vostro figlio il primato in famiglia. A me non sembra giusto. Io credo che i genitori debbano adoperare tutto il potere che hanno per poter bilanciare quello di un bambino e creare una situazione di giustizia familiare. in altre parole, pur cercando di spiegare sempre (e brevemente) le vostre decisioni, dovete imporvi nei casi in cui è necessario, con tutta la determinazione e le capacità di resistenza che avete, non lasciando al bambino la vittoria tutte le volte. Anche se ciò talvolta vi mette in imbarazzo di fronte alla gente e vi fa sentire in colpa.

Un bambino con troppo potere

Mio figlio compie 2 anni a Dicembre 2002, caro dottore le volevo chiedere se determinati comportamenti, tipo il non volere mai andare a letto la sera, o il non accettare nessun tipo di divieto, si possa collegare anche al fatto che non va ancora all’asilo? Io sono dell’idea che più sta in mezzo agli altri e meglio è invece di essere protetto dai nonni ecc. Sbaglio ad avere questa percezione? Se si cosa è meglio fare? La ringrazio fin da ora.

Sì, la iperprotettività causa il comportamento che lei descrive. I bambini avrebbero bisogno di essere trattati con molta maggiore determinazione di quanto purtroppo oggi non si faccia nelle tipiche famiglie italiane. Forse l’asilo aiuterebbe, ma non è certamente sufficiente. Il mio consiglio è quello di non lasciare troppo potere a un bambino: gli fa male, a parte essere poi scomodo per i genitori.

Trattiene le feci, è psicologico?

La bambina si rifiuta di andare di corpo (ha un fratellino di 8 mesi) i medici consultati dicono che non è un problema fisico ma probabilmente psicologico.

I medici consultati hanno forse ragione. Inoltre bisogna tenere presente che la stitichezza, al contrario di ciò che si dice spesso, non può causare danni fisici (come un blocco intestinale) e perciò deve essere presa con molta calma. Tuttavia dei fastidi li dà e perciò sarebbe giusto fare qualcosa per alleviarla, senza perseguitare la bambina con mezzi come clisteri o supposte. Io prescrivo il Laevolac (tre-quattro cucchiaini al giorno) per vari mesi in modo da rompere definitivamente il circolo vizioso feci dure – ritardo dell’evacuazione per paura di farsi male – feci ancora più dure. Il Laevolac non ha effetti collaterali e non dà assuefazione. Si può mettere nel succo di frutta o nel latte o nello yogurt, ecc…

Si rifiuta di evacuare

Gentile dottore, sono la Mamma di Carlotta (2anni appena compiuti). Ho da qualche settimana un grosso problema: la mia bimba rifiuta di evacuare. Pensavo inizialmente si trattasse di stitichezza, poi visto che le sue feci sono morbide,sono arrivata alla conclusione che si possa trattare di una stipsi psicologica, poiché Carlotta non da segni di problemi fisici:mangia,dorme, gioca insomma si comporta come una bimba di 2 anni SANA. Il momento dell’evacuazione si sta rivelando colmo di tensione, difficile, poiché allo stimolo Carlotta si oppone stringendo il sederino e i pugni, irrigidendosi fino a che non passa. In questi ultimi giorni sono costretta ad usare i clisterini (glicerolo,malva e camomilla 3Gr). Confido in Lei per un consiglio. Una mamma seriamente preoccupata.

Cara signora, dovrebbe affrontare la cosa basandosi sul fatto, molto rassicurante, che sua figlia, trattenendo le feci, non rischia alcuna complicazione seria (come blocchi intestinali), anche se riesce a resistere per 10 giorni di seguito. Deve anche considerare che, continuando a perseguitarla con clisterini o supposte, le può causare ancora più esitazione e ribellione. Così la costringe a trattenere ancora di più le feci. Visto che fortunatamente le feci non sono durissime, come talvolta accade, io le consiglierei di non fare proprio nulla. Dovrebbe, in particolare, non mostrarsi preoccupata da sua figlia, che potrebbe usare queste crisi di ritenzione per manipolare la mamma e ottenere più attenzione. Se lei è capace di tenere duro, di avere pazienza e di non intervenire affatto, le prometto che la cosa si risolve da sola.

Si addormenta solo in braccio e al seno

Da quando Anna è nata (ora ha 22 mesi) l’addormentiamo in braccio. Le ragioni: coliche gassose dapprincipio, per comodità poi. Ho provato a lasciarla piangere quando aveva sei/sette mesi nel lettino, andando da lei regolarmente, ma un intervento chirurgico mi ha allontanata da casa per pochi giorni e al ritorno è stato peggio di prima. E’ una bambina tenace, ed ogni mio sforzo successivo non mi ha portato più miglioramenti. Da 5 mesi è nata la sorellina, Sofia, e Anna da sette mesi dorme nel letto singolo con una sponda, ma devo stendermi accanto a lei finché non si è addormentata e quando si sveglia la notte, ristendermi vicino a lei finché non riprende sonno. Da quando è nata Sofia c’è in più il problema gelosia, se Anna si sveglia e va da lei il suo babbo, capisce che io sono con la piccola e si mette a urlare chiamandomi. Se prima accettava anche il papà, ora per la nanna vuole solo me. Come abituarla ora ad addormentarsi da sola? Come faccio a lasciarla piangere nel letto se scende da sola e ci raggiunge in soggiorno? Chiuderla dentro la cameretta mi sembra un castigo, una punizione… mah, non so… mi dia un consiglio. Inoltre ho paura di ripetere lo stesso errore con Sofia, che ha già iniziato a volersi addormentare in braccio volendo il seno anche se non è proprio per fame. Grazie.

Vede, cara signora, lei è caduta vittima del problema che assilla moltissimi genitori oggi: non avere il coraggio e la fermezza di imporre con il potere regole e limiti ai figli. Si ha paura che soffrano troppo, che si sentano abbandonati, puniti, vinti. E allora facciamo in modo da perdere noi e da sentirci vinti noi: che poi non è tanto meglio, come lei ha realizzato sulla propria pelle. Sarebbe stato più semplice che, quando ha tentato di imporre ad Anna di dormire la notte la prima volta, non fosse andata lì di tanto in tanto per farsi vedere, ma che l’avesse fatta piangere e basta, fino alla realizzazione che “la notte si dorme e che mamma non viene più a prenderti, neanche se urli come una sirena dei pompieri”. Se le sembra troppo crudele, come le sembra una “punizione” chiuderla nella sua stanza adesso, pensi invece a quanti pochi scrupoli ha Anna nell’imporre il suo volere (cioè il suo potere) a voi genitori. Lei è una despota e voi avete paura di usare legittimamente il vostro potere, perché pensate di ferirla e di farla diventare insicura. Questa è la situazione. Ci sarebbe da consolarsi pensando che la trappola nella quale siete voi è molto comune. Come se ne esce? Agendo con grande convinzione e determinazione, per imporre senza “scrupoli” regole ragionevoli, che sono a difesa del riposo e della pace familiare. Questo, ovviamente, causerà molta rabbia, strilla, “disperazione” in Anna. Ma, alla fine, se siete forti e coerenti, le darà il senso dei limiti e le farà sentire che il suo io è limitato e contenuto. Lungi dal farla sentire meno sicura, essere limitata e contenuta le darà invece maggiore calma e serenità.

Piange fino a svenire

Salve, ho una bambina di 20 mesi con un fratellino di 7 anni ultimamente la bambina appena inizia a piangere va in apnea e poi sviene . Prima lo faceva raramente ora lo fa sempre più spesso per ogni banalità. Come bisogna comportarsi? E’ il caso di preoccuparsi?

Non è il caso di preoccuparsi ed è importante non farsi costringere dalla bambina ad assecondarla in ogni richiesta o lamentela solo perché fa le scene che lei ha descritto. Ricordi che si tratta di uno dei modi più furbi e manipolativi per acquisire potere che un bambino possa usare.

Paure ingiustificate

Mia figlia è stata investita al parco da una bici. Nulla di grave se non per il fatto che ora urla da matti ad ogni rumore che non conosce e specialmente con i motorini. non capisco come mai visto che la bici non fa rumore; si sveglia di notte piangendo anche se ormai sono passati 20 giorni e le faccio vedere da vicino tutto ciò che le fa paura ma si stringe forte a me con i lacrimoni. Che fare?

Sua figlia è in un’età nella quale sono già presenti normalmente delle “fobie” e perciò la sua reazione all’incidente non è affatto strana. Non le conviene tentare di farle passare la paura in fretta esponendola proprio alle cose che la spaventano. Lasci invece che il tempo aiuti a risolvere il problema spontaneamente.

Parasonnie

Buon Giorno, volevo esporre un problema mia figlia, 3 anni compiuti il mese di marzo, è una grande dormigliona e in genere ha anche un sonno tranquillo. Ma da un po’ di giorni si sveglia piangendo, come se avesse un incubo o stesse litigando con qualcuno nel sonno, e se vado a consolarla è ancora peggio. Non riesco a capire cosa potrà essere. Cercando di analizzare la giornata posso dire che, purtroppo, ci sono dei no che devo dire e che lei non accetta tranquillamente. In genere lei non vede cartoni o scene violente (eccetto Tommy e Gerry, neanche in famiglia. Lei va alla scuola materna e si lamenta molte volte che le maestre non le fanno fare molte cose perché è piccola. Come lo devo interpretare?

Sua figlia, come tanti bambini dopo i tre anni, ha degli episodi di sonnambulismo (o meglio, parasonnie) in cui fa degli incubi ad occhi aperti. Non si preoccupi, passeranno. Nel frattempo, se si verificano ancora, non cerchi di svegliarla e di consolarla, perché è controproducente. Le parli con calma senza starle addosso e aspetti che si tranquillizzi da sola…

Non si vuole separare

Mia figlia di otto mesi a settembre dovrà andare al nido, fino a ora è vissuta solo con me ed il padre, i parenti sono in un’altra città. Ora è molto attaccata a me non posso lasciarla sola in una stanza a giocare non vuole perdermi d’occhio. Sono indecisa se metterla in un nido con orari rigidi di entrata e uscita, così però non mi vedrebbe per tutto il giorno;oppure un nido che mi dia la possibilità di portarla a qualsiasi ora della mattina o del pomeriggio così da staccarmi da lei solo quando necessario, io sono una insegnante elementare e spesso capita di dover andare a scuola solo il pomeriggio o solo la mattina. Insomma è meglio dare delle abitudini e orari ben precisi o separarla da me il meno possibile? Ho fretta di decidere perché le iscrizioni chiudono alla fine di aprile, la prego di rispondermi appena possibile. Grazie.

