Ecco la mia risposta alla domanda di una mamma, che può dare qualche lume a chi non sa che pesci prendere di fronte alle reazioni di un bambino alla separazione dei genitori.

 

DOMANDA

Caro Dottore, il mio bambino ha due anni e mezzo.

Il suo papà se n’è andato quando lui aveva sette mesi circa. E, benché sia piccolissimo quando questo è avvenuto, lo adora e lo cerca.

Il padre si fa vedere, in media, due volte al mese per due-tre ore. A nulla sono serviti i miei richiami a una maggiore presenza.

Mi sento angosciata. Cosa posso rispondergli quando mi chiede “Dov’è il mio papà?” o “Perché non c’è?”. Come fare per dargli risposte “vere” che non lo traumatizzino?

 

RISPOSTA

Dire la verità!

Il problema emotivo fondamentale dei bambini che sono nella situazione di suo figlio è di avere la sensazione di essere stati abbandonati dal papà perché non si sono dimostrati meritevoli della sua attenzione e del suo amore.

Un bambino infatti non vede la separazione fra i genitori come la conseguenza di un loro disaccordo. Essendo tendenzialmente “egocentrico”, la percepisce invece come una punizione contro di lui, una sanzione per non essere stato abbastanza “buono” o “bello” o “amabile”.

Soffre perciò non solo e non tanto per la mancanza del genitore assente, ma per la sensazione di non essere accettato e amato da lui. Questo anche se il genitore in questione si comporta in maniera dolce e amorevole in occasione delle visite.

Cosa fare dunque per aiutare suo figlio a superare questo momento difficile?

Innanzitutto, a mio avviso, bisognerebbe che lei gli dichiari onestamente lo stato dei rapporti fra voi genitori.

Per esempio, potrebbe dirgli: “Io e il papà non andiamo più d’accordo, non ci amiamo più”, oppure: “Il papà ha deciso di andare via perché non mi vuole più bene”, ecc…

E’ meglio infatti che il bambino conosca con precisione il motivo del grave cambiamento avvenuto nella sua vita. Per quanto sia traumatico e lo addolori sapere che i genitori non si amano più, lo rassicura il fatto che non è lui che il papà ha voluto abbandonare andandosene.

Quando suo figlio le chiede: “Dov’è il papà?” o “Perché non c’è?”, io trovo che, piuttosto che rispondere direttamente alle sue domande, bisognerebbe interpretare i sentimenti che le generano e cercare di renderli chiari anche a lui: “Forse pensi che il papà non si fa vedere perché non ti vuole bene?”, oppure: “Credi che se ne sia andato perché sei stato cattivo?”.

Vedere che la mamma capisce e accetta i suoi stati d’animo gli può dare un grande sollievo.

Poi si potrebbe aggiungere: “Non è colpa tua però. Il papà avrebbe voluto continuare a vivere con te, tu non c’entri…”.

Ecco, io ritengo che questi approcci siano i mezzi migliori per aiutare un bambino ad affrontare una prova dolorosa e impegnativa come la separazione dei genitori e l’allontanamento di uno di loro.

 

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la sezione “LIBRI” dove potrai leggere i riassunti che trattano della salute e del benessere del tuo bambino.