Il tuo bambino appena nato
Quando nasce un bambino se ci sono motivi di salute come il vomito, movimenti particolari, ittero e altri problemi che insospettiscono il medico e che ritardano la dimissione del bambino dall’ospedale, i genitori si mettono ancora più in ansia perché considerano già di per sé, i neonati molto delicati e vulnerabili.
Quando si ritorna a casa dall’ospedale ci sono dei fenomeni molto comuni che potrebbero cominciare a crearci delle preoccupazioni e sono i seguenti:
1) REFLUSSO
Uno dei fenomeni che accadono più frequentemente ai neonati è il reflusso (più del 60% dei bambini ne soffre nei primi mesi di vita). Normalmente il bambino comincia a rigurgitare il latte materno, ad avere difficoltà a digerire e ad avere dei piccoli momenti di sofferenza in cui piange (a inizialmente a noi ci sembra senza motivo).
Molti pediatri considerano questo problema fisiologico (e quindi non degna di attenzione) perché è estremamente comune.
Questo fenomeno è vero che è comune, ma può crearci molti problemi e ridurre di molto la qualità di vita del bambino e dei genitori e quindi se ciò accade, se ne deve parlare aggressivamente con il pediatra per farci prescrivere una cura del bambino.
2) MOVIMENTI, SCATTI e SCROLLAMENTI INCONSULTI
Se il bambino ha degli scatti, movimenti e tremori inconsulti, ci può far subito pensare che abbia un problema neurologico. Però non sempre è così. E’ normalissimo che un bambino nelle prime settimane di vita compia dei movimenti che sfuggono dal suo controllo e che andranno migliorando e scomparendo con il tempo man mano che aumenterà la sua capacità di controllare neurologicamente il corpo.
Spesso questi movimenti sono accentuati da fastidi, disagi che il bambini possono avere per dei problemi allo stomaco o muscolari.
3) ALLATTAMENTO E CRESCITA DEL BAMBINO
Anche l’allattamento, la difficoltà di suzione, la quantità di latte che il bambino prende e la crescita creano spesso molta ansia nei genitori.
Le ragioni per cui i bambini non prendono abbastanza latte possono essere varie:
- a) Il reflusso, che possono infastidire il bambino durante la poppata e che lo fanno continuamente staccare e riattaccare costringendolo a fare delle poppate un pò più brevi e a non prendere abbastanza latte in alcuni momenti
- b) alcune malattie che si manifestano con dei sintomi come la febbre e comunque evidenti e che provocano delle infezioni importanti dell’apparato urinario o digerente.
Non può venire una malattia grave al nostro bambino che non abbia dei sintomi chiaramente visibili e che ci costringono a contattare subito il pediatra.
Se non ci sono altri sintomi e il bambino mangia poco, questo è probabilmente dovuto non a qualche malattia grave, ma a delle caratteristiche particolari del bambino, che comunque non li causeranno danni ma che indicano semplicemente che ha dei tratti genetici che lo faranno crescere meno di altri bambini geneticamente più robusti.
Se un bambino mangia poco e cresce meno di 200 g alla settimana, non è necessariamente sintomo di un problema di salute, ma può essere un fatto normale, se sta bene da tutti gli altri punti di vista (se è un bambino vivace, non ha febbre, non sembra avere dolori fastidi e in generale ci da l’impressione di stare bene).
Quello della crescita è un problema che ci può fare avere con il bambino una qualità di vita e di rapporto molto alterata e da cui bisogna difendersi molto.
4) IL BAMBINO E’ UNA SPUGNA
Nei primi mesi di vita del bambino, i genitori, ma in particolare la mamma, devono fare molta attenzione ai segnali che gli trasmettono in quanto capiscono, percepiscono e vengono molto influenzati dagli atteggiamenti, dal modo di parlare, dal tono della voce, dagli approcci, dagli sguardi che la mamma gli da.
Il bambino è molto attento a queste cose e ne viene molto influenzato. Non possiamo pensare che il bambino non si renda conto di quando una madre tenga il bambino in braccio ed è in ansia, spaventata e molto tesa , perché il bambino lo sente.
Bisogna essere molto rispettosi di questa sensibilità del bambino e cercare di essere tranquilli e controllati negli atteggiamenti che abbiamo nei suoi confronti.
Se la mamma non sta tranquilla, ha dei dubbi, è preoccupata, deve parlare con il pediatra o con qualcuno che le è vicino per farsi rassicurare.