Non faccia la mamma “chioccia”, si fidi della sua piccola. Ce la farà anche senza di lei. Sono sicuro che è più difficile per lei (mamma) separarsi da sua figlia che viceversa. Almeno questa è la mia esperienza. Ma è necessario per ambedue che questa separazione avvenga. In sintesi, se fossi i lei opterei per “l’orario rigido”.

Non parla a due anni

Mio figlio ha compiuto da poco 2 anni ma ancora non parla, dice solo qualche “parola”: mamma, tattà (papà), deddè (zia), per il resto parla con gesti e versi. Comunque capisce quello che noi gli diciamo e lui stesso si fa capire benissimo. Dobbiamo preoccuparci?

No, molti maschi fanno così. Se capisce ciò che gli dite vuol dire che ci sente bene e che ha normali capacità intellettive. Cioè ha gli strumenti per imparare a parlare, quando ne avrà voglia.

Non dorme più

Il mio bambino ha sette mesi. Nella seconda metà di aprile è stato colpito dall’influenza (febbre, catarro, etc…) da allora manifesta disturbi del sonno. Si sveglia ogni ora e impiega ogni volta almeno 15-20 minuti ad riaddormentarsi. Premetto che è un bambino che dorme poco durante il giorno da quando è nato (un’ora e mezzo circa frazionata tra mattino e pomeriggio). Prima dell’influenza riusciva a dormire un paio di ore prima dell’ultima poppata, riprendeva subito sonno e dormiva abbastanza regolarmente fino alle sei-sette del mattino per poi fare colazione e ridormire fino circa le nove anche più. Non riesco a capire cosa ha determinato questo cambiamento, influenza, processo di dentizione o altro? Siamo disperati!

Forse l’influenza non ha fatto altro che scatenare un fenomeno che sarebbe avvenuto comunque a sei-sette mesi e cioè la paura dell’abbandono. E’ per questo che molti bambini cominciano a dormire poco e male e fanno “disperare” i genitori. Lei ha due alternative: 1. continuare a essere paziente e a confortare il piccolo fino a quando non si deciderà a tranquillizzarsi (che potrebbe essere a due anni e mezzo) 2. Fare la cura drastica del sonno, cioè lasciarlo piangere fino a quando non si addormenta da solo. In questo secondo caso il risultato si ottiene in due notti. La prima notte il bambino potrebbe piangere ininterrottamente anche per varie ore, mettendo a durissima prova la resistenza di voi genitori. Se decideste di mettere in atto questo metodo, non tornate indietro. Chi si ferma è perduto.

Ne fa di tutti i colori

Egregio dottor Albani, Le scrivo perché non so che atteggiamento adottare nei confronti di mio figlio, un bambino che è sempre stato molto vivace, cocciuto e permaloso (anche molto dolce e affettuoso) ma da quando è nato il fratellino, che ora ha 9 mesi, la situazione è precipitata. Fa cose del tipo: Buttare una forchettata di pasta al sugo per terra, disegnare una bella riga nera su tutto il divano bianco, fare la pipì e la cacca addosso (pipì fatta anche sullo stesso divano bianco). Questi non sono episodi sporadici, ogni giorno ne combina almeno un paio del genere. Riesco a capire che probabilmente chiede attenzione, io e mio marito facciamo del nostro meglio (lavoriamo entrambi). Inizialmente abbiamo cercato di essere pazienti, poi abbiamo cominciato a punirlo, poi a sculacciarlo e adesso non so che fare. Inoltre accetta incredibilmente bene le punizioni, se gli dico di stare nella sua stanza per tutta la sera lui lo fa, se gli tolgo i giocattoli o le sue cassette si lamenta un po’ al momento ma per i giorni a seguire non li cerca neanche più. Le chiedo consiglio per sapere come mi dovrei comportare nel momento in cui ne combina una delle sue? La ringrazio moltissimo fin d’ora.

1. Gli conceda di tanto in tanto una passeggiata da solo con lei o con ambedue voi genitori lasciando il piccolo con un’altra persona.

2. Non gli lasci passare i comportamenti che descrive. Continui a disapprovarlo e a punirlo con coerenza, ma senza insultarlo o chiamarlo “cattivo”. Gli dica semplicemente che ciò che fa provoca danni e molto da fare e che ciò è inaccettabile per lei.

3. Aspetti con calma che le cose si aggiustino. Il tempo guarisce anche la gelosia.

4. Se crede, compri il mio libro “Come parlare ai nostri figli” dal mio sito. C’è un intero capitolo sulla gelosia che potrebbe aiutarla ulteriormente.

Mio figlio non riconosce l'autorità

Mio figlio non riconosce l’autorità dell’adulto a casa e a scuola. Non accetta regole. Risponde sempre no e sfida l’adulto, crede di sapere tutto lui. Disturba in classe e gioca sempre coi bambini più terribili. A volte è manesco coi compagni e con la sorella maggiore. Dice che il suo rendimento scolastico “fa schifo” (ha buono o distinto in tutte la materie). Ogni giorno per farlo studiare devo intraprendere una vera lotta. Impiega più tempo a brontolare che a studiare. Noi genitori e le insegnanti (coi le quali abbiamo un ottimo rapporto) abbiamo provato in tutti i modi:prima con le minacce e i castighi, poi, non avendo risolto nulla (anzi le cose peggioravano ed erano diminuiti anche i rendimenti scolastici), abbiamo tentato, dietro consiglio di una neuropsichiatra infantile, con le “buone” stabilendo poche regole indispensabili ed evitando i conflitti inutili (es. allacciati le scarpe). Il risultato è stato che in casa “regna l’anarchia”. Per favore, ha qualche consiglio da darmi? Non riesco più a gestire mio figlio sono arrivata al punto di fargli ” da balia” preparandogli io la cartella, vestendolo, mettendo a posto i suoi, giochi, interessandomi presso i compagni di scuola sui compiti che lui non scrive sul diario, del materiale che deve o non deve portare con sé. Eppure non è stupido, anzi, nel test di intelligenza ha ottenuto eccellenti risultati. Penso che da parte sua sia un continuo mettermi alla prova.

Suo figlio ha conquistato una fetta di potere eccessivo nella famiglia, cosa che non è un bene, nè per voi, né per lui. Mi domando se il suo non sia un problema legato a un deficit di attenzione. Guardi a questo proposito il sito www.aifa.it. Se non ritrova in suo figlio le caratteristiche di quella sindrome che viene definita con la sigla adhd, allora il piccolo è semplicemente un tiranno che va ridotto alla ragione. Come? Negoziando con lui degli accordi precisi (veda a questo proposito la sezione del mio libro su come negoziare in caso di conflitti con i figli) e poi pretendendo il rispetto delle regole e comminando sanzioni pesanti, che facciano veramente male, in caso di trasgressione. In caso di comportamenti veramente irrispettosi, come parolacce o insulti nei vostri confronti, a mio modesto avviso, non sarebbe condannabile un ceffone ben azzeccato. Ciò che dicono a questo proposito gli psicologi televisivi nostrani è un modo per disarmare completamente i genitori e metterli nelle mani dei figli che non hanno alcuno scrupolo a usare le loro armi di potere per soggiogare i genitori.

Mio figlio mi da gli schiaffetti

Buongiorno Dottore, ho un bambino di 2 anni e mezzo è un bimbo tranquillo poco vivace e di regola non ho mai avuto particolari problemi con lui. Va al nido da quando aveva 16 mesi ed è sempre andato volentieri. Ultimamente è molto aggressivo, nervoso e isterico. Piange per niente anche se solo gli dico no per cose banalissime in + non si lascia lavare, cambiare e vestire ogni mattina è un incubo mi da schiaffetti si mette a strillare e dimenare come un pazzo. Ha sempre fatto colazione con il latte (nel biberon) mentre adesso per farlo mangiare devo “tirare fuori un coniglio dal cappello” e la sera da qualche giorno non vuole mangiare nemmeno ciò che più gli piace (pasta al pesto, pastina in brodo, cotoletta o bastoncini di merluzzo) al nido comunque mi dicono che è tranquillo che mangia e che gioca (tranne quando lo devono rivestire che fa dannare) quando vado a riprenderlo è tranquillo. Ho pensato che forse lo sto viziando e che lui se ne sta approfittando e se invece ci fosse qualcosa che lo disturba? Lei che ne pensa? Grazie in anticipo.

Difficile per me giudicare il perché del suo cambiamento improvviso. Tuttavia, qualunque ne sia la ragione, non gli permetterei di “dare schiaffetti”, che sono un segno di mancanza di rispetto per la mamma, cosa molto deleteria per il rapporto. Lo blocchi sempre con grande energia quando lo fa e ignori le sue proteste veementi. Non si lasci dominare dal suo piccolo ossesso, insomma. Non so cosa lei voglia dire quando dubita di averlo viziato, ma se questo significa che gli ha lasciato fare ciò che voleva, anche in disprezzo dei suoi tentativi di dargli regole, allora ha ragione ad avere dubbi. I bambini devono seguire almeno alcune regole ragionevoli, anche quando non le amano. Se non si adattano e si ribellano violentemente, io credo che sia giusto sanzionarli con punizioni che siano veramente deterrenti.

Mio figlio fa un sacco di capricci

Carissimo Dottore, il mio bambino di tre anni va da due mesi all’asilo. Le maestre dicono che sta sempre zitto e non gioca con gli altri bambini, però è tranquillo e a me dice che si diverte molto. A casa, invece, è diventato insopportabile: vuol stare sempre e solo con me. fa capricci per ogni cosa, anche la più sciocca, e picchia, tira calci e morde il padre, con cui prima stava volentieri e la nonna che vive con noi. Fino a poco tempo fa stava con tutti, zie, nonni, vicini di casa, ora non posso andare neppure più in bagno perché mi viene dietro. Dopo un raffreddore con febbre, non vuole neppure più mangiare. Io lo lascio perdere, ma è stato anche due giorni senza mettere in bocca nulla e capisco che, oltre all’appetito che sicuramente sarà diminuito, usa il cibo come ricatto e modo di attirare l’attenzione su di sé. Come mi devo comportare? Come rispondere praticamente ai continui pianti e capricci? Passerà? La ringrazio di cuore e la saluto con affetto.

Cerchi di essere molto serena quando non mangia per ricattarla. Gli dia l’impressione di non avere alcuna preoccupazione su questo punto. Suggerisca anche alla nonna di non intervenire e di non parlare apertamente davanti a lui di questo argomento (è importantissimo non parlare di un bambino di fronte a lui!!). I pianti e i capricci continuano sempre se…. procurano al bambino l’effetto desiderato. Se egli ottiene ciò che vuole (cioè un oggetto, che la mamma stia con lui malgrado abbia da fare altre cose, che la mamma gli dia attenzioni spropositate, ecc.), allora continuerà senz’altro a fare ciò che lei descrive. Sia pure affettuosa con lui, ma gli neghi con grande coerenza e determinazione le cose che non vuole dargli, anche se piange disperato per ore. Non ascolti coloro che dicono che così è troppo dura, “tedesca”. Alla fine, se capisce che certe cose non le ottiene neanche se piange in ungherese, smetterà il suo comportamento capriccioso. Ci vogliono mesi, però.

Mia figlia non collabora

Non riesco ad instaurare una collaborazione con lei. Ho ripreso a lavorare da Gennaio, non va più all’asilo è aggressiva, di notte sia lei che il fratello dormono male sembrano avere un orologio che scatta tra le 3 e le 5 del mattino. Dice sempre di no e da qualche settimana ha iniziato a succhiarsi il pollice. Non so come aiutarla.

Mi sembra che lei si faccia prendere un pò troppo la mano dalla sua piccola tiranna, forse perchè si sente in colpa per aver ricominciato a lavorare. A me non sembra giusto. Sua figlia dovrebbe rispettare regole e limiti comunque e non le si dovrebbe lasciare la scelta di fare come le pare. Ascolti coloro che le dicono di essere più determinata e si faccia aiutare (magari da suo marito, se è più “duro” di lei) a gestire la cosa con più coerenza. Sua figlia non si convincerà a “collaborare” spontaneamente, su questo può contare.

Mia figlia mi caccia via e mi picchia

 Sono quattro giorni che la mia bambina quando mi vede piange a dirotto, non vuole staccarsi dalla nonna, la chiama in continuazione. Poi mi dice vai a lavorare, mi picchia e mi morsica. Quando si calma mi bacia, mi accarezza, dice a me e suo padre vengo anche io non andate via ecc. Sono in attesa dei suoi libri, quando arriveranno, non la disturberò più!!!! Grazie infinite.

I due anni sono un’età molto turbolenta, in cui i bambini diventano molto capricciosi e ribelli. Vogliono tutto e il contrario di tutto ed è impossibile accontentarli, anche se si volesse. Non si faccia intimidire dalle manipolazioni di sua figlia e non si senta in colpa perché lavora. Non solo ciò non può far male a sua figlia, ma credo che sia un bene per lei, perché è almeno un buon esempio. Le permetta pure di esprimere la sua rabbia a parole, ma non lasci mai (dico mai) che le manchi di rispetto picchiandola mordendola o insultandola con parole offensive. Questo sarebbe un male per tutte e due e va impedito anche a costo di punirla severamente e talvolta, quando è incontenibile in altri modi, anche con uno sculaccione o con uno schiaffo. Molti psicologi si stanno ricredendo oggi su questo punto e io sono assolutamente d’accordo con quelli che pensano che, nell’ambito di un rapporto affettivo normale, una sculacciata di tanto in tanto non fa male. Anzi, permette di stabilire delle regole e dei limiti indispensabili e a far mantenere credibilità e autorevolezza ai genitori.

Mia figlia detesta dare baci

Mia figlia Carolina, 6 anni, secondogenita di 4 fratelli, tutti maschi, intelligente, autonoma ed un po’ timida, detesta dare e ricevere baci, nonostante io e mio marito, seppur riservati di carattere, siamo molto affettuosi anche fisicamente coi figli. Perché si comporta così?

Forse sua figlia è semplicemente una persona riservata e non espansiva. Non va fatta sentire strana o in colpa. Bisognerebbe invece rispettare la sua natura e lasciarla “sbocciare” quando se la sente. I bambini così nascondono tesori insospettabili.

Mia figlia di 7 anni viene nel lettone

Francesca ha sette anni, è una bambina vivace ed allegra, ma di notte… si sveglia almeno una volta e si riaddormenta solo se le permetto di venire con me nel lettone o se mi corico accanto a lei. Preciso che ciò si verifica puntualmente tutte le notti, se non addirittura al momento di addormentarsi, quando il massimo è… entrare nel lettone. Mea culpa se, per la stanchezza (ho altri due bimbi di 6 e 2 anni e mezzo), cedo alle richieste della bimba.

Sua figlia ha imparato con l’esperienza a dominare la scena notturna della sua casa. Non c’è un modo semplice e indolore di rimediare al “misfatto”. C’è invece un modo coraggioso e doloroso di agire: dire a Francesca che è venuto il momento di smettere di disturbare il sonno della famiglia, impedirle fisicamente (anche chiudendo la porta della camera da letto a chiave) di entrare nella sua camera, resistere a tutte le sue reazioni, anche le più disperate. In altre parole, cara signora, deve fidarsi della capacità di Francesca di essere “normale” e di sopravvivere a una privazione che oggi sembra così seria, ma che, a considerarla bene, non è che un normale limite della vita.

Le parasonnie, il sonnambulismo

Il bambino (molto sveglio e vivace) da qualche settimana (ora ha 22 mesi), quasi tutte le notti e’ capace di ‘parlare’ anche per più di un’ora. Sembra essere sveglio, però non apprezza le nostre domande, come se volesse essere lasciato in pace a parlare (non piange ne’ si lamenta, è come se facesse discorsi tra se ad alta voce. Grazie per l’attenzione.

Uno stato fra la veglia e il sonno (chiamato parasonnia) è molto comune nei bambini nei primi dieci anni. Non mi preoccuperei per nulla del fenomeno e, anche se il piccolo dovesse avere degli incubi a occhi aperti, è meglio non cercare di svegliarlo del tutto, perché lo si spaventa anche di più. Stargli qualche minuto vicini parandogli dolcemente senza toccarlo può essere utile.

Incubi ad occhi aperti

Lorenzo è un bambino intelligentissimo a 3anni e mezzo leggeva e scriveva (tutto selfmade però credo che l’infanzia sia sacra e non deve essere programmata e intruppata da velleità di genitori stupidi). Più o meno della stessa epoca sono i conteggi e le operazioni(la matematica, la geografia e le lingue sono decisamente la sua passione), tutti i pediatri, maestre d’asilo mi hanno sempre fatto notare la decisa superiorità mentale che ha nei confronti degli altri, è un bimbo estremamente simpatico e socievole (è dei gemelli…), non sta mai fermo ed ha un’inesauribile energia nonostante mangi pochissimo. Io e lui però abbiamo un rapporto molto conflittuale, lui è semplicemente anarchico sia con le buone, con le cattive, con i castighi fa quasi sempre, o quasi, quello che vuole. Mi sono messa in discussione andando anche da una psicanalista terapeuta della famiglia a Milano e le cose sembrano migliorate un pochino. Vengo al punto, Lorenzo soffre, e in questo ultimo periodo più frequentemente, di quello che io reputo essere pavor nocturnus una specie di crisi di sonnambulismo dove è agitatissimo corre per casa salta sul letto e farfuglia i suoi discorsi in apparente veglia. Capisco che il suo cervello è iperattivo anche di notte, ma oltre a far fare straordinari alla corteccia celebrale, questi ‘attacchi’ gli danno una tachicardia incredibile e non vorrei che avesse conseguenze oltre che neurologiche anche in qualche modo cardiache. Cosa consiglia di fare? E’ il caso di farlo vedere da qualcuno specifico (magari conosce qualche nominativo lei), oppure devo dargli dei blandi sedativi per farlo riposare meglio (premetto che sono una fan storica dell’omeopatia che mi ha risolto da broncopolmoniti a dermatiti atopiche nella seconda figlia). Nel ringraziarla anticipatamente, confidando in un suo prezioso consiglio la saluto cordialmente.

La forma di “parasonnia” di cui soffre suo figlio è abbastanza comune. I suoi “incubi ad occhi aperti” sono forse causati anche da qualche disturbo fisico che gli rende difficile dormire. Per esempio, ha mai manifestato sintomi di reflusso gastro-esofageo? Cioè, nel primo anno ha mai avuto rigurgiti frequenti e abbondanti, episodi di vomito, ruttini frequenti, singhiozzo?

Il bambino che parla troppo

Mio figlio ha problemi da sempre in ambito scolastico. Ha iniziato ad andare al nido a 6 mesi e da allora ha sempre frequentato ambienti scolastici a tempo pieno. Adesso frequenta la seconda elementare il suo rendimento è ottimo, è bravissimo a disegnare, è pieno di fantasia, ma dobbiamo sempre punirlo perché a scuola parla non sa stare zitto e le maestre per questo si lamentano sempre. Non sappiamo più cosa fare. A casa e un bambino molto bravo anche se richiede sempre attenzione e non sta un attimo zitto.

E’ probabile che il vostro atteggiamento di fronte a questa verbosità esplosiva del suo piccolo sia un po’ ambiguo. Forse da una parte vi dà molto fastidio, ma d’altra parte vi diverte e non sapete nasconderlo. Se così fosse, dovreste assumere invece un atteggiamento molto più deciso di disapprovazione ogni volta che succede dicendogli per esempio: “A me non piace sentirti parlare in continuazione. Abbiamo altre cose da fare che sentirti parlare. Ci stanca molto ascoltarti” Questi sono “messaggi io”, migliori di “Parli troppo, sei un chiacchierone, ci hai stancato…” frasi che sono tutti messaggi “tu”. Se non ascolta comunque, le punizioni da dargli dovrebbero essere efficaci (nel senso che dovrebbero provocargli molto disagio e quindi essere dei deterrenti veri) e poi coerenti, cioè applicate con regolarità, senza eccezioni. Altrimenti non funzionano e, al contrario, vi fanno perdere credibilità e autorevolezza.

Ha smesso il ciuccio e mangia le unghie

Francesca, da quando ho cercato di eliminare il ciuccio (almeno durante il giorno), ha cominciato a mangiarsi le unghie… e continua pur avendo deciso di lasciarla ciucciare quando lo chiede. Come comportarmi? Fino a 20 anni anch’io mi mangiavo le unghie! Grazie e cordiali saluti.

Generalmente mangiare le unghie è un comportamento imitativo e non è necessariamente il segno di un qualche problema emotivo. Comunque, non lascerei alla bambina il ciuccio affinché non mastichi le unghie. Le spiegherei di nuovo che il ciuccio può rovinarle i dentini e glielo negherei definitivamente. In cambio, se può servire, le dia un regalo che potrebbe farle piacere.

È difficile mandarlo a scuola

Edoardo ha frequentato normalmente la scuola materna (a tempo normale). Ora è in 1a elementare (tempo pieno) e piange tutte le mattine xché non vuole andarci (consideri che i compagni sono tutti nuovi ed inoltre c’é un bambino con un grave handicap). Anche se il carattere di Edoardo è molto vivace (si muove e parla molto) e “forte” (ma anche sensibile), a scuola si comporta molto bene, rispettoso delle regole. Il problema è che quando torna a casa si sfoga con estremo nervosismo o pianto. La mattina quando lo porto a scuola lui dice che non vorrebbe piangere ma non ci riesce, io cerco di essere comprensiva ma comunque decisa a portarlo. Però non è facile!!! Grazie.

Capisco che non sia facile. Sembra quasi di essere troppo spartani, quasi crudeli. Tuttavia, il compito di un genitore comporta anche questo, purtroppo.

È aggressivo con me, cosa faccio?

Mio figlio Federico che ha due anni e mezzo, da circa 20 giorni ha delle reazioni piuttosto aggressive con me, più raramente con il padre. Se qualche desiderio non gli viene soddisfatto o se lo si interrompe per qualcosa (per esempio devo cambiargli il pannolino per la cacca) reagisce piuttosto violentemente, mi dà uno schiaffo o mi tira quello che ha in mano addosso o mi da calci e mi urla cattiva. Io non gli lascio mai passare questo tipo di comportamenti, lo sgrido, lo punisco, gli do anche uno schiaffo. Lui capisce o comunque sa che è una cosa che non deve fare, mi chiede scusa, mi abbraccia, mi bacia, ma , anche dopo 10 minuti, se accade qualcosa che lo infastidisce, ripete. Sbaglio qualcosa o comunque cosa posso fare per fermare questo tipo di comportamenti?

Non sbaglia. Continui a disapprovarlo con determinazione tutte le volte che si comporta in maniera irrispettosa nei suoi confronti, punendolo e talvolta, quando fa qualcosa di veramente inaccettabile (come sputare o insultare o far male), anche dandogli un ceffone. Tuttavia, sappia che un bambino di quell’età è nella fase di massima tendenza alla sfida nei confronti dei genitori (se compra il mio libro “Come parlare ai nostri figli” troverà un capitolo sui “terribili due anni” che le spiegherà meglio questo punto). Eviti perciò, per quanto è possibile, le occasioni di conflitto con lui per i prossimi mesi, cerchi cioè di prevenire i contrasti con qualche trucco preventivo (vedi libro sopra). Dopo il compimento dei tre anni diventerà più ragionevole, forse.

Come fargli smettere di succhiare il dito?

Il mio bambino ha iniziato a succhiare il dito all’età di 3 mesi. Vorrei sapere come intervenire per togliergli il vizio senza creargli disagi o nervosismi. In generale e un bambino molto riflessivo e tranquillo ed anche molto sereno. Grazie per il suo consiglio se ce n’e’ uno visto che il problema più grosso a lungo andare sarà il suo palato e lo sviluppo dei denti. Grazie.

Se il bambino continua a succhiare il dito oltre i cinque anni, potrebbe effettivamente avere problemi ortodontici. Cominci fin da ora a spiegargli di tanto in tanto che un giorno dovrà smettere questa sua abitudine e per quale ragione, senza assillarlo però. Quando arriverà vicino ai cinque anni, se non ha ancora abbandonato il suo vizietto spontaneamente, gli proponga di aiutarlo a liberarsene applicandogli sul dito qualcosa di molto sgradevole, che gli ricordi che deve smettere.

Come dire che nonna è morta?

Illustrissimo dr. Albani, da due giorni è morta mia suocera che abitava nell’appartamento sotto al mio. Come dirlo a mio figlio? Grazie infinite per la suo preziosissima collaborazione. Lei è unico.

A un bambino bisogna sempre dire la verità, per quanto dolorosa. Bisogna soltanto trovare le parole più semplici per farlo. Questo dipende anche dal fatto se voi genitori siete credenti in una religione e in una vita oltre la morte e se quindi volete dare a Christian l’immagine della nonna volata in paradiso o meno. La cosa peggiore da fare è dire bugie, di cui il bambino, alla lunga, si accorge e che lo feriscono molto di più della verità. Ricordi che una volta le cerimonie funebri, con il morto esposto nella bara aperta, avvenivano di fronte ai bambini, che non soccombevano per questo.

Ciuccio fino a quando?

Egr. Dott. Albani, il mio bambino di quasi 5 anni usa ancora il ciuccio. In verità io non ho mai fatto niente per togliergli questo vizio. Vuole soprattutto il ciuccio quando sta con me Mi può dare un consiglio sul da farsi per favore? Grazie Mille.

Sarebbe giusto che lei gli facesse smettere di usarlo, convincendolo con molta determinazione che il suo “vizietto” gli (e vi) può costare caro. Se vuole rendergli la rinuncia un po’ meno bruciante, gli faccia una festicciola nella quale, per compensarlo, gli dà un bel regalo.

A che età in camera da solo?

Volevo sapere da che età lei consiglia di far dormire il bambino nella sua cameretta da solo? Vede il nostro bimbo nascerà ad ottobre e secondo mio marito e altri dovrebbe da solo dormire solo ma io sono un po’ titubante cosa mi consiglia di fare? La ringrazio tanto! A presto!

A me sembra giusto mettere nella sua cameretta un piccolo dai cinque mesi circa. A questa età infatti non ha sicuramente più bisogno di poppate notturne, anche se potrebbe protestare fortemente alle prime due notti. Poi, se si tiene duro, si addormenta da solo e… tutto è fatto.

Problemi di apprendimento e comportamento a scuola

Nascosto
Scrive in modo strano

Mia figlia di 3 anni e mezzo, molto curiosa, vivace e con tanta voglia di imparare, mi lascia perplessa quando disegna. Quando disegna gli animali e le cose sono nel giusto verso, ma quando disegna i bambini o noi o quando si disegna (completa anche di capelli ricci, dita, piedi e vestitino) lo fa in orizzontale o in testa in giù. Questo succede anche quando cerca di scrivere i numeri li fa tutti in testa in giù. E’ normale? Cosa vuol dire? Lei è una bimba molto precoce e le maestre della scuola materna gli fanno il programma dei bambini di quattro anni e ritengono che sia pronta ad anticipare la prima elementare.

Alla sua età, la tendenza a scrivere e disegnare in maniera “speculare” è normale. Non lo sarebbe più a sei anni; ma c’è tempo, non crede?

ADHD è vera?

Ho letto il suo articolo sul Ritalin e la descrizione sull’iperattività si adatta esattamente a mia figlia Francesca di 8 anni. La bimba è stata vista dalla neuropsichiatra della usl, dalla AIDAI (associazione italiana per i disturbi dell’attenzione e iperattività) e dall’U.O. di Psichiatria e Psicoterapia dell’età evolutiva dell’Ospedale Maggiore di Bologna. La diagnosi è stata disturbo di attenzione con iperattività sottotipo iperattivo/impulsivo in un’organizzazione cognitiva ai limiti inferiori della norma e caratterizzata da un disordine visuo-spaziale. Purtroppo nessuna di queste diagnosi ha portato ad una soluzione del problema di Francesca. Il neuropsichiatra dell’assoc. AIDAI le aveva prescritto il Laroxil che abbiamo provato, ma le dava solo una grande stanchezza serale, ma non la aiutava a controllare tutta la sua esuberanza. Per il disturbo visuo-spaziale abbiamo fatto dei cicli di logopedia e sembra che ci sia stato un miglioramento dal punto di vista dell’apprendimento e dell’organizzazione scolastica. Attualmente Francesca frequenta la 2^elem., fa tanto sport (judo, nuoto, sci..), frequenta i boyscout. Purtroppo l’iperattività sta diventando un problema a scuola in quanto è capace di alzarsi dal banco e andare dall’insegnante anche 10 volte in un’ora. Le chiedo se mi può consigliare cosa fare per aiutare Francesca, a chi mi posso rivolgere (noi abitiamo a Bologna, ma se non c’è nessuno in zona siamo disponibili anche ad andare in altre città) oppure se lo ritiene utile a venire ad una visita da Lei (le posso inviare via email tutta la documentazione delle visite fatte a Francesca. Rimango in attesa di una sua gentile risposta.

Il caso di sua figlia è la conseguenza tipica dei pregiudizi della neuropsichiatria infantile del nostro paese. In tutto il mondo civile i pediatri sanno che il disturbo avrebbe una risposta molto positiva al Ritalin, ma, per ragioni puramente ideologiche di opposizione a certi farmaci psicoattivi, la si lascia andare alla deriva. Dico certi farmaci perché, come lei stesa ha potuto sperimentare, altri farmaci (come il Laroxyl o il Depakin, ben più potenti e tossici) vengono invece prescritti tranquillamente, sebbene sia risaputo che sono quasi sempre inutili nel disturbo “Deficit di attenzione-Iperattività”, se non controproducenti. Purtroppo l’unico modo in cui un bambino Italiano può usufruire della terapia giusta è quello di sottoporsi a un lungo iter burocratico nei pochi centri oggi disponibili in Italia, e non dappertutto.

Problemi di comunicazione e rapporto con i figli

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Ha il reflusso gastroesofageo ed è viziato

Gentile dottor Albani, mio figlio di 17 mesi ha sofferto di rge dalla nascita. Non esito a definire pesantissimo il suo primo anno di vita, per lui, noi e la sorellina (che ha sofferto anche lei dello stesso problema fino ai 15 mesi). Dopo l’anno il rge non si è certo risolto ma almeno è diventato più tollerabile. Ultimamente si svegliava 2-3 volte di notte sia per il reflusso, sia forse, a volte, solo per abitudine. Nell’ultima settimana però il reflusso sembra essere tornato prepotentemente alla carica: sono ripresi i rigurgiti acidi anche di giorno preceduti da nervosismo e conseguente pianto, l’odore di acido in bocca, i risvegli sono 8-10 per notte con pianti, inarcamenti e sbattimenti di gambe, si intuisce dolore alla deglutizione. il tutto si placa solo con maalox o latte materno (sappiamo che non va bene ma dopo aver dato maalox prima di metterlo a letto e magari altri 3/4 ml al primo o secondo risveglio non ce la sentiamo di dargliene ancora). Preciso che: inizialmente Lorenzo era stato curato con peridon, motilium, gaviscon, poi, dopo,la sua gentile consulenza, solo con maalox per un lungo periodo. Nell’ultimo mese prendeva Gaviscon doppo i pasti e maalox al bisogno. la mia domanda è: il reflusso può tornare dopo che sembrava quasi eliminato? Aggiungo che: Lorenzo ha fatto tutte le vaccinazioni, di cui la antiparotite/morbillo/rosolia 13 giorni fa (può dipendere da questo il peggioramento?), prende ancora latte materno anche la notte (rifiuta quello vaccino, anche di giorno), dorme nel lettone inizialmente per poterlo meglio controllare, in seguito perché fisicamente impossibile alzarsi troppe volte di notte. E’ rge che peggiora o può essere qualcosa altro? come comportarci? La ringrazio anticipatamente e la saluto.

Purtroppo sì, il rge può ritornare e continuare, con alti e bassi, anche fino all’età adulta. La cosa che può nel vostro caso peggiorare la situazione sono è la continuazione dell’allattamento materno, che, fornendo al bambino un liquido, proprio durante la notte, in posizione orizzontale, è uno dei fattori fondamentali di peggioramento dei sintomi Se volete cominciare a dormire e dare veramente sollievo al disturbo di vostro figlio, nella mia esperienza, solo seguendo alla lettera i miei consigli, quelli che trovate facilmente sul sito, potete farcela. Lo so, è molto difficile all’inizio, visto anche che il vostro piccolo è “viziatissimo” da tutte le cose che avete dovuto fare finora per sopravvivere. Tuttavia, se ci mettete tutta la determinazione di cui siete capaci, potete riuscire a raddrizzare le cose nel giro di qualche giorno. Altrimenti, vi prenderete soltanto in giro. A proposito, il Maalox non è un veleno, ma un farmaco senza alcun effetto collaterale, né immediato né a distanza.

Non vuole ricevere baci

La mia seconda figlia, Carolina, di 5 anni, bimba serena e curiosa, unica femmina tra tre fratelli, detesta ricevere bacini anche dai familiari stretti, come me e mio marito; non siamo particolarmente espansivi, anzi direi che siamo piuttosto riservati, però siamo affettuosi con i bambini e cerchiamo di insegnare loro ad esprimere le proprie emozioni e sentimenti. Perché allora quando cerchiamo di esprimerle con un bacio il nostro affetto lei fugge?

La sua storia mi ricorda molto da vicino quella della mia primogenita, oggi adulta e sposata. Anche lei era assolutamente determinata a non ricevere baci da nessuno. Quando io per scherzo, l’afferravo e le davo un bacio a tradimento, lei scappava irritata e si “scacciava” il bacio dal volto, dicendo “No bacio, no bacio!”. Era allo stesso tempo divertente e frustrante per me, padre giovane e molto desideroso di coccole. Mia figlia è rimasta piuttosto selettiva nel concedere effusioni, sebbene si sia “addolcita” molto col crescere. Penso che tutto questo non dipenda da come un piccolo viene gestito o educato sentimentalmente. Sono convinto invece che sia una caratteristica genetica, di cui prendere atto e basta. I risultati di una buona educazione sentimentale si vedono alla lunga. Accetti la situazione così com’è oggi insomma e si armi di pazienza.

Non ha mai conosciuto il padre

Sono una ragazza-madre (ho 35 anni), mia figlia, di 4 anni, non ha mai conosciuto suo padre. Da quando ha cominciato a “capire” gli ho sempre raccontato che suo padre non era presente perché lavorava. Ultimamente, la bambina, ha manifestato tristezza in occasione della preparazione dell’albero natalizio poiché una sua amichetta lo ha preparato insieme a suo papà e lei invece un papà non ce l’ha. Questa cosa mi rattrista e non so più come affrontarla. Non so se devo dirgli la verità sulle malefatte di un uomo che non ha mai conosciuto o se devo continuare a mentirgli sul fatto che suo padre è sempre al lavoro. Non so se ho fatto bene a raccontargli questa piccola bugia sino a questo momento. La prego di consigliarmi su come è meglio agire in questi casi. Grazie.

Penso che ciò che è accaduto a lei è ciò che vedo accadere abbastanza spesso oggi. Molti uomini di oggi sono il prodotto di un’educazione eccessivamente permissiva. Sono dei “viziati” narcisisti, onnipotenti, incapaci di prendersi impegni e responsabilità. Tuttavia, per quanto molto dolorosa, la verità, alla fine, è sempre decisamente migliore di una bugia pietosa. Personalmente cercherei di correggere ciò che ha detto a sua figlia finora, dicendole che il suo papà non voleva più bene alla mamma e perciò se ne è andato, ma che lei crede che vuole comunque bene alla figlia. La domanda che la bimba potrebbe farle a questo punto è: “Per sempre? Non tornerà più?”. Onestamente lei può dire che lei non sa, che potrebbe anche farsi vedere un giorno… Le può anche dire che finora non aveva avuto il coraggio di dirle questa cosa, perchè aveva paura di rattristarla. La piccola capirà e apprezzerà la sua sincerità. In questo modo lei apparirà anche più umana e credibile agli occhi di sua figlia e il vostro rapporto si approfondirà e si rinsalderà.

Mio figlio mi segue ovunque

Mio figlio mi segue ovunque, anche in bagno. Mi sono quindi abituata (per evitare pianti e strilli) con naturalezza a lavarmi ecc. con lui davanti, che quindi, a volte, mi vede nuda. Mia madre quando lo ha scoperto mi ha detto che non devo più farlo, che mio figlio ne potrebbe avere un trauma ecc. ecc. Che ne pensa? Esiste il pudore per un bimbo di tre anni? Grazie.

Io non sarei troppo preoccupato del fatto che suo figlio la veda nuda di tanto in tanto, ammesso che lei non stia forzando molto se stessa per apparire naturale quando invece è molto imbarazzata dalla cosa. Il fatto che mi preoccuperebbe di più è che lei non riesce a dire di no a suo figlio e che cede a causa delle sue strilla. Un bambino deve imparare ad accettare dei limiti e delle regole, non importa quanto sembra soffrire. Se gli si concede tutto per quieto vivere, si diventa schiavi dei suoi capricci e questo non è un bene né per i genitori, né per lui.

Mia figlia non si sente amata

Ha iniziato a succhiarsi il pollice, alterna fasi aggressive a fasi depressive. Chiede in continuazione dove si trova quando viaggiamo. Non so come aiutarla a crescere. Se la sgrido diventa ipercapnica. Ha un fratello + piccolo. Chiede se le vogliamo bene ma sembra non crederci quando glielo diciamo. Cosa posso fare?

La sua Giada è una piccola manipolatrice, che sa di tenervi in pugno facendo le scene che lei descrive. Non si faccia infinocchiare, le dia comunque limiti e regole e non tenga troppo conto delle sue reazioni, altrimenti diventerà sempre più difficile gestirla. So bene che le sto dando dei consigli difficili da mettere in atto, ma, se non si ha il coraggio di imporre regole ai figli malgrado le loro proteste, non si può avere altro che delusioni.

I nonni troppo invadenti

Mia figlia dall’età di quattro mesi fino ai due anni e mezzo è stata per mezza giornata con mia madre (mentre io lavoravo). A causa di uno screzio con mio marito (nonni un po’ troppo invadenti) le frequentazioni con la nonna materna si sono diradate molto (con quella paterna non sono mai state frequenti). La scorsa settimana i miei genitori mi hanno detto che vogliono interrompere i rapporti con noi. Come raccontare tutto questo alla bambina? Finora le abbiamo dato spiegazioni “soft” dicendo che la nonna era impegnata. Sono preoccupata, caro professore. Non so cosa fare. Inoltre i miei genitori minacciano spesso di rivolgersi a un avvocato, non so per fare cosa. Sono figlia unica. Grazie per l’attenzione.

I suoi genitori sono troppo invadenti e si arrogano diritti che non competono loro. Usano anche metodi ricattatori, per cercare di indurre lei a cedere, anche sapendo bene che ciò danneggia il rapporto con suo marito. Credo insomma che i suoi siano piuttosto egocentrici e incapaci di svolgere il loro ruolo. Se fossi in lei non cederei alle loro minacce. A sua figlia direi la verità, cioè che il papà non va molto d’accordo con i nonni e che questi hanno deciso di escludervi perciò dalla loro vita. Se i suoi genitori amano davvero lei e la nipote, come forse affermano, dovranno decidersi a scendere a patti con voi.

Come dire che nonna è morta?

Cosa e come dire a mia figlia che la nonna è morta.

I bambini tollerano molto meglio la verità, per quanto triste, che il mistero. La morte di un familiare va annunciata in maniera semplice, senza sottterfuggi particolari. Si può tranquillamente dire: “La nonna aveva una grave malattia e poi è morta. Adesso il suo corpo è al cimitero, nella sua tomba. Vuoi andarla a trovare?” Poi si deve rispondere a tutte le eventuali domande con il massimo della sincerità e semplicità, mostrando anche senza veli la propria tristezza o dolore per quanto è accaduto. I bambini cioè devono abituarsi a pensare che il dolore per la morte di una persona cara è naturale e che si può manifestarlo senza reticenza.

Reflusso gastro esofageo

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Reflusso gastro esofageo (1)

La mia bimba di 3 mesi ha un problema di rge di grado medio severo accertato ecograficamente. come da lei suggerito stiamo trattando il problema con maalox e latte addensato e privazione di qualsiasi liquido ma ciò le provoca problemi di evacuazione: la cacca è molto disidratata, le si forma sempre un tappo doloroso da eliminare. le diamo un cucchiaino di olio oliva al giorno ma possiamo fare qualcos’altro?

Vuol dire che non le sta dando abbastanza Maalox. Se vuole che il sintomo scompaia dovrebbe somministrarle 5 cc (ml) di questo farmaco almeno cinque volte al dì, o anche di più, fino a quando le feci non diventano più morbide.

Reflusso gastro esofageo (2)

Mia figlia, di 9 mesi e mezzo, ha un piccolo ma fastidioso problema: il singhiozzo. Questo disturbo le compare sempre dopo una risata intensa (fortunatamente non quando sorride). Anche se ne ha sofferto da quando era nel pancione, adesso è alquanto imbarazzante poiché rovina i momenti di gioia della bambina.

Il singhiozzo frequente denota il fatto che l’acido dello stomaco ritorna su verso l’esofago e irrita la sua mucosa. Questa irritazione infatti, di riflesso, stimola il nervo frenico e provoca il singhiozzo. Un rimedio piuttosto efficace è quello di somministrare un antiacido, il Maalox sciroppo, 5 ml prima di ogni pasto, continuativamente. E’ anche innocuo.

Non bere la notte se si ha il reflusso

Preg.mo dott. Albani, mi sono già messa in contatto con Lei il 18/11/2001 poiché mia figlia Maddalena soffriva, come Lei mi confermò, di reflusso gastro-esofageo. Da novembre 2001 fino a marzo 2002 ho seguito tutte le indicazioni da Lei fornitemi traendo grande vantaggio da esse. Dal mese di aprile 2002 ho interrotto la cura con il Maalox poiché mi sembrava che il problema del reflusso gastro-esofageo fosse scomparso, complice anche il fatto che Maddalena beve da sempre molto poco. In realtà non è così, poiché, da circa un mese e mezzo (con l’arrivo del caldo estivo), Maddalena soffre di nuovo per questo disturbo perché chiede molti più liquidi di prima; lei stessa mi segnala il disturbo indicandomi con il dito il male allo stomaco. Mi permetto di disturbarla nuovamente per chiederle se è opportuno che porti mia figlia da lei per una visita (Maddalena ha quasi due anni: è normale che soffra ancora di reflusso?) o se devo riprendere tutte le regole che già mi aveva indicato. La ringrazio nuovamente per la sua disponibilità e la saluto cordialmente.

Se lei abitasse un po’ più vicino a me la inviterei a portarmi Maddalena. Visto che non è così, mi limito a dirle che sì, è possibile che il reflusso ancora si faccia vivo dopo i due anni e fino all’età adulta, anche se in maniera più lieve e più sporadicamente. In queste situazioni le conviene ritornare alle misure che le avevo consigliato all’inizio, sebbene non per lunghi periodi. Basta che di tanto in tanto, per due o tre settimane lei ripeta la cura. Negli intervalli l’unica misura che le conviene implementare contro la tendenza di sua figlia è quella di limitare molto la quantità di liquidi che beve durante il giorno e di non farla bere mai di notte.

Il peridon va bene per il reflusso gastroesofageo?

La nostra bimba di quasi sei mesi continua a rigurgitare anche a distanza di ore dopo le pappe il nostro pediatra ci ha consigliato una cura, sostituire il latte omneo2 con mellin ar2 e prendere il malox + peridon può andar bene? Il peridon può dare delle complicazioni?

Il cambio di “formula” in un bambino che ha il rge non serve a nulla perché il problema non è l’intolleranza a questo o quel latte, ma il malfunzionamento della valvola del cardias, che va curato in un altro modo. L’uso del domperidone, inoltre, è inutile e potenzialmente molto dannoso. Segua le mie indicazioni che trova scritte molto chiaramente sul sito e vedrà che si troverà bene.

Ha il reflusso gastroesofageo ed è viziato

Gentile dottor Albani, mio figlio di 17 mesi ha sofferto di rge dalla nascita. Non esito a definire pesantissimo il suo primo anno di vita, per lui, noi e la sorellina (che ha sofferto anche lei dello stesso problema fino ai 15 mesi). Dopo l’anno il rge non si è certo risolto ma almeno è diventato più tollerabile. Ultimamente si svegliava 2-3 volte di notte sia per il reflusso, sia forse, a volte, solo per abitudine. Nell’ultima settimana però il reflusso sembra essere tornato prepotentemente alla carica: sono ripresi i rigurgiti acidi anche di giorno preceduti da nervosismo e conseguente pianto, l’odore di acido in bocca, i risvegli sono 8-10 per notte con pianti, inarcamenti e sbattimenti di gambe, si 8intuisce dolore alla deglutizione. il tutto si placa solo con maalox o latte materno (sappiamo che non va bene ma dopo aver dato maalox prima di metterlo a letto e magari altri 3/4 ml al primo o secondo risveglio non ce la sentiamo di dargliene ancora). Preciso che: inizialmente Lorenzo era stato curato con peridon, motilium, gaviscon, poi, dopo,la sua gentile consulenza, solo con maalox per un lungo periodo. Nell’ultimo mese prendeva Gaviscon doppo i pasti e maalox al bisogno. la mia domanda è: il reflusso può tornare dopo che sembrava quasi emilinato? Aggiungo che: Lorenzo ha fatto tutte le vaccinazioni, di cui la antiparotite/morbillo/rosolia 13 giorni fa (può dipendere da questo il peggioramento?), prende ancora latte materno anche la notte (rifiuta quello vaccino, anche di giorno), dorme nel lettone inizialmente per poterlo meglio controllare, in seguito perché fisicamente impossibile alzarsi troppe volte di notte. E’ rge che peggiora o può essere qualcosa altro? come comportarci? La ringrazio anticipatamente e la saluto.

Purtroppo sì, il rge può ritornare e continuare, con alti e bassi, anche fino all’età adulta. La cosa che può nel vostro caso peggiorare la situazione sono è la continuazione dell’allattamento materno, che, fornendo al bambino un liquido, proprio durante la notte, in posizione orizzontale, è uno dei fattori fondamentali di peggioramento dei sintomi Se volete cominciare a dormire e dare veramente sollievo al disturbo di vostro figlio, nella mia esperienza, solo seguendo alla lettera i miei consigli, quelli che trovate facilmente sul sito, potete farcela. Lo so, è molto difficile all’inizio, visto anche che il vostro piccolo è “viziatissimo” da tutte le cose che avete dovuto fare finora per sopravvivere. Tuttavia, se ci mettete tutta la determinazione di cui siete capaci, potete riuscire a raddrizzare le cose nel giro di qualche giorno. Altrimenti, vi prenderete soltanto in giro. A proposito, il Maalox non è un veleno, ma un farmaco senza alcun effetto collaterale, né immediato né a distanza.

Streptococco beta emolitico

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Ha la TAS alta, rischia?

Mio figlio di 7 anni risulta avere il TAS alto 1600 ho letto il suo articolo su salute mi devo preoccupare? ho comunque fatto degli esami, cardiogramma visita da un reumatologo che mi hanno dato esito negativo, ora la pediatra di base mi ha consigliato una cura antibiotica. Il bambino e’ anche in cura per problemi di allergia. Grazie.

Il TAS alto non vuol dire nient’altro che un bambino ha avuto un’infezione da streptococco e non che rischi il reumatismo a cuore. Non faccia altri esami e cure per questo, perché sarebbero del tutto ingiustificate.

È portatore di streptococco

Mio figlio di quattro anni ha avuto diverse otiti e tonsilliti nel corso dello scorso anno e di quello in corso. Durante l’ultima manifestazione di questo mal di gola ci è stato consigliato il tampone faringeo dal quale è risultato : positivo steptococco pyogenes. Eritromicina:R. Inoltre il valore della PROTEINA C REATTIVA risultava molto elevata, così come la VES. Alcune piccole alterazioni si notavano anche nei neutrofili e nei monociti, mentre tutti gli altri valori compresi gli esami delle urine erano ok. Le chiedo quindi se secondo lei è opportuna una nuova terapia antibiotica o se è preferibile pensare alla possibilità di un’asportazione delle tonsille? Spero che potrà aiutarmi e darmi qualche consiglio perché sono molto confusa.

Lei non deve fare più di quanto ha già fatto, perché la presenza dello Streptococco piogenes (detto anche beta-emolitico) è molto comune (pensi che il 30, 40 % cento dei bambini che vanno a scuola sono portatori sani del germe) e non richiede le particolarissime attenzioni che in genere gli vengono rivolte. Se suo figlio in questo momento sta bene, lo lasci in pace. Il prossimo anno le cose dovrebbero andare molto meglio, perché il suo sistema immunitario, dopo due anni di allenamento, dovrebbe essere molto più forte.

Svezzamento

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Vuole solo il seno

Marta ha 4 mesi e mezzo e nell’ultimo mese è cresciuta 200 gr. e 3 cm. La pediatra dice di svezzarla ma lei non ne vuole sapere e non vuole neanche la bottiglia, cosa devo fare? Io sto continuando ad allattarla al seno.

Non ha senso tentare di far mangiare un bambino che non ne ha voglia. Faccia con calma e aspetti che Marta sia pronta. Lo svezzamento si può iniziare anche a sei mesi. Anzi la maggior parte dei nutrizionisti oggi consiglia di non iniziare prima dei sei mesi.

Troppo presto pappe a quattro mesi?

Ho un bambino di quasi cinque mesi. Da sempre e’ un gran mangione e molte volte anche in passato ha voluto poppare anche per ore, e ho avuto l’impressione che la sua gran richiesta di latte fosse dettata dalla necessità di un rapido accrescimento poi confermato da peso e lunghezza. ora, dato che provo molta stanchezza e spossatezza in seguito ad un allattamento al seno esclusivo , il bimbo da segni di un nuovo grande appetito, che mi ha costretta la settimana scorsa a dargli un omogeneizzato di mela che avevo in casa , col quale si e’ calmato (dopo avere pianto a lungo per fame , ma avere pianto ancor più dopo avere visto che dal seno già torturato per molto , non fluiva certo la quantità di latte dell’inizio poppata ). Ho offerto anche al bambino (una volta al giorno negli ultimi 4 giorni) una pappa ad ora di pranzo… in conseguenza ha molto gradito, non ha più chiesto extra degli extra di latte , ha atteso appieno il tempo tra una poppata e l’altra e ha anche riposato di più . Ora so che le nuove linee guida consigliano di iniziare lo svezzamento dal sesto mese di vita compiuto, ma mi domando se effettivamente una poppata al giorno (fino a quella data-poi passare anche alla seconda) possa creargli problemi, visto comunque che continuerebbe per gli altri cinque pasti a prendere latte mio,e che la mia prima figlia (di 5 anni) ha preso latte artificiale da quando aveva due mesi e ha iniziato lo svezzamento al quarto mese compiuto,e non mi sembra certo avere avuto problemi o mancanze. scusi la prolissità , ma tendenzialmente la giovane età (22) e la precisione mi caratterizzano oltre alla continua voglia di informazioni. la ringrazio.

Lei ha ragione, essere rigidi nel seguire linee guida porta spesso più sofferenze che benefici. Agisca pure di istinto, seguendo il suo buon senso (di cui è ovviamente dotata) e non si lasci intimidire da “autorevoli consigli”. Ricordi che comunque l’alimentazione di un bambino non deve essere regolata da prescrizioni mediche e che il cibo deve essere innanzitutto un piacere.

Quando introdurre il pesce?

Vorrei sapere quando ritiene debba essere inserito nell’alimentazione del bambino il pesce e i cereali.

Al contrario della maggioranza dei miei colleghi, ritengo che tutti i cereali, anche quelli contenenti glutine, si possano introdurre entro il sesto mese. Il pesce, poche settimane dopo, entro il settimo.

Mangia troppo a sei mesi?

Ha 6 mesi, molto appetito e mangia volentieri anche la pappa della sera, lo allatto ancora, ma da circa 2 settimane si sveglia durante la notte anche 4 volte. E’ possibile che mangi troppo? Ho provato a non dargli la cena e piange per la fame.

No, non può mangiare troppo. Ma, come la maggioranza dei bambini allattati al seno dopo i sei mesi, ha cominciato a svegliarsi solo per riprendere “contatto” con lei. Il mio consiglio in queste circostanze è di prendere una decisione ben precisa: 1. o continuare a rispondere con calma e disponibilità ai suoi richiami notturni fino a che lui non si deciderà a dormire più a lungo e senza interruzioni (forse entro i due anni di vita) 2. oppure smettere drasticamente di rispondere ai suoi richiami, senza preoccuparsi del suo pianto, anche se dura la prima volta alcune ore. Qualsiasi sua decisione è legittima e non comporta danni alla personalità del bambino.

L'uovo si può dare a sei mesi?

Secondo il pediatra mia figlia Chiara, sei mesi e mezzo, ancora allattata al seno ma che ha anche iniziato lo svezzamento dal 4 mese, può ora mangiare di tutto, compreso l’uovo. A me sembra eccessivo. Che ne pensa?

In realtà, tutto ciò che si dice oggi sullo svezzamento è arbitrario ed esagerato. Preferisco l’esagerazione del suo pediatra a quella dei pediatri che danno l’impressione che i cibi siano veleno per un bambino. Comunque, se un piccolo è destinato a manifestare un’allergia a un cibo, questo averrà sia che il cibo venga introdotto a sei che a nove mesi. Non è vero insomma che un’introduzione precoce provochi un’allergia che non si verificherebbe se il cibo venisse offerto più tardi.

Il cibo è innanzitutto un piacere

Riccardo compie oggi 6 mesi e pesa kg 8,350, ma esattamente un mese fa dallo stesso pediatra pesava kg 8,300. E’ possibile che sia aumentato così poco? Sarà stato un errore nel pesarlo la volta scorsa, ma di quanto ci si può essere sbagliati! La lunghezza è aumentata di 2 cm (70) e la cc di 1 cm (43,5). Com’è possibile soprattutto considerando che mangia pappe, latte (materno) e frutta con gran gusto e appetito? Il pediatra mi ha anche detto di diminuire la frutta (3 vasetti al giorno), ma è vero che può far male? La ringrazio.

Innanzitutto butti la bilancia: non è affatto un buon mezzo per giudicare la crescita di un bambino. Basta guardarlo, almeno io faccio così. Poi non ascolti il suo pediatra: il cibo deve essere innanzitutto un piacere e, se a suo figlio piace la frutta, gliene dia quanta ne vuole, sarà lui stesso, un giorno, a dire basta.

Il cibo deve essere un gioco

Ho iniziato da circa 3 settimane ad introdurre le prime pappine nell’alimentazione di mia figlia che ha 6 mesi e 1/2. Inizialmente forse la curiosità la portava ad assaggiarla ma ora la rifiuta completamente. Per tale ragione, su consiglio della mia pediatra, ho cercato di interrompere per qualche giorno per poi riprendere senza però alcun risultato. Attendo un suo consiglio in merito.

L’introduzione dei cibi solidi deve essere un gioco, una cosa che il bambino deve imparare ad amare, mai un’imposizione legata alla paura che il bambino non mangi. Ogni bambino ha le sue preferenze e i suoi ritmi. Si fidi, aspetti tutto il tempo che è necessario perché sua figlia accetti volentieri le pappe solide, anche se preferisce continuare solo con il latte per alcuni altri mesi. Non c’è fretta.

Deve essere libero di mangiare ciò che vuole

Dr. Albani, sono la madre di Giovanni, un bambino di 13 mesi. Ho appena fatto l’ultima visita dal pediatra, che finora mi ha sempre dato indicazioni precise su quantità e qualità dei cibi da introdurre. Questa volta, seppure contenta nel sentirmi dire che adesso il bimbo può mangiare tutto, sono rimasta un po’ disorientata: non è facile per una mamma ansiosa come me passare da un’alimentazione pesata e limitata a un certo numero di cibi, seppure varia (carne, pesce, uovo, ricotta, mozzarella) ad un’alimentazione”libera”. In particolare vorrei sapere come introdurre i legumi, che finora Giovanni ha assaggiato in modica quantità nel minestrone (1/2 cucchiaino di piselli), sia riguardo alle quantità che al come proporli. La prego di specificarmi anche se le quantità che mi indicherà sono riferite al prodotto fresco o a quello secco. So che non è nel suo stile indicare ferree regole con i bambini, ma per le prime volte questo potrebbe darmi sicurezza, per poi “allentare” come mi ha suggerito il mio pediatra. Vivo questo periodo di cambiamento con un po’ di ansia, un po’ per carattere, un po’ perché da qualche giorno Giovanni non vuole più il piatto unico, ma pastasciutta e poi secondo, e la preparazione del secondo in una forma per lui adatta (ha soltanto sei denti) mi crea qualche difficoltà. Grazie come al solito per i suoi preziosi consigli, dati col cuore oltre che con la professionalità.

Cara signora, sono d’accordo col suo pediatra. Anzi penso che purtroppo oggi in Italia l’alimentazione dei bambini è troppo “medicalizzata”. I bambini si sanno regolare benissimo da soli nella scelta dei cibi e nel consumarne le quantità che sono loro necessarie. Un bambino di 13 mesi deve essere libero di mangiare se vuole e cosa vuole. Punto e basta. Non si faccia guidare dalla paura, ma piuttosto dal coraggio. Se vuole qualche indicazione in più sull’alimentazione di un bambino, legga il mio libro “Nutrire tuo figlio”, che può acquistare sul mio sito, alla sezione “Libri”.

A 7 mesi non vuole il cucchiaino

A 7 mesi non riesco ancora a far mangiare la 1a. pappa – odia il cucchiaino (anche il biberon) – ho provato ad insistere per più giorni e poi sospendere, continua a piangere e si rifiuta di mangiare Posso continuare ad allattarlo soltanto al seno oppure devo lottare! Per me il momento della pappa è diventato un incubo e penso proprio anche per lui Cosa mi consiglia? La ringrazio.

Le consiglio di non insistere. Il cibo, lo ricordi, deve essere soprattutto un piacere. Evidentemente non è ancora pronto. Dal punto di vista nutrizionale, il latte materno può andar bene anche fino a un anno. Cerchi di introdurre il cibo come un gioco, un assaggino ogni due o tre giorni, sorridendo e scherzando e non preoccupandosi se lui non lo accetta. Legga, se vuole, il mio libro “Nutrire tuo figlio”.

Tonsillite acuta

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Tonsillite, antibiotici si o no?

Il mio bambino Thomas ha una tonsillite con “placche”, il mio medico, persona della quale mi fido molto, mi ha detto di fare un tampone per vedere se è virale o infettiva e quindi sono in quest’ultimo caso, dare l’antibiotico, nonostante la febbre molto alta anche a 40°, perché questo? Grazie.

Perché potrebbe trattarsi di un’infezione virale, che non risponde a un antibiotico. Molto spesso questa distinzione si può fare semplicemente visitando il bambino, ma talvolta bisogna ricorrere al tampone.

Vaccinazioni

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Vacino antipolio Salk: ok?

Il novembre il mio bambino dovrà sottoporsi al primo vaccino (polio tipo Salk) potrebbe gentilmente spiegarmi i rischi di questo e dei vaccini in genere? Grazie.

Nessun rischio grave. Reazioni febbrili lievi e comunque controllabili sono abbastanza frequenti. Raramente ci sono reazioni allergiche, cioè urticaria. Ma io non ho mai visto questo tipo di reazioni in venticinque anni di carriera. Basta. Tutti gli allarmi che girano sulle vaccinazioni sono provocati da imbecilli che non sanno quello che dicono e non si rendono conto del danno che causano.

Vaccino contro il meningococco, si o no?

Avrei deciso di vaccinare la mia bambina di 17 mesi contro la meningite, ma sono molto spaventata dagli eventuali effetti collaterali che la vaccinazione può dare. Posso stare tranquilla? Grazie di cuore.

Non hanno effetti collaterali, al di là di un’eventuale gonfiore nel punto dell’iniezione e un pochino di febbre nelle ventiquattrore che seguono alla somministrazione.

Vaccino antivaricella

Egr. dottore vorrei sapere se esiste un vaccino antivaricella e se è opportuno somministrarlo ad un bambino di quattro anni. Grazie.

Esiste, è in commercio ed è opportuno farlo a tutti i bambini, come si fa da anni in USA e in molti altri paesi.

Vaccino antivaricella, si o no? (1)

A mio figlio di 3 anni, che ha iniziato da poco la frequenza della scuola materna, è stata diagnosticato un principio di otite e somministrato, conseguentemente, un antibiotico. Faccio notare che questa è la prima volta in cui mio figlio prende degli antibiotici. Volevo sapere la Sua posizione in merito agli antibiotici e alla “moda” sempre più diffusa dei prodotti omeopatici. Inoltre, se mi è permessa, una seconda domanda. Ho letto le Sue opinioni per quanto riguarda il vaccino contro la varicella. Secondo Lei, è opportuno che in assenza di prescrizione da parte del pediatra, sia lo stesso genitore a chiederlo? Le faccio presente, inoltre, che da piccolo io non ho avuto questa malattia e che, da quanto letto, contrarla alla mia età, 39 anni, possa comportare delle complicanze fastidiose. E’ quindi opportuno che richieda a mia volta la vaccinazione al medico condotto? Cordiali saluti.

E’ normale che un bambino nei primi due anni d’asilo abbia bisogno di prendere gli antibiotici frequentemente, perché è l’epoca in cui si ammala di malattie batteriche più spesso che in tutto il resto della vita. I prodotti omeopatici, a mio avviso, sono altrettanto inutili quanto costosi. Il vaccino contro la varicella non lo consiglio soltanto io, ma l’Ameridcan Academy of Pediatrics, l’OMS e altri organismi molto autorevoli. Può essere somministrato anche agli adulti, che devono farne due dosi a distanza di due mesi l’una dall’altra.

Vaccino antivaricella, si o no? (2)

Gentile dottore, il pediatra ha detto NO al vaccino antivaricella x il bimbo. Non e’ ancora testato. OK, allora lo faccio io. Il mio medico ha detto: “Compralo e vai a fartelo fare in ospedale x eventuali complicazioni e-o reazioni”(????). Oddio, ma in ospedale chi me lo fa, non conosco nessuno!!! Mi ha messo un po’ paura. Ma io e mio figlio rischiamo così tanto? Grazie.

Il suo pediatra è molto poco informato. Il vaccino antivaricella è stato usato per più di trent’anni in Giappone e viene dato regolarmente a tutti i bambini negli Stati Uniti da dieci anni. Non ha alcun effetto collaterale grave ed è efficace. Provi a trovare qualcuno più aggiornato nella sua cittadina.

Vaccino antipertosse

Gentilissimo Dr. Albani, nostra figlia dovrà essere vaccinata il prossimo Aprile. Saremmo intenzionati a non farle fare il vaccino facoltativo contro la Pertosse, in quanto riteniamo che il rapporto rischi/benefici sia molto basso. Infatti ci risulta che una elevata percentuale di bambini abbia lunghi da risolvere ed indesiderati effetti collaterali. Lei cosa ci consiglia? Qual è il suo parere in materia? Ringraziandola per la cortese attenzione, porgiamo distinti saluti.

Ciò che risulta a lei non risulta a me. Forse lei si è informata da fonti sbagliate, come siti internet selvaggi. Io ho praticato il vaccino antipertosse ad ambedue le mie figlie e lo consiglio a tutti i miei pazienti.

Vaccino antinfluenzale?

Caro Dr Albani, fino ad ora per mio figlio Michael ho seguito il calendario delle vaccinazioni da lei consigliato. Michael frequenta il nido (già da un anno) ma fortunatamente si ammala pochissimo. Mi chiedo quindi se sia il caso di fargli il vaccino antinfluenzale o no. E se si, qual è il nome del migliore in commercio. La ringrazio.

Per un bambino che va all’asilo il vaccino antinfluenzale è senz’altro un vantaggio. Non esistono vaccini migliori degli altri, basta farne la dose pediatrica, con l’aiuto del pediatra o di altra persona esperta.

Vaccino antimorbillo è utile?

Vorrei avere il suo parere sulla necessità e utilità della vaccinazione facoltativa del 15 mese. quanto e’ effettivamente utile? quali sono i pro e i contro? fino a quando ha validità? lei la consiglierebbe? Grazie in anticipo.

La vaccinazione antimorbillo-rosolia-parotite è stata introdotta negli USA nel 1972. In quel paese ha fatto praticamente scomparire le tre malattie, che in precedenza causavano molte morti, handicap e malformazioni congenite. Non le sembra che ci siano buone ragioni per farla, visto che gli effetti collaterali possibili si riducono a una febbre che può durare un massimo di tre giorni e che è comunque abbastanza insolita?

Vaccino antimeningococco

P.mo Dottor Albani sono la mamma di Tommaso e Lorenzo (4 e 6 anni). Come forse ricorderà dall’estate scorsa ci siamo trasferiti a Milano. Siamo ora alle prese con il problema meningite che ci tiene in ansia. Mi rivolgo a lei per un consiglio sulla opportunità di far vaccinare i bambini contro la meningite batterica anche se noi non risiediamo in una delle zone più colpite e la ASL per ora sconsiglia il vaccino in queste zone. I bambini sono vaccinati contro l’influenza da aemophilus. Che tipo di vaccino eventualmente ci consiglia?

Le consiglio di effettuare la vaccinazione contro il meningococco (Menjugate) e il pneumococco (Prevenar) a tutte e due le sue figlie. Si tenga informata poi sul vaccino quadrivalente (contro i ceppi B, C, Y, e W) che proteggerà in maniera molto più completa del Menjugate e che è stato approvato per l’uso in EU e dovrebbe divenire presto disponibile da noi. Si fa a tutti i bambini (e gli adulti) dopo i due anni.

Vaccini immunostimolanti inutili

L’inverno scorso il pediatra aveva ordinato un vaccino da assumere per più mesi l’Immucytal, dato che Giorgia andava incontro spesso a raffreddori, febbricole e mal di gola, ma non mi sembra che abbia avuto grandi effetti. Con l’arrivo delle stagioni fredde devo farle ripetere questo ciclo di immunizzazione? Grazie per la risposta.

I vaccini cosiddetti immunostimolanti o anticatarrali sono soltanto una presa in giro, sia quello che le è stato prescritto che gli altri, come il Broncovaxom, il Lantigen B, ecc…

Vaccini anticatarrali, utili?

Ho letto con molto interesse i due articoli sulla vaccinazione. Mia figlia ha fatto già l’anno scorso (aveva 2 anni e mezzo) il “prevenar” e il 26 c.m. farà il vaccino antimeningococco. Ho chiesto alla mia pediatra di fare anche il vaccino antinfluenzale e lei mi ha risposto che preferisce dare la vaccinazione mensile cioè il “Broncovaxom”. Ma l’anno scorso gli ha creato problemi perché ogni mese dopo la somministrazione si ammalava. Quest’anno ho iniziato da dargli a settembre di nuovo il “Broncovaxom” si è ammalata ancora una volta dopo le 10 capsule di conseguenza ho deciso di sospendere. Sarà un caso ma (spero di non portale male adesso) sono due mesi che non si prende niente. Ma nono sono tranquilla ascoltando le notizie che si sentono sull’influenza che arriverà a natale. Come posso fare il vaccino di mia iniziativa visto che la mia pediatra non è d’accordo? Anche perché sono doppiamente d’accordo su lei dei costi da supportare per le influenze e raffreddori vari. Ancora non c’è da dimenticare i vari antibiotici che vengono somministrati, prodotti cortisonici e così via. La ringrazio anticipatamente della sua risposta.

La vaccinazione mensile “Bronchovaxom” è una presa in giro, non serve a nulla e talvolta provoca, come nel caso di sua figlia, un peggioramento dei sintomi. Faccia pure la vaccinazione antinfluenzale di sua iniziativa, se può.

È bene vaccinare i bambini piccoli?

Il mio bambino Thomas ha una tonsillite con “placche”, il mio medico, persona della quale mi fido molE’ un bene o un male fare il vaccino ad un bambino piccolo? Si parla tanto di controindicazioni.

I vaccini si fanno proprio ai bambini piccoli, per proteggerli il prima possibile da malattie molto gravi, come la difterite il tetano , la poliomielite, ecc…, che nel passato uccidevano tanti bambini nei primi anni di vita. Le controindicazioni sono praticamente nulle, e le critiche che si fanno ai vaccini vengono da persone ignoranti e oscurantiste